Si mormora. Cuneo fiscale finanziato da tagli lineari della spesa… Ci risiamo? Renzi come Alesina e Giavazzi?
Aspettiamo di vedere con ansia il DEFPP, il documento di economia e finanza di Piercarlo Padoan di primavera. Ma se questa sarà la mossa … povero nostro PIL, destinato a scendere al di sotto dello zero per la terza volta consecutiva, record assoluto.
Intrappolato in una mancanza di domanda, il nostro Paese ha bisogno di più spesa pubblica, per appalti di alta qualità, altro che meno spese. E siccome le minori tasse vengono risparmiate quando non si ha fiducia nel futuro, come avviene oggi, l’effetto netto di una manovra à la Alesina-Giavazzi, è noto, è recessivo, perché toglie più domanda di quanta non ne aggiunga.
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Ma come si fa a spendere di più? Non è forse impossibile, visto che non ci è consentito dall’Europa?
Già. Peccato che i passati Governi, Monti e Letta, abbiano voluto evitare di spendere di più malgrado gli fosse consentito, dall’Europa.
In un impeto che non fa onore alla storia del nostro Paese, pur di mostrarsi belli di fronte ai tedeschi ed al resto dell’Europa del Nord, hanno fatto molta più austerità di quanta non ne chiedeva l’Europa. Sprecando così risorse utili a rilanciare la domanda interna, l’occupazione e la produzione, ed il futuro dell’Europa.
Questa ansia di prestazione verso i tedeschi ha partorito il più assurdo lapsus freudiano che si potesse immaginare. Nell’importare il fiscal compact europeo nella legislazione italiana non solo lo abbiamo sancito in Costituzione (cosa non dovuta) ma, nella legge ordinaria che lo recepisce nel dettaglio, la legge 243 del 2012, possiamo leggere, come al contempo (art. 3 comma 2) “l’equilibrio dei bilanci corrisponde all’obiettivo di medio termine” europeo eppure anche che (art. 3 comma 5): “l’equilibrio dei bilanci si considera conseguito quando il saldo strutturale … risulta almeno pari all’obiettivo di medio termine …”. Due definizioni incoerenti l’una con l’altra, in cui la contraddizione gioca attorno a questa parolina, “almeno”.
Fare più di almeno: traccia di ansia di “piacere al Nord”, sfuggita al legislatore, debordando in un errore che parrebbe comico, se non fosse che ha avuto una realistica attuazione nei comportamenti dei Governi appena e già dimenticati. Ecco alcune citazioni dei documenti ufficiali che comprovano tanta meschina sudditanza:
1) Monti, il DEF, e la regola della spesa: “il limite massimo per la crescita dell’aggregato della spesa che si applica all’Italia per il prossimo triennio (riduzione dell’aggregato di 0,8%) risulta che il quadro di finanza pubblica è in linea con le disposizioni della regola della spesa”. In linea? Oh no, molto di più: è stata “almeno in linea”: -1,4% nel 2011, -1,1% nel 2012, -1,7% nel 2013. E -0,8% nel 2014 quando questa avrebbe addirittura potuto crescere del +0,3%, secondo i dettami europei.
2) Letta, Nota di aggiornamento del DEF, e la regola del debito: “tuttavia, lo sforzo fiscale attuato dal Governo nell’anno in corso, pari a 0,9% di PIL, risulta essere nettamente superiore alla correzione fiscale richiesta per il rispetto della regola del debito”.
3) Corte dei Conti, pochi giorni fa: “per i Paesi che non hanno ancora raggiunto l’obiettivo di medio termine (di deficit strutturale dello 0%) è richiesto un aggiustamento pari ad “almeno” allo 0,5% di PIL …”. Aggiustamento 2012 del Governo Monti? Altro che 0,5% di PIL. 2,4% di PIL (da -3,6 a -1,2% di PIL). Aggiustamento 2013? 0,8% di PIL (da -1,2 a -0,4%). E come ovvio risultato? PIL 2012 -2,4%, PIL 2013 -1,7%.
Follia. Per non avere usato la domanda pubblica di appalti per rallentare questa terribile emorragia di lavoro ed opportunità c’erano risorse eccome. Altro che “obblighi europei” come scusa.
