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Il crocevia europeo di Expo

Oggi su Panorama.

Expo 2015, Milano, Italia. E’ da qui che occorre per capire in fondo la sfida che ci pongono le prossime elezioni europee. Perché? Ci segua il lettore e troverà una riposta convincente. Se è vero che il prossimo Parlamento europeo dovrà presiedere alla più complessa operazione di messa in sicurezza dell’architettura istituzionale del Continente, attaccato da populismi opportunistici ma anche da critiche fondatissime, non c’è dubbio che sarà proprio dai Paesi più in sofferenza, e dai suoi rappresentanti, che dovrà venire il contributo maggiore al riequilibrio dello strapotere tedesco nell’agenda politica. Spagna, Portogallo, Grecia certamente, ma soprattutto Francia ed Italia, membri fondatori dell’Europa del dopoguerra e paesi “pesanti” sia quanto a popolazione che a volume di produzione, sono chiamati a far ripartire il loro motore dello sviluppo nazionale, pena la disillusione definitiva dei loro elettori e la perdita di credibilità dei meccanismi democratici e del disegno europeo.

E’ chiaro a tutti cosa va chiesto da questi Paesi. Primo, una modifica del mandato della Banca Centrale europea, oggi fissato sulla stabilità dei prezzi (2% di inflazione) e non sulla lotta contestuale alla disoccupazione come negli Stati Uniti d’America. Il mono mandato sta generando i suoi perversi frutti: la BCE, insensibile all’andamento depresso dell’economia, si sta facendo sfuggire il controllo delle dinamiche dei prezzi, flirtando pericolosissimamente con la deflazione che vuol dire discesa dei prezzi, rinvio dei consumi, aumento del costo del denaro in termini reali, aumento del costo reale del lavoro per le imprese. Insomma il ritorno alla recessione. Da evitare, con molta più liquidità immessa nel sistema economico di quella che vi è oggi grazie ad una nuova BCE. Va anche chiesto la fine dell’idiozia del Fiscal Compact, invenzione bizantina che nessun politico americano o giapponese comprenderebbe, e che richiederà all’Italia – se non arrestato – manovre fiscali aggiuntive ogni anno, fatte di aumenti di tasse devastanti per l’economia italiana. Una ricetta disastrosa, una dieta imposta ad un malato che abbisogna invece di nutrirsi per riabilitarsi. E’ necessario piuttosto trovare risorse per fare investimenti pubblici che sono domanda diretta alle imprese in tempi in cui di domanda private non ce n’è.

Rivoltando la clessidra, eliminata l’ottusa austerità, riparte il tempo necessario per poi fare quelle riforme che servono al paese, ma che si possono fare solo in condizioni non emergenziali. Un tempo guadagnato grazie all’avere rimesso in moto l’economia italiana, assieme a quella tedesca, in un gioco di squadra virtuoso dove ogni Pese alimenta la domanda per i prodotti altrui. Ricette che vanno suggerite al cuoco di Bruxelles, se soltanto si fidasse dei nostri suggerimenti. Ma come convincerlo che l’Italia fa sul serio? Che l’Italia chiede respiro oggi per fare le riforme domani? Dobbiamo dare un segnale credibile e forte che stavolta facciamo sul serio. Che la nostra spesa per maggiori investimenti pubblici non sia l’ennesimo spreco di soldi buttati via. Per farlo, l’unico modo è mostrare chiaramente che si sanno individuare ed eliminare gli sprechi nella spesa pubblica per appalti, perché solo un Paese che sa farlo sa spendere bene, perché solo un Paese che sa farlo ha le risorse per spendere in investimenti senza creare ulteriore debito.

Ecco perché Expo è un crocevia. Expo è la prova di dove si annidano i veri sprechi: altro che auto blu e province, molto maggiori sono nel nostro Paese le risorse in gioco afflitte da sprechi per corruzione. Expo 2015 e come lo gestiremo da ora in poi è il segnale che tutti attendono che si vuole veramente una cesura tra lo ieri e le sue cattive pratiche e l’oggi. Ma non è facile e molto rischia di assomigliare a provvedimenti per placare l’opinione pubblica più che rimedi veri e seri. Mandare il Presidente Anti Corruzione a capo della task force di Milano non è certo il segnale giusto: lui si deve occupare di tutta le Pubbliche Amministrazioni non di una sola, per quanto rilevante; chi si occuperà del resto? Non certo i 12 dipendenti che per ora Renzi ha affidato al nuovo Presidente, contro i 1200 di cui è dotato il suo collega di Hong Kong. Renzi dovrà avere il coraggio di affrontare la grande malattia della corruzione una volta per tutte: sarebbe il segnale che aspettiamo per poter andare credibilmente in Europa a negoziare la nostra salvezza e, con essa, quella dell’Europa tutta. Lottando contro la corruzione ci sarebbe concessa infatti la fine dell’ottusa austerità e potrebbe partire un segnale di unificante solidarietà europea che ci permetterà, a tutti noi abitanti del Vecchio Continente, di sedere, finalmente, al tavolo delle decisioni globali con Cina e Stati Uniti e non rimanere prigionieri del nostro litigio condominiale. Niente di meno è in gioco.

