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Se proprio deve morire, conviene fare il marco e tenerci l’euro

Purtroppo il Corriere della Sera intervista personaggi che poco contribuiscono alla causa europea. Non che non si abbia diritto di parola, ma uno si aspetterebbe di sentire voci giovani e europeiste in un momento di difficoltà come questo.

Tristissima l’intervista a Roland Berger (file pdf), consulente tedesco anche lui preda della smania di cacciare la Grecia dall’Europa e sostenitore degli investimenti pubblici di lungo termine, quelli che aiuteranno l’economia tra 3-4 anni di qualche decimo di PIL, quando tutti i giochi saranno ormai chiusi. L’obolo all’Europa del Sud, ormai la chiamano così, l’”Europa del Sud”.

Agghiacciante il titolo: “sono falliti, ne abbiamo parlato anche troppo”. Non vi devo spiegare perché è agghiacciante.

Cresce dunque il sentimento, presso alcune élites  (anche ma non solo tedesche) minoritarie ma purtroppo influenti per non sappiamo quale motivo, che la Grecia “deve rassegnarsi” ad abbandonare l’euro. Stupide élites che non sanno guidare nessuno. Come se negli Stati Uniti, dove c’è pure il vantaggio di un lingua comune e la conseguente mobilità del lavoro, la California dicesse all’Alabama: “esci dagli Stati Uniti, sei uno Stato razzista, sei diverso, non ti sei uniformato negli ultimi 100 anni (non 10…) alla produttività degli Stati ricchi ed operosi”.

Guardate che non sto argomentando l’ovvio e cioè che gli spread italiani peggioreranno se la Grecia esce perché a quel punto si sarà mostrato che “tecnicamente” si può fare, di passare dall’euro alla dracma e alla lira. No, sto solo dicendo l’ovvio, che una Unione non è un club, come invece si è permesso di dire il Sig. Barroso. Che solo per questo dovrebbe rassegnare le dimissioni da Presidente della Commissione europea. In una unione, ci si aiuta a vicenda per uno scopo comune.

Ora un ultimo punto. Se deve morire l’euro, e prego che non muoia perché poi l’Unione sarà ferita forse a morte, meglio che muoia senza causare troppo dolore. Se deve morire, meglio tenersi la Grecia e l’euro e lasciare andare la Germania con il suo marco.

Perché dico questo.

Perché se dovesse uscire la Grecia (e fermiamoci qui) la gazzarra contrattuale che si creerebbe (e che farebbe ricchi tanti studi di avvocati) sarebbe immensa perché la Grecia intenderebbe ripagare i suoi debiti uno a uno in dracme (svalutate), mentre gli investitori esteri chiederebbero di essere rimborsati in euro. Una battaglia senza fine, devastante per tutti.

Se la Germania uscisse, invece, il marco si apprezzerebbe immediatamente ma i crediti in euro dei tedeschi, anche se pagati in una valuta deprezzata, sarebbero sempre rispettosi delle promesse iniziali (“ti pagherò in euro”) mentre i debiti in euro dei tedeschi sarebbero facilmente rimborsabili dai vincitori germanici con una valuta forte. Molto minori le tensioni, volete  mettere?

In che mondo vivremmo poi? Certo l’export tedesco andrebbe un po’ in affanno, ma dopo tutti questi guadagni di questi anni il dramma per la Germania sarebbe limitato. L’export del Sud riceverebbe la boccata d’ossigeno per fermare i suicidi.

E poi i tassi d’interesse. Crescerebbero in termini nominali quelli del sud, nella convinzione certamente corretta di una maggiore inflazione attesa di un gruppo di paesi meno anti-inflazione della Germania, ma al netto dell’inflazione i tassi d’interesse reale sarebbero uguali. Anche perché con la svalutazione e l’inflazione dell’euro conseguente all’uscita del marco crollerebbero i nostri spread a causa di probabilità di default dell’Italia molto minori.

Cara Germania, pensaci bene, rimani nell’euro facendo uno sforzo di divenire più europea. Altrimenti, ci riproveremo presto, non ti preoccupare, partendo da tassi di cambio ragionevolmente più equilibrati. E senza sprecare 10 anni a parlare a Bruxelles di cose che non servono a nulla, come Germania e altri hanno voluto, ed a fare trucchi contabili da tutti approvati, ma facendo sin da subito le riforme che servono all’Europa, tutti insieme. Voi quelle che non avete ancora fatto. E noi quelle che dobbiamo ancora fare. Insieme di nuovo. Uniti.

