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Tanto gentile e non austero pare

Oggi ho letto qualcosa che spiega bene perché l’austerità effettiva di Renzi viene scambiata per politica espansiva dai più.

E’ un comunicato della CRUI – la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane – in cui si prende atto della positiva apertura del Governo grazie all’assunzione di 1.500 ricercatori, prevista nel disegno di Legge di stabilità.

Un ottimo esempio dell’(apparente) atteggiamento espansivo e pro-occupazione del Governo.

Ma poche righe dopo, il comunicato CRUI precisa: “il finanziamento complessivo è ancora molto al di sotto della soglia necessaria per ripristinare la competitività internazionale del sistema: si parla di 1.500 ingressi a fronte di 10.000 uscite negli ultimi 8 anni“.

Ecco quindi perché il Governo Renzi è austero ma non sembra: nella sua manovra non c’è scritto che conferma un taglio di 8.500 (10.000-1.500) posti in 8 anni ideato da altri Governi prima di lui. No, c’è scritto che diminuisce il calo dei ricercatori di 1.500 unità. Anzi, che espande di 1.500 le unità. Brillante, non trovate? 

E poco vale sottolineare l’ovvio e cioè che questo Governo avrebbe potuto decidere di non confermare, anzi di rovesciare quella decisione dei governi precedenti e assumere, magari, 20.000 ricercatori e non i soli 1.500. Nel qual caso sarebbe stato sicuramente espansivo.

Tutti concentrati sui 1.500 in più e non sugli 8.500 in meno. Entrambe scelte di un Governo che ha deciso solo di effettuare una minore austerità rispetto ai precedenti, e non certo alcun tipo di espansione. Mettiamocelo bene in testa.

2 comments

  1. Professore per una volta non mi trovo d’accordo con la sua affermazione, a meno che non ci sia stata un’incomprensione. Per come ho capito la questione, negli ultimi 8 anni c’è stato un taglio di 10000 posti da ricercatore, a fronte del quale c’è stata un’inversione di tendenza, ossia l’assunzione di 1500 nuovi ricercatori. Non è mia intenzione prendere le difese di questo esecutivo, che per tantissimi motivi non mi piace, però mi sembra ingeneroso addossargli anche le colpe dei suoi predecessori. Al massimo bisognerebbe valutarne l’operato dal suo insediamento, quindi fare un bilancio di quanti posti sono stati tagliati e quanti creati dall’attuale governo.
    Certamente la spesa italiana in ricerca e formazione è assolutamente insufficiente per un paese che vorrebbe restare nel gruppo di testa, però è sempre meglio un dato leggermente positivo che uno negativo (sperando che non sia una tantum).

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    • Caro Giacomo grazie. Questo è un punto importante che riguarda la differenza tra manovra e tendenziale. Ogni anno un governo può decidere se tagliare o assumere ricercatori. Anni fa Brunetta decise che andavano tagliati, molto. Io ero contro: avrei aumentato, di molto, il numero di ricercatori (con metodi di assunzione e valutazione diversi dagli attuali). E dunque criticai. I governi successivi hanno confermato questa scelta, reinserendo la misura nella loro programmazione. Misura che ogni anno riduce il numero di ricercatori. Il Governo Renzi ha deciso di confermare tale misura di riduzione, attenuandola. Sono d’accordo con la sua misura? Assolutamente no, perché conferma un forte taglio. La ritengo meno restrittiva e meno miopica delle restrittive e miopiche decisioni dei precedenti governi? Certamente, ma rimane ampiamente miopica e restrittiva. Riprendendo il suo stile “è meglio un dato molto negativo di un dato molto molto negativo”? Sì ma non è così che il Paese riprenderà la strada dello sviluppo.

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