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Quella Grande Depressione che bisogna evitare a tutti i costi

Leggendo ieri sera Krugman che usa i dati storici presenti nel notissimo dataset dello storico economico Madison per paragonare la crisi del 1929 in Europa con quella odierna del Continente, ho avuto la tentazione di fare lo stesso per l’Italia (nel dataset di Madison ho trovato solo i dati dell’Italia del centro-nord per il periodo degli anni trenta). Ecco cosa viene fuori.

 

Preciso che i dati di Madison si riferiscono al reddito pro-capite corretto per l’inflazione e che finiscono al 2010. Per il 2011 ho usato la mera variazione del reddito pro-capite italiano non corretto per l’inflazione e per il 2012 mi sono inventato un calo plausibile (e credo per difetto) dell’1%.

Spiccano due cose, tenendo a mente che la Grande Depressione è rimasta famosa sia per la sua intensità che per la sua durata:

a) la durata di questa moderna crisi è più lunga di quella degli anni Trenta, in cui tornammo ai livelli del 1929 nel giro di 10 anni. Oggi, 11 anni dopo, siamo ancora a livelli di ricchezza prodotta inferiore a quella del 2002;

b) la crisi del 1929 per l’Italia come per tanti altri Paesi fu di una drammatica intensità, ben peggiore di quella dell’ultimo decennio che io considero. Lo vedete dall’area della differenza tra le due linee. Eppure notate che negli ultimi anni la performance è peggiore in questo decennio (la linea  blu incrocia e supera la rossa): ancora qualche anno così, pochi ne bastano, e potremo dire che questa è stata, e non quella del 29, la nostra Grande Depressione.

Vi auguro Buona Pasqua a tutti e spero che quando torneremo al lavoro martedì ci aspetti un Governo nei pieni poteri, forte ed autorevole, pronto a sconfiggere una volta per tutte questo maledetto decennio.

GP

11 comments

  1. Buona Pasqua anche a lei Prof., certo, questo suo post mi spaventa non poco, vorrei solo che lo leggessero coloro che abitano le stanze dei bottoni e si rendessero conto una buona volta!
    Auguri a tutti noi!!

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  2. Come mai fa partire la crisi dal 2002? io la farei partire dal 2008, e affermerei che la crisi è molto più intensa di quella del 29, ma molto, e nulla si piò affermare sulla sua durata, se non che farei salti di gioia se nel 2019 l’Italia tornasse ai livelli del 2008

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    • Ho preso il punto è più alto, il 2002. Lei ha ragione, sono 2 crisi che si mischiano nell’ultimo decennio, una strutturale, l’altra finanziaria/da domanda dal 2008 (anche se qualcuno potrebbe dirle che c’erano elementi strutturali in gioco anche prima del 29). Ma ritenevo essenziale sottolineare la lunghezza del periodo.

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  3. GianMarco Tavazzani

    30/03/2013 @ 11:10

    Leggo male?
    La curva della crisi attuale scende sotto l’unità solo nel 2007/8 e così che ne ha per acumulare un ‘integrale’ negativo paragonabile.
    Decrescita felice.
    Mi sembra che la decrescita del qualche percento non renda conto della ben superiore infelicità!
    Causa? Forse che, nel frattempo la divaricazione ricchi e poveri sia cresciuta? O che la percentuale di chi si percepisce ‘povero’ (un po’ come dire affondato, fallito o morto: uno spartiacque drammatico) sia esplosa di ordini di grandezza, non percentuali!

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  4. Lorenzo Donati

    30/03/2013 @ 13:31

    Caro Professore auguri anche a Lei. Per il governo, dopo l’insediamento da parte di Napolitano della commissione di saggi “bipartisan” che verifichi le proposte “condivise” dei vari partiti……., mi vien da ridere (o da piangere)….Napolitano non poteva che concludere in modo peggiore il suo settennato……non è più tempo di “tecnici”…..di “saggi”…..è tempo di politica

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  5. Dal punto di vista economico le crisi si affrontano e si superano.
    Dal punto di vista politico invece le crisi servono a sopprimere la libertà e la democrazia, quindi il loro intento è di aggravarle. In questo specifico caso gli €dittatori hanno addirittura la spudoratezza di dircelo in faccia (tanto siamo scemi) tramite i loro vassalli, valvassori e valvassini. Eccone alcuni:

    ATTALI
    “Une petite pandémie permettra d’instaurer un gouvernement mondial”

    PRODI
    “I am sure the Euro will oblige us to introduce a new set of economic policy instruments. It is politically impossible to propose that now. But some day there will be a crisis and new instruments will be created.”
    (intervista al Financial Times – 2001)

    MONTI
    “L’Europa ha bisogno di gravi crisi per fare passi avanti”
    https://www.youtube.com/watch?v=VBvbKv-2ENY

    MANASSE
    «All’eurozona serve uno shock per riprendersi»

    ps
    Buona Pasqua

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  6. http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2013/jan/14/deepening-mess-words-polish-economist

    “A solid majority of economists” agree on how to solve a slump, Kalecki says. The government borrows more and invests the cash either in building schools and hospitals or in providing benefits and tax cuts; this boosts demand and generates employment. Ta-da! Two pages in, and he has both fixed the problem of recessions and despatched most of the arguments against public borrowing that we have heard with such tedious frequency in the past five years.

    “There’s class warfare, all right, but it’s my class, the rich class, that’s making war, and we’re winning.”

    ― Warren Buffett

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  7. il punto è che nel 1929 nessun grande industriale italiano o rentier
    poteva pensare di prosperare durante una depressione (forse i venditori di superalcolici? di armi da fuoco?)
    mentre ora noi abbiamo una classe di rentiers e di grandi industriali
    ‘globalizzati’ che vivono sulla domanda estera e/o hanno ampiamente delocalizzato e/o hanno agio a far competere al ribasso i lavoratori italiani con lavoratori stranieri qualificati che accettano di essere demansionati…
    Rentiers e industriali globalizzati italiani che possono prosperare
    anche durante una recessione o depressione (italiana )
    Rentiers e industriali globalizzati che influenzano e contrallono piu’ o meno direttamente quasi tutti i mass media e i partiti politici

    Quindi in effetti ha ragione il prof Piga : il problema non è la germania o l’euro in senso stretto (anche se la bc indipendente è il problema…) il problema è che la classe dirigente italiana non riesce
    non vuole o non è interessata a fare gli interessi della maggior parte degli italiani (ma cura solo gli interessi di rentiers e grandi industriali globalizzati ) e potendosi disinteressare della crescita
    stritola la classe media condannandola all’impoverimento e alla miseria

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  8. “Quando tanti giovani arriveranno alla pensione dopo uno slalom tra diversi lavori si troveranno con una pensione miserabile con cui non potranno vivere e si troveranno a dormire in auto”.
    Giuliano Amato

    ovvero colui (se ho capito bene ) che ha iniziato le riforme che avrebbero portato all’impoverimento dei giovani…

    Ma la cosa piu’ sgradevole non è amato ,
    è che amato dica queste cose e nessuno dei presenti
    lo abbia contenstato o abbia sentito il bisogno di
    chiedergli alla fine :ma lei non si sente responsabile?

    Reply

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