19 comments

  1. Egregio Professore,
    sono d’accordo che cacciare la Grecia è un’azione infame degna di Barroso & C. , ma ho i miei dubbi che se uscisse la Germania il resto d’Europa troverebbe un equilibrio.

    Ho molti dubbi, avendo sentito certe loro sprezzanti dichiarazioni, che gli stati del nord vorrebbero stare con il club Med.

    A mio parere si è fatta una moneta quando i tempi non erano maturi e ne stiamo pagando le conseguenze (noi PIIGS perché al momento la Germania ci ha guadagnato). e si è fatta anche in malomodo, tant’è vero che gli economisti più brillanti e lungimiranti avevano previsto questo disastro.

    Con o senza Germania i tempi per l’Europa non sono maturi neanche adesso. Non sono anti-Europa, ma credo che il cammino da seguire per l’unificazione debba essere diverso.

    L’euro è stato un enorme errore e quando ci si accorge di aver fatto un errore la cosa migliore è ricominciare. Intestardirsi a mantenerlo non mi sembra la cosa più sensata. Anche perché ogni stato ha in mente correttivi diversi.

    Non sono pratica di economia e non saprei spiegare bene i motivi che mi portano a pensare in questo modo; però seguo Goofynomics, il blog del suo collega Professor Alberto Bagnai (magari vi conoscete anche personalmente) e sono esattamente della sua stessa idea.

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    • Alberto è un carissimo amico che mi dicono cucina del pesce squisito ed è la sola cosa che fa meglio dell’economia. La sua mail non è sbagliata, è solo da economista ed il progetto europeo non è un progetto economico ma politico. Detto questo, l’economia è un vincolo e dunque le criticità che esso genera non vanno sottostimate.
      Personalmente credo che una bella svalutazione (rispetto alla Germania ed anche al resto del mondo) ed una seria convergenza reale in 10 anni (non gli scherzetti fatti nel primo decennio) possa permettere di non mandare all’orto un progetto politico bellissimo ed importantissimo. Sempre che, come pare, la Germania si ostini a non studiare economia e a non capire che un’altra soluzione c’è, più semplice, l’espansione fiscale da loro guidata.

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      • Grazie per la risposta, Professore, ma continuo a non essere convinta che questa Europa così come è stata progettata e realizzata sia una buona cosa da cercare di preservare e di far crescere.
        Le assicuro che credevo nell’Europa, ero piena di speranze e di un amore fraterno che abbracciava l’intero continente, ma solo perché non conoscevo i trattati su cui si fonda.

        Lei che certamente ha contatti internazionali, avrà pronunciato la parola “svalutazione” in presenza di qualche (economista) tedesco; mi può descrivere la loro reazione?
        Non vorrei sbagliare ma non ci avevano già messo un bel “collare” prima ancora che esistesse l’euro?

        E che mi dice, giusto per fare un esempio, dei civilissimi (solo nel mio immaginario a quanto pare) Finlandesi che hanno avuto l’ardire e il pessimo gusto di chiedere il Partenone?

        Chi convincerà i tedeschi a studiare economia, dato che sono convinti di essere loro (mandato divino?) a dover dare a noi i compiti (sbagliati) a casa?
        E poi non si tratta di studiare economia; come lei stesso ha scritto, i tedeschi sono in media molto più istruiti di noi, eppure una cosa tanto semplice da essere compresa da una italiana digiuna di economia, non entra nelle zucche di esperti economisti tedeschi. Le pare possibile?

        Il progetto politico a me sembra più fallimentare di quello economico dal momento che riscontro una gravissima carenza di democrazia e che uno come Barroso (che è portoghese!) minaccia di sbattere fuori la Grecia. Ma che bell’unione!

        Si è accorto che tra le genti europee sta diffondendosi un sentimento di odio reciproco prima (quasi) sconosciuto. I passati tentativi di tenere uniti popoli diversi contro la loro volontà si sono dimostrati tragicamente fallimentari. Questo aspetto mi preoccupa più di quello economico.

