E’ stupefacente che si metta in croce l’attuale dinamismo democratico tedesco sul mandato della Banca Centrale Europea. A quanto pare la Germania non è solamente leader economico e politico dell’area euro. E’ anche leader sociale, dimostrando un attivismo civico superiore a qualsiasi altro Paese.
Lo esercita, questo attivismo, all’interno del suo DNA nazionale attualmente conservatore e poco incline alla solidarietà verso altri Paesi euro in grave difficoltà, senza dubbio. Ma lo esercita.
Mentre la nostra Consulta e noi italiani ci gingilliamo con argomenti tanto simbolici quanto irrilevanti come le super pensioni di alcuni super individui, la Germania e la sua Corte Suprema – in risposta ad una richiesta di alcuni cittadini tedeschi – prende l’Europa per la collottola e affronta con incredibile energia, al suo interno, la questione del mandato della BCE.
Ovvero: quello che dovevamo fare noi italiani, noi francesi, noi spagnoli, noi greci e cioè spingere con tutti i mezzi giuridici e politici a nostra disposizione per la modifica del mandato della banca centrale verso uno simile a quello americano – che combini la lotta all’inflazione con quella alla disoccupazione – lo fanno i (alcuni) tedeschi, spingendo esattamente all’opposto per un mandato della BCE ultra conservatore, concentrato non solo formalmente sull’inflazione (lo è già) ma anche nella pratica, chiedendo di ridurre i cannoni operativi a disposizione della BCE così come presentati da Draghi l’estate scorsa.
*
Immaginate di essere chiusi in una stanza dove divampa l’incendio e le fiamme vi stanno per portare via a miglior vita tra pochi secondi. Solo due le opzioni di uscita: una porta chiusa, con uno sbocco sulla strada, che vi darebbe certamente la salvezza, se solo la persona che da fuori la dovrebbe aprire si accorgesse della vostra situazione, ma non vi sente; un’altra porta aperta, dove anche lì brucia tutto, ma di cui non conoscete le possibili opzioni di salvezza e dove è possibile che la situazione sia ancora peggiore della stanza che abbandonate. Non vi buttereste dentro quest’ultima?
Certo che sì. Come io che mi butto a pesce in questo ossigeno democratico paradossale che fornisce la Germania, permettendoci di mettere in dubbio, qualsiasi sia la ragione per cui lo facciano, l’operato della BCE ed il suo mandato così come scritto dal Trattato europeo. Chissà mai che con una minuscola probabilità si torni a discutere di ciò nelle triste e spente aule del Parlamento europeo, ridando vita a un dibattito sinora proibito. Cosa che tra l’altro temono anche alcuni tedeschi che difendono l’attuale governance della politica monetaria dell’euro e che temono la riapertura del dibattito, perché sanno bene che una volta che questo parte chissà dove può finire.
*
In effetti c’è di più. Ricordiamoci, mettiamoci in testa, che difendere questa BCE dell’epoca Draghi, con l’argomento altrettanto paradossale che essa ha avuto successo proprio perché il suo programma di acquisto di titoli dei governi non è mai stato sottoscritto da nessuno tra i Paesi in difficoltà, è difendere questa Europa che sta sbagliando tutte le sue politiche economiche in maniera clamorosa in questi ultimi anni.
L’acquisto di titoli non è avvenuto perché, come ha fatto capire anche Mario Monti che si rifiutò di sottoscrivere l’accordo con la BCE, esso avrebbe comportato altrettanta austerità, non meno, di quella attuale, obbligando gli Stati a restituire con la mano sinistra (politica fiscale restrittiva) quello che gli veniva offerto con la destra (politica monetaria espansiva).
Il calo dello spread sui titoli italiani, quand’anche fosse frutto di un annuncio estivo di Draghi (come più volte detto su questo blog, esso fu ordinato dalla Merkel), non ha avuto impatto alcuno sulle economie dei Paesi in difficoltà perché le banche non vogliono prestare e famiglie ed imprese non vogliono domandare credito in questo clima nero come la pece. Ha ridotto di qualche centinaia di milioni di euro la spesa per interessi del Tesoro, noccioline al confronto di quanto necessario per salvare l’area euro.
Ben altro è necessario per salvare l’euro: un deciso coordinamento espansivo delle politiche fiscali, le più efficaci in questo contesto in cui il settore privato è sparito dall’economia, ed una politica monetaria non fatta di annunci ma di concreta lotta senza quartiere alla disoccupazione visto che l’inflazione non deve preoccupare.
