Kenneth Rogoff è membro del G-30, istituzione privata ampiamente composta da banchieri. Carmen Reinhart è stata Chief economist e Vice President della banca d’affari Bear Stearns.
Rogoff e Reinhart sono oggi al centro del dibattito e del gossip economico a causa di un articolo di altri tre economisti della University of Massachusetts, Amherst, che ha mostrato una serie di errori contenuti in un noto lavoro dei 2 R&R, errori tutti nella medesima direzione, quella di sovrastimare l’impatto negativo del debito pubblico sulla crescita economica di un paese.
Da Amherst escono di recente articoli interessanti. Qualche anno fa ne uscì un altro, di Epstein e Carrick, che denunciavano i tanti conflitti d’interessi dei colleghi economisti al soldo di banche e interessi del settore finanziario, conflitti capaci di spiegare anche il perché non siamo stati bravi a prevedere l’arrivo della crisi nel 2008.
E perché mai due economisti vicini al mondo delle banche dovrebbero argomentare contro il debito pubblico? Beh, è noto che politiche fiscali espansive sono anche, di solito, inflazioniste. E che l’inflazione è generalmente negativa per i creditori, come le banche, che hanno in bilancio un attivo più a lungo termine del loro passivo, e dunque sono negativamente influenzati da inflazione inattesa.
Peccato che in questa recessione, simile a quelle poche drammatiche recessioni da domanda avvenute nel XX secolo, l’inflazione non c’è. C’è, invece, la crescente quota di crediti incagliati, che danneggia debitori e creditori, uniti in un abbraccio mortale.
Queste recessioni dunque, combattendole con più spesa pubblica e più debito, generando crescita fanno bene anche alle banche.
Insomma, anche se Rogoff e Reinhart avessero raccomandato in pieno conflitto d’interessi (cosa di cui non abbiamo prova alcuna) di fare in questa crisi meno debiti pubblici per aiutare le banche, avrebbero commesso un altro errore, di tipo consulenziale. Perché sarebbe stato decisamente meglio ricordare alle banche quello che molte di queste sanno già: che la crescita economica via politiche fiscali espansive in questa crisi fa bene anche ai loro bilanci.
21/04/2013 @ 17:14
Avevo già letto la notizia su keynesblog, ma devo ammettere che qui gli stessi concetti sono espressi con mirabile chiarezza e… sintesi. Complimenti professore.