        Non siamo riusciti a completare l’unificazione d’Italia in 150 anni, come è possibile sperare di completare quella europea in una manciata di anni e partendo dalle cose sbagliate?
        Sostanzialmente sono d’accordo con Rob, la politica europea si è rivelata rigida, incapace di tener conto delle differenze nazionali. Come potrebbe cambiare dal momento che a comandare saranno sempre più i soli tedeschi?

        A proposito di California e Alabama e più in generale di USA, il professor Bagnai (sempre lui! mi scuserà ma ho una vera venerazione, senza neppure aver assaggiato il pesce!) ha ricordato che c’è stata la guerra di secessione.
        Se questo è il prezzo da pagare, preferirei che l’euro e l’EU si disgregassero in questo istante.

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        • Buongiorno! Io con i tedeschi parlo sì, ma parlo di espansione fiscale non di svalutazione perché credo la svalutazione sia la fine dell’Europa. Attenzione alle parole (e lo dico anche a me stesso): non sono “i finlandesi” ad avere chiesto ma qualche idiota finalndese. Di questi ne abbiamo in abbondanza anche a casa nostra e non per questo diciamo l’”Italia”. Ecco il rischio degli stereotipi è quello che mi terrorizza, che distrugge l’Europa e la porta alla guerra, questa sì più probabile se ci separiamo.
          L’Europa come istituzione ha una storia ed una ragione profonda, se qualcuno l’ha male interpretata non è ragione per dismetterla, semmai per dismettere l’interprete.
          “Contro volontà”? E perché mai. La gente vuole l’Europa, una Europa diversa da quella gestita senza leadearship.
          Dopo la guerra di secessione Alabama e Californi avrebbero avuto mille motivi all’europea per separarsi, non l’hanno fatto perché hanno visto un mutuo beneficio dal non farlo. Ecco ci sono mutui benefici incredibili dallo stare insieme, bisogna ridurre i costi dello stare insieme così che appaiano in tutta la loro forza. L’alternativa c’è e non passa per la disintegrazione di un progetto di pace mal gestito, passa per una migliore gestione dello stesso. Non scordiamoci che viviamo da tantissimi anni la pace e forse ci siamo scordati per cosa sono morti i nostri nonni. Non dobbiamo farlo. Cari saluti gp

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          • Grazie Professore,
            ha ragione sono stata approssimativa e generalizzare è sempre sbagliato. L’esempio serviva solo a dimostrare che il malcontento sta diffondendosi e degenerando.

            Ha ragione anche sull’Europa, io stessa ne ero felice e lo sarei ancora se non vedessi come è stata fatta. E’ il COME che non mi va, non l’idea di Europa.
            Se qualcuno l’ha male interpretata non è ragione per dismettere il progetto, ma mi sembra un’ottima ragione per dismettere chi l’ha male interpretato. Invece costoro sono sempre saldi al loro posto; è questo che mi rende così pessimista.

            Un progetto così grande e complesso non può nascere perfetto, era prevedibile che sarebbero stati necessari aggiustamenti in corso d’opera.
            Se vedessi flessibilità, volontà di correggere gli sbagli, di cooperare per il bene comune, sarei pienamente d’accordo con lei e per prima sarei pronta ad affrontare qualsiasi sacrificio.

            Ma constato che invece di “aggiustare” certi errori si ripetono e si aggravano (es Fiscal Compact), constato che la democrazia sta scomparendo, che i politici che abbiamo eletto non sono al servizio dei cittadini, ma servono solo da paravento e per raccontarci un sacco di menzogne amplificate dall’informazione mainstream.

            Come ho scritto, non sono contraria all’Europa, ma a questa reiterazione di errori, a queste menzogne, a questo euro e a un’Europa dove:
            “i paesi in sistematico avanzo non contribuiscono allo sviluppo dell’area euro ma paradossalmente si muovono al traino dei paesi più deboli. La Germania, in particolare, accumula consistenti avanzi commerciali verso l’estero, mentre la Grecia, il Portogallo, la Spagna tendono a indebitarsi”
            http://www.letteradeglieconomisti.it/

            Non credo che i nostri nonni siano morti per QUESTA Europa, nè per le banche, nè per l’euro. Spero soltanto che nessuno debba morire in futuro a causa di un progetto nato male (volutamente?) e sviluppato peggio. Per me gli unici beni che contano sono la pace e il diritto per tutti i cittadini, del nord e del sud, di avere una vita dignitosa.