Per ottenere la seconda gamba abbiamo bisogno, lo ripeto, di un cambiamento di mandato della BCE verso la lotta alla disoccupazione, come negli Usa. Per cambiare il mandato abbiamo bisogno di cambiare il Trattato europeo. Per cambiare il Trattato europeo qualcuno deve smuovere le istituzioni politiche e giuridiche europee. Per smuovere queste ultime basterà un giudice a Karlsruhe che ad esse si appelli; per qualsiasi motivo, buono o cattivo che sia.
Ben venga dunque la scelta tedesca di dibattere democraticamente della politica monetaria europea. Perché alla fine dei conti è solo un sano processo democratico che dà senso e forza alla concessione di indipendenza ad una qualsiasi banca centrale.
13/06/2013 @ 15:39
La metafora della camera che brucia zoppica un pochino: innanzitutto dall’altro lato della porta chiusa c’e’ qualcuno che ci sente benissimo, ma che spera nella nostra morte e per questo non apre. Poi, se fossimo davvero cosi’ pronti a buttarci in un’altra stanza di cui non sappiamo nulla, allora perche’ non ci buttiamo nella stanza dell’uscita dall’euro? Come mai siamo pronti a tutto, anche alla morte, ma non si parla mai della semplice uscita dall’euro? Lei parla di deciso coordinamento espansivo delle politiche fiscali, un cambiamento di mandato della BCE verso la lotta alla disoccupazione, ecc. ecc. ovvero tutte cose che non avverranno mai, possibile che veramente Lei non lo abbia ancora compreso? La Germania si opporra’ con tutte le proprie forze a qualsiasi cambiamento che possa avvantaggiare il suo (ex) maggiore competitor commerciale.
13/06/2013 @ 22:16
Al di là della porta chiusa ci sono i nostri politici italiani che non sanno dire nulla in Europa su nulla. Lei sbaglia quando dice che certe cose non avverranno mai: rispetto a due anni fa la politica è meno austera. Quanto meno austera? Assolutamente non a sufficienza. Ma la goccia scava la pietra.
14/06/2013 @ 07:51
La goccia scava la pietra ma ci mette millenni. Noi l’anno prossimo saremo morti. E non vedo assolutamente miglioramenti rispetto a due anni fa, anzi vedo tutti i parametri economici peggiorati, dunque non ho nulla di cui rallegrarmi. Non e’ questione che “qualcosa si e’ mosso nella direzione giusta, ma non abbastanza”. La realta’ dice “qualcosa si e’ mosso nella direzione sbagliata, e parecchio.” Di quanto e’ aumentata la disoccupazione negli ultimi due anni? Il debito pubblico? Quante aziende hanno chiuso?
15/06/2013 @ 20:55
Lei ha ragione. Ci vuole molto ma molto di più. Ma questo non significa mollare. Anche perché se mollare vuol dire uscire dall’euro, le assicuro che saremo di nuovo qui a dirci del perché le cose non vanno meglio e anzi, peggio.
14/06/2013 @ 15:38
Come la goccia scava la pietra, così noi con determinazione e con energia faremo sì che tutte quelle cose avverranno. Lo faremo, parola di viaggiatore!
15/06/2013 @ 20:52
Si Antonio, si MC.
13/06/2013 @ 20:49
sembra che il sistema bancario germanico sia pronto (o sia gia’ attivato ) per garantire credito alle pmi spagnole…
il che ha molto senso (il creditore che sostiene in debitore )
riguardo a quanto espresso sopra: è sempre la stessa storia la bce è sempre stata indirizzata sui parametri che piu’ si confacevano all’interesse del momente dell’economia tedesca (e alleati omogenei europa core) visto retrospettivamente lo possiamo dire
Riprendendo la metafora dell’incendio , qui li pretenderebbe che chi ha creato l’incedio non solo lo spegnesse ma creasse le basi per una nuova costruzione a prova di incedio…
(senza dimenticare che per alcuni tipo zingales e monti , l’incendio non è stato accidentale ma doloso )
Poi non si capire come una costruzione basata sul liberismo piu’ selvaggio e sulla competizione fra stati (intese come aree economiche ) oltre a tutto il resto …possa cambiare impostazione ideologia…non in germania (se lo possono permettere e gli converrebbe perfino ristrutturare amichevolmente una parte dei crediti…) non in germania…
La germania si spezza ma non si piega , mi spiace
13/06/2013 @ 20:52
ah , il credito diretto in spagna puo’ essere visto come una forma di sostegno virtuoso del creditore verso il debitore
ma anche come l’ennesima forma di colonialismo economico verso gli stati euromediterranei debitori…
14/06/2013 @ 07:31
Quanto al fatto che l’aumento (sia pur temporaneo) delle aliquote marginali per i redditi più alti fosse una quisquilia le vorrei segnalare che se fosse stata applicata a tutti i redditi che superavano quella soglia (e non solo ai pensionati: questo è quel che ha censurato la Corte Costituzionale) si sarebbero raggiunti 10 miliardi di maggiori entrate in tre anni. Se dieci miliardi le sembran pochi
15/06/2013 @ 20:56
Lei sa che mi riferivo solo alle pensioni. Ma per tornare a lei: lei pensa che abbiamo bisogno di aumentare l’Irpef per 10 miliardi?
