THIS SITE HAS BEEN ARCHIVED, AND IS NO LONGER UPDATED. CLICK HERE TO RETURN TO THE CURRENT SITE
Post Format

Oltre i noeurini senza massa e gli abbienti austeri

Adesso finalmente abbiamo il partito anti-euro in Grecia. Non fosse stato a sufficienza chiaro durante i drammatici giorni del referendum, avremo modo di misurare inequivocabilmente e definitivamente quanta parte della popolazione ellenica sposa la soluzione della moneta locale per la Grecia del XXI secolo.

Facile prevedere l’esito. I “noeurini” greci, privi di massa, diverranno irrilevanti politicamente come lo sono tutti i loro simili in tutti i Paesi dell’area euro.

Una ragione di questo perdurante e dominante desiderio di euro dovrà pur esserci, proprio nel bel mezzo di una performance economica dell’area che più disastrosa è difficile immaginare. E non si tratta di una ragione di difficile comprensione: una buona metà dei pro-euro in ogni Paese (Italia compresa) della moneta unica ne sta godendo o non ne sta soffrendo, mentre l’altra metà, che patisce le conseguenze negative della crisi, pensa evidentemente che la recessione si possa curare con altri strumenti che non quello dell’abbandono dell’euro. In particolare, come è risultato chiaro dal referendum greco, dal rifiuto del dogma dell’austerità.

Con l’assenza di massa dei “noeurini”, condannati all’oblio ovunque visto che si rifiutano di combattere la battaglia anti austerità dentro l’euro, rimane il puzzle di come riuscire a far sì che questa battaglia possa avere successo dato il fallimento di Tsipras in Grecia in tal senso.

L’Italia sarebbe il Paese chiave per tentare un nuovo approccio di sfida politica al dogma europeo dell’austerità: impensabile trattarla come la Grecia. Una nostra eventuale decisione – ad esempio – di bloccare fino a fine crisi il deficit al 3% del PIL invece che allo 0% previsto dall’attuale Governo, equivarrebbe di fatto a rendere gli investimenti pubblici fuori dal computo del deficit da correggere fino al raggiungimento dell’equilibrio. Una mossa che farebbe ripartire il Paese e il Continente sfiniti dalla mancanza di domanda alle imprese, specie quelle più piccole e meno internazionalizzate.

Ovviamente ci vorrebbe, per farlo, un Governo diverso da quello attuale. Il Governo Renzi rappresenta infatti a tutti gli effetti quella parte della società italiana soddisfatta di stare in questo euro e desideroso di cedere ulteriore sovranità fiscale, come ha ben scritto Paolo Savona nella sua lettera aperta al Presidente della Repubblica.

http://t.co/6gXnoHXIYs

Ma il Paese è sempre più diviso in due. Qualcuno dovrà pur rappresentare chi vuole restare nell’euro senza austerità, acquisendo quella massa mancante ai simpatici e masochisti “noeurini”. E’ inutile lamentarsi e dire che in Europa non vige democrazia: va svegliata. Ed è possibile farlo, è questo il solo lascito significativo di Tsipras. Tsipras I, quello del referendum.

9 comments

  1. Tsipras I quello del referendum?
    Ambrose Evans Pritchard che è meglio informato ha scritto il 7 luglio di essere a conoscenza del fatto che Alexis sperava in un “sí” che gli consentisse di dimettersi scaricando la patata bollente a qualcun altro

    http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/11724924/Europe-is-blowing-itself-apart-over-Greece-and-nobody-can-stop-it.html

    Lei afferma che è possibile un euro senza austerità, che bisogna svegliare la democrazia, eppure tutti, anche lei, vedono che l’austerità c’è e che il referendum in cui il popolo l’aveva rifiutata a larga maggioranza è stato tradito dal suo stesso promotore.
    Infine lei stesso aggiunge che con Renzi il superamento dell’austerità è impossibile.
    Ma le interessa davvero quello di cui parla professore o anche lei è come quello Tsipras I che porta a esempio?