            Se l’Eu non può garantire questo diritto, la pace potrebbe essere a rischio. Non mi importa se dopo la guerra impareremo a collaborare come l’Alabama e la California. Io non voglio nessuna guerra.

  2. Bene la prima proposta la conoscevo gia’ (non ricordo chi sia il primo proponente) ed in effetti sarebbe
    ideale per limitare i danni , reciprocamente

    l’ultimo capoverso mi lascia invece sconcertato in quanto sia lo sme che l’euro hanno provocato danni e non si capisce quale sia
    il vantaggio di unire aree e nazioni che esprimono econonomie
    tanto differenti in una moneta unica (o in una unione moneteria a cambi fissi ) se si vuole creare cooperazione e ottimizzare l’economia europea in modo che tutti siano favoriti e sia promossa e armonizzata la crescita sociale lo si’ puo’ fare
    anche fra stati nazionali senza istituzioni europee centralizzate
    che si sono rilevate ridondanti , e quelle rappresentative delle banche come la bce… be’ lasciamo stare vediamo come finira’ se
    finira’ prima di parlarne…quanto poi allo scambiarsi i debiti pubblici fra gli stati…vediamo come e quanto è stato utile nel momento del bisogno…

    Quanto alle riforme da fare tutti insieme e nello stesso modo
    non vedo come popoli con ethos e livelli di sviluppo sociale tanto
    diversi dovrebbero giovarsi delle stesse riforme …mi sembra evidente che la polonia non si possa permettere quello che puo’
    o potrebbe permettersi la germania… tra l’altro ricordo non polemicamente che i trattati europei sono stati bocciati in tutte
    le nazioni dove si sono svolti dei referendum …ovviamente nessuno ne ha tenuto conto… concordo che la storia avanzi per fratture e grandi balzi in avanti , si puo’ discutere se le risultanze
    delle ultime evoluzioni istituzionali e finanziarie dell’europa -e dell’eurozona- abbiano portato beneficio alle popolazioni europee e in quale misura ……..per quanto mi riguarda nel mio piccolo vedo dai dati una grave discesa della capacita’ di risparmio delle famiglie italiane ,una crescente incapacita’ da parte delle giovani generazioni ad affrontare i costi di un mutuo
    per acquisto casa o solo per affitto …un sostanziale impoverimento…e una diminuzione delle aspettative del tenore di vita delle nuove generazione rispetto alle precendenti…
    direi che in svizzera
    -negli ultimi anni di cui stiamo parlando-questo fenomeno non lo noto…
    Per non parlare del decadimento della politica in italia…deresponsabilizzata dal fatto che le direttive arrivavano(arrivano) sempre piu’ dall’europa , dagli slogan
    ridicolo del tipo dobbiamo fare come la germania…gli italiani non saranno mai come i germanici , e forse è per un certo verso
    è un bene ( per quanto ovviamente non si possa che apprezzare i risultati a cui sono arriviti dopo l’unificazione…) Penso che tutto sia sempre in evoluzione ma l’introduzione dell’euro a cosa ci ha portato? una bella guerra finaziaria…e come in tutte le guerre i piu’ deboli e gli indifesi vengono travolti…

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      • Giustissimo, purché valga sia in un senso che in un altro. Frequentando la Grecia, prima della crisi, si percepiva un tenore di vita altissimo, assolutamente ingiustificato dalla capacità produttiva della Grecia. Erano i soldi presi a prestito. Eppure è stato proprio un greco, Esopo, a raccontare la storia della ciclala e della formica

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        • E chi li ha prestati i soldi alle cicale greche? E soprattutto perché glieli hanno prestati?

          Se tu prestassi soldi a un nullatenente che non ti dà alcuna garanzia (avidamente allettato dagli alti interessi che ottieni in cambio) potresti poi lamentarti se non te li potrà restituire?
          Perché dovrebbero darti interessi alti se non ci fosse un margine di rischio alto? E tu lo hai accettato (sia l’interesse che il rischio) e allora, la responsabilità è solo del nullatenente o di entrambi?