11 comments

  1. ‘Renzi dovrà avere il coraggio di affrontare la grande malattia della corruzione una volta per tutte’.
    ‘Lottando contro la corruzione ci sarebbe concessa infatti la fine dell’ottusa austerità e potrebbe partire un segnale di unificante solidarietà europea’.
    Mah: nemmeno il più innocente e ottimista dei bambini potrebbe credere a questo,un lettore di Panorama forse sì.
    PS:l’Expo 2015,come il TAV d’altronde, non s’ha da fare. Perotti docet. Fatevi un giro su ‘la voce.info’.

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  2. Massimiliano Aita

    17/05/2014 @ 09:01

    Che delusione professore la sua candidatura nel partito del succhiasangue Monti. Capisco alcune delle sue ragioni ma poteva certo farle valere senza candidarsi (tra l’altro per non essere certamente eletto)

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  3. Marcello Romagnoli

    17/05/2014 @ 10:13

    Pur essendomi trovato sempre molto lontano dalle posizioni politiche di quel partito, questa volta lo voterò per le sue posizioni anti euro. Il motivo è che non voglio stare con paesi che alla prima difficoltà ti pugnalano alle spalle e che non vogliono cambiare politica. Spero che i voti anti euro siano tanti. Spero che i paesi che hanno voluto creare questa situazione abbiano un forte contraccolpo. Spero che paesi che vergognosamente hanno chiesto come garanzia pezzi importanti della storia di altri popoli in difficoltà momentanea si vengano a trovare a bussare per chiedere aiuto. Saprò cosa rispondervi cari finlandesi!!

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  4. “Renzi dovrà avere il coraggio di affrontare la grande malattia della corruzione una volta per tutte: sarebbe il segnale che aspettiamo per poter andare credibilmente in Europa a negoziare la nostra salvezza e, con essa, quella dell’Europa tutta. Lottando contro la corruzione ci sarebbe concessa infatti la fine dell’ottusa austerità e potrebbe partire un segnale di unificante solidarietà europea…”
    Mah…beata innocenza. Nemmeno il più ottimista degli illusi potrebbe credere a tutto questo, un lettore di Panorama sì in effetti.
    ps: Expo 2015, come il TAV d’altronde, non s’ha da fare. Perotti docet, fatevi un giro su “lavoce.info”. Analisi Costi e Benefici.

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  5. Paolo Labombarda

    17/05/2014 @ 17:45

    Lotta alla corruzione, certo, e (insieme) all’evasione fiscale, la quale crea riserve finanziarie che alimentano la corruzione.
    Il fronte da debellare vede schierati (insieme) politica, imprenditoria e malaffare.

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  6. Bruno Bolognani

    18/05/2014 @ 06:18

    La corruzione e gli sprechi conseguenti sono una malattia genetica dell’Italia (italiani, si intende) e parlo da medico. Se anche in Lombardia la corruttela è così pervasiva non è possibile immaginare che la Nazione possa risorgere.
    Abbiamo bisogno dell’Europa perché ci possa colonizzare e governare come si fa con una colonia. La necessità è tanto più stringente in quanto abbiamo un deficit pubblico tremendo che ci strangola, che dobbiamo onorare e che non si risolve con il gioco delle tre carte.
    Non vedo altra pratica concreta, dolorosa, ma necessaria e salvifica, e non sterili propositi ed esortazioni da politici in cattiva fede di qualsiasi colore politico.

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  7. Ma scusi, lei che ha aderito a scelta europea, scelta civica, come fa a perorare una lotta “ad una ottusa austeritá”. Monti non è il sacerdote dell’austerità? Probabilmente mi sfugge qualcosa. Più verosimilmente non ho capito niente. Ma forse ho capito tutto.
    Nicobra

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  8. Buonasera professore,
    non ci conosciamo… io l’ho sempre un po’ seguita soprattuto nei suoi interventi televisivi.Volevo esprimerle il mio rammarico per il fatto che si sia messo a fare politca con persone come Monti e Boldrin.Se si fosse candidato con Tsipras avrei preferito,per farLe capire il mio disappunto.

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  9. Fabio Fraternali

    24/05/2014 @ 01:39

    Ridurre i tassi di interesse in questo momento non fa ripartire l’economia..gli imprenditori hanno paura del futuro. Siamo nella classica situazione di crisi da domanda congiunta ad un processo di risanamento del sistema bancario.
    Certo che dire di chi doveva vigilare sulla stabilità del sistema finanziario?
    Che dire di chi ha abolito il Glass-Steagall Act?
    C’è sempre bisogno di tragedie per ricominciare ogni volta ad inventare la ruota?
    Ci vuole molto a capire che le carriere dei regolatori e dei regolati debbono essere incompatibili?

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