    Reply
    • Ah, è meglio informato. Ma va. E come mai queste grandi verità questo giornalista le ha scritte dopo e non prima del referendum? Dopo sono bravi a tutti a razionalizzare…
      Certo che è possibile un euro senza austerità e certo che esiste una fortissima lobby che desidera e ottiene l’euro con austerità. Ora, data questa lobby, si chieda se è più facile combattere la battaglia contro di essa combattendo l’austerità nell’euro o combattendo per l’uscita dall’euro. Nessuna maggioranza appoggerà mai l’uscita dall’euro, esattamente come in Grecia: si chieda perché. Se mai Salvini andasse al potere mai e poi mai uscirà dall’euro, i segnali ci sono tutti. Non perda tempo a seguire chi la inganna, si concentri e faccia le battaglie che può vincere e che servono.

      Reply
      • Professore ma ha letto ciò che ha scritto?
        Ambrose Evans Pritchard parla quando riceve le informazioni e non prima. Cioè non si può prima, ci siamo?
        Allora cosa è successo? Che alla riunione dell’eurogruppo dopo il referendum Tsipras si è presentato dicendo subito testualmente “Accetto qualsiasi condizione purché mi diate la possibilità di rivenderla in maniera decente al mio popolo”, lasciando di stucco pure i rappresentanti della UE.
        Pritchard ha ricevuto questa indiscrezione prima degli altri e l’ha riportata sul suo seguitissimo blog.

        Sull’uscita dall’euro.

        Sono d’accordissimo che Salvini non la voglia e che nessun popolo europeo voterà mai per ottenerla.
        E questo che significherebbe, scusi? Gli italiani hanno firmato per anolire il fiscal compact? No. Significa che lo sostengono? No. E allora anche qui, di che parla, professore? Lo sa benissimo che il popolo senza una guida può solo adeguarsi al potere. Il fatto però che pure lei aneli con tutte le forze ad allinearsi al potere non ha giustificazioni, almeno di quelle di cui vantarsi.

        il suo amico più anziano PG Gawronski invece con molto più coraggio ha capito cosa si deve fare e le ha ricolto un accorato appello che lei nonostante sia più giovane non raccoglierà.
        La ritroveremo a combattere da solo nelle foreste del Borneo o magari chissà a Bruxelles nella carica istituzionale di “consigliere a cui non dare ascolto ma da tenere per far finta che”.

        Reply
        • Personalmente ritengo assolutamente irrilevante la posizione di Pritchard. Tanto non è verificabile, è inutile che le dica che io la ritengo anche poco credibile.
          Si sbaglia alla grande su austerità. Il Fiscal Compact: ma ha capito cosa è successo in Grecia? Ha visto che enorme riscontro il popolo greco ha dato la posizione “si nell’euro, no all’austerità” (si è mai chiesto perché?)? Ma quale adeguamento… è stato l’unico momento in cui ci siamo avvicinati veramente alla resa dei conti, altro che tramonto dell’euro o baggianate simili che non hanno massa democratica, si sono terrorizzati tutti quelli che appartenevano alla lobby dell’austerità. La strada è quella, è la sola che un giorno forse (non riesco a essere sicuro come lei) potrà vederla vinta.
          Mi fa piacere sapere che sono più giovane dell’amico PGG, rilevantissimo.

          Reply
          • Grazie per la risposta ma quello sicurissimo è lei non io.
            I greci sembra che voteranno o Syriza o Nuova Democrazia che ormai stanno alla pari.
            Lei lo prende per una vvicinamento alla resa dei conti a me sembra qualcos’altro ma spero abbia ragione lei.

  2. Egregio professore, lei ritiene che esista una reale differenza fra uno che non capisce e un Quisling?

    Grazie

    LG

    Reply
  3. Dici giusto… ovviamente ci vorrebbe un governo credibile. Questa Italia non ha nulla di credibile. Sul piano politico ha un deficit di rispettabilità che la rende inaffidabile. Un paese che ha fatto della corruzione un avamposto “illuminante“ Fa rabbrividire sapere che è uno dei paesi piu’ corrotti d’occidente. La camicia perché sia bella e appariscente: va lavata , asciugata , stirata . Nel frattempo attendiamo con trepida impazienza al nuovo governo che ci farà sognare ……..

    Reply

Lascia un Commento

Required fields are marked *.

*