Speriamo che il DEFPP del prossimo aprile del governo Renzi sia “almeno” meno austero di quanto ci chiede l’Europa. Sarebbe il primo segnale di discontinuità, anche rispetto agli obblighi europei. Vorrebbe dire andare contro il Fiscal Compact? Certo. E se ci dicono di no? Lo facciano. Noi tireremo avanti lo stesso, come fecero Chirac e Schroeder qualche annetto fa. Almeno questo val la pena di aver fatto.
24/02/2014 @ 07:50
Anche se torno a ripetere un concetto oramai trito e ritrito il problema non è quanto si spende ma come.
Inutile alzare il livello di spesa se poi viene utilizzato come ora.
Prima occorre un riforma netta e precisa sull’efficienza di spesa e sugli standard che devono essere ottenuti quando si usano i soldi pubblici poi si può anche aumentare il livello di spesa pubblica (sempre che ce ne sia bisogno visto che si libereranno un bel po’ di soldi che adesso sono utilizzati che definire in maniera “fantasiosa” è un eufemismo)
24/02/2014 @ 09:35
Post più che condivisibile. Ma non c’é da sperarci visto quello che diceva Padoan giusto un anno fa e che secondo lui l’austerità fa bene…http://blogs.wsj.com/economics/2013/04/29/oecd-fears-euro-zone-may-snatch-defeat-from-jaws-of-victory/?mod=WSJBlog&cb=logged0.19361872924491763.
Quanto a fiscal compact ed altro (criteri di Maastricht) mi pare che i governi italiani non abbiano nemmeno voluto tener conto della flessibilità data dai criteri sull’andamento del ciclo economico avverso e investimenti. Insomma si é fatto politica economica pro-ciclica della recessione…Chapeau…
24/02/2014 @ 13:04
Caro Professore per fortuna che è tornato con questo post. Da qualche giorno, nella mia ignoranza, cercavo di replicare ad amici che sostengono il mantra “cuneo fiscale finanziato da tagli della spesa” dicendo loro che non era questo il provvedimento urgente e che in questo modo non si riattivava nessuna crescita economica e venivo (e vengo) tacciato di “populismo”. Quindi grazie anche per aver richiamato l’attenzione, con la consueta precisione, su un personale politico (Monti, Letta & Co.)che ha voluto (e vuole) essere più realista del re (in tedesco mi sembra che si dica anche “päpstlicher sein als der Papst”)
24/02/2014 @ 16:20
La domanda è “perchè?!”
Perchè di tanta austerità?
Perchè tanta deferenza rispetto ai paesi del nord europa?
Chi paga lo stipendio di questi governanti?
Io non credo siano degli stupidi, ma non riesco a capire il motivo di questa politica suicida e prociclica. L’unica cosa che riesce a spiegarmi qualcosa è la teoria complottista per cui i nostri governanti sono al soldo di chi vuole che l’Italia vada male per poter imporre politiche repressive e di svendita dei beni pubblici.
Qualcuno ha una spiegazione migliore? Sarebbe così gentile dal volerla condividere?
24/02/2014 @ 17:23
Caro prof. Piga,
vorrei avere il suo ottimismo ma, a naso e spero tanto di essere smentito, prevarrrà la frastornante linea A&G. purtroppo neppure davanti all’evidenza empirica si è riusciti a riportare al centro dell’attenzione lo stimolo alla domanda, almeno nei paese europei per cui non ho alcuna fiducia che questo governo possa fare ciò che altri non hanno avuto neppure il coraggio di proporre. del resto ha smantellato il ministero per le politiche comunitarie (è un segno, no? prima del semestre europeo e in piena fase di definizioni operative dei fondi strutturali si manda a casa uno dei pochi che ne capiva..) e al posto di Saccomanni avremo Padoan, che dall’Ocse chiedeva dosi ancor più massiccie di austerità espansiva. Come non bastasse agli esteri ha messo una signora che penso pochi conoscano e alla quale auguro buon lavoro, insomma a me qualche dubbio viene. pronto a ricredermi, ma vista la subalternità culturale che la sinistra ha ancor oggi per un liberismo abbracciato per senso di colpa ma ben poco compreso non mi attendo nulla di buono. ammetto che renzi ha se non altro parlato di sforare il tetto del 3% del rapporto deficit/pil, ma subito dopo ha detto che la spesa pubblica va demolita per cui, in assenza di domanda privata, non riesco a capire chi potrà dare uno stimoli per la ripresa.
Vedremo, ma penso che l’approssimazione che sta già emergendo finirà con il sommergere il boy scout di firenze e, purtroppo, noi con lui.