14/06/2013 @ 13:17
…ma l’eventualità di abbandonare la moneta unica non può essere proprio essere presa in considerazione ?
..e con essa la possibilità di chiamare sul banco degli imputati quanti ce l’hanno imposta ?
difficile vero ?
15/06/2013 @ 20:54
Certo che può. Va sempre valutata. In questo momento la ritengo dannosa. Altri no. Ne discutiamo quotidianamente.
Meno interessante il processo.
14/06/2013 @ 17:40
Con molta umiltà e pazienza oramai da molti mesi Lei Professore contempla e interpreta con grande competenza questa difficile situazione, questa gravissima crisi economica e non solo. Dispiace vedere che molti non riescano a cogliere quanto su questo blog ci viene quotidianamente e dettagliatamente spiegato, dispiace vedere non accogliere la straordinaria opportunità che i percorsi da lei indicati ci offrirebbero per effettuare il necessario cambiamento di rotta, se solo venissero intrapresi. Certo che se nulla si fa nulla si ottiene. La crisi è gravissima e non c’è tempo per i tentennamenti che i politici producono, quella stanza brucia e anche molto in fretta.
Vedo qui in alcuni commenti sfiducia e desolazione, è infatti vero che una nazione in questo caso l’Italia prima di potere raccogliere le altre in un dibattito incisivo e decisivo deve essere in grado per prima di raccogliere sè stessa, si può anche comprendere come molti purtroppo non credano più nel valore di Unità, quando tutto attorno si frantuma.
Solo una grande forza morale collettiva può riunire questa Europa tutta da cambiare, e per l’Italia occorre una leadership al massimo delle competenze e delle qualità umane, che si metta al centro di questa morale.
Ha ragione da vendere Professore, un momento di grande unificazione porterebbe a grandi opere. Peccato rinunciare a tutto per colpa di politiche deviate e tecnici incompetenti, peccato darla vinta all’inettitudine.
Non è mai stato facile conquistare qualcosa di prezioso, dovremo lavorarci molto e tutti, la “Resistenza” del nostro tempo potrebbe essere proprio questa.
Resistere a non cedere non è una lotta al massacro, è un valore fertile quando esistono obiettivi oltre le vie d’uscita, quei percorsi spiegati e rispiegati qui, in ogni minimo dettaglio, a fronte di ogni ragionevole dubbio. Credo sia questo il significato della grande sfida che dovremmo decidere di affrontare. Per intraprendere la coraggiosa svolta occorre fiducia nella nostra capacità di cambiare le cose, pensare a noi stessi come individui responsabili del nostro destino, consapevoli di ciò a cui conducono le nostre azioni, consapevoli che le nostre azioni avranno un effetto, comunque.
Ha ragione da vendere Professore una delle cose più belle che dice “che tutto è nelle nostre mani”.
15/06/2013 @ 13:38
Caro Prof.
Secondo lei è giusto dare un potere immenso (ancora più grande di quello che è attualmente) ad una persona non eletta e soprattutto non indipendente (Draghi non lo è visto che è stato nominato dai capi di governo europei).
La mia soluzione, da liberista, non può che essere il ritorno alla parità aurea a livello internazionale. Oppure, come second best, l’introduzione di un sistema di regole trasparenti nel perseguimento degli obiettivi monetari. Penso alla regola di Taylor o comunque a un sistema che non permetta ai banchieri centrali di fare danni all’economia.
Per dirla alla Friedman “la moneta è una cosa troppo importante perché sia lasciata ai banchieri centrali “.
15/06/2013 @ 20:51
Che sia stato eletto dai governi è cosa buona e giusta. Credo che in realtà il vero problema attuale sia la lotta tra Paesi sul mandato della banca. Altri problemi ci sono, ma questo è il più urgente.
16/06/2013 @ 10:00
@ffortini. “La goccia scava la pietra ma ci mette millenni”. Vero! Che ne dice se le goccia da una diventassero tante, anzi moltissime. Quello che è stato distrutto dagli uomini PUÒ essere risanato dal lavoro degli uomini. Solamente dal lavoro degli uomini.