          Comunque la formica mi è sempre stata antipatica e la favola ha una morale equivoca. Preferisco la versione di Rodari.

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          • Certo, può capitare che io presti soldi a un nullatenente allettato da un alto interesse per tenere conto del rischio.
            Il nullatenente può venire a chiedermi i soldi in prestito dicendomi che comprerà attrezzi agricoli e un pezzo di terra per fare l’orto e, vendendone i prodotti, restituire quanto preso in prestito. Essendo quello nullatenente non mi fido molto e, percependo quindi il rischio che non sia capace di produrre pomodori e malnzane, gli chiedo un tasso di interesse elevato. Se riesce a vendere sono contento, se non ci riesce pago il rischio che mi sono preso. Sono quindi in questo caso corresponsabile del rischio che mi sono preso.
            Ma se quello, dopo avermi raccontato la favola dell’orto, usa i soldi che gli ho prestato per andare a spassarsela alle Maldive, mi arrabbio e gli chiedo di ridarmi tutto, interessi compresi, perché la mancata restituzione non è causata dal fatto che sia andata male un’impresa ma dal fatto che mi ha imbrogliato, truffato.
            I tedeschi non mi stanno affatto simpatici, non mi possono stare simpatici dopo avere visitato tre volte Auschwitz, ma comprendo pienamente che si sentano truffati da altri paesi europei che dicono di volere mettere a posto i conti e poi continuano a spendere e spandere allegramente.
            Non penso che nessun tedeco abbia mai detto che bisogna licenziare metà degli impiegati pubblici italiani, ma molto probabilmente non accettano il fatto che lo stato italiano non gli faccia fare nulla di produttivo.
            Penso che si tranquillizzerebbero moltissimo, e lo spread scenderebbe, se il governo italiano spostasse un po’ di impiegati pubblici che attualmente mettono timbri su pratiche inutili, anzi spesso fonte di perdita di tempo per le aziende, a pulire e riparare le sporchissime e rovinatissime strade italiane. Non mi sembra che sia un’operazione di macelleria sociale

        • stessa cosa in Italia.

          Da 20+ anni che non vivo in Italia e non sono mai riuscito a spiagarmi come facciamo.

          In normali paesi nel mondo, civilizzati e non ladri, se guadagni 1000 il tuo livello di vita rispecchia esattamente 1000.

          In Italia, guadagni 1000 al mese e ne spendi 1000 al giorno. Ma siamo tutti furbi noi italiani, chiaro ! Siamo speciali noi – facciamo la magia: DISPOSABLE INCOME = 10 x GROSS INCOME. Nessuno mi ha mai e poi mai saputo spiegare questo. Ci hanno provato con le nonne (e quante nonne?) le zie ( e quante zie e tutte miliardarie?) e l’eredita’ (e quando muoiono son tutti ricchi ?).

          I conti non tornano. Triviale. Ma adesso la verita comincia a uscire…. ruba ruba ruba rubino ….. i soldi degli italiani, quelli, tanti, che pagano le tasse.

          Tasse che in Italia si pagano esclusivamente per alimentare gli imbrogli infinti della nazione perche’ certo non vedo riscontro di fronte a un simile debito pubblico, in termine di sicurezza interna, infrastrutture, difesa, opere pubbliche …. insommma potrebbere essere le cose piu’ ovvie ?

          Cioe, ragazzi svegliamoci. Il debito pubblico in America (che ha certo i suoi problemi) e’ reale: finanzia 2 guerre (purtroppo), progetti giagnteschi di difesa, aerospazio, giusto per nominare qualcosa. In Italia decenni di spesa e ? NADA DE NADA. Tutto rubato.

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          • Non posso che condividere. Basta vedere a Roma, l’unica grande capitale europea che non ha una metropolitana decente. E vabbè i cocci romani, ma almeno un paio di linee in più fuori dal centro storico ci potevano scappare.

      • ma e’ un confronto che non esiste ! L’europa non e’ gli Stati UNITI di America. Scherziamo ? E’ proprio per quello che l’Euro e’ un fallimento totale.

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  3. ah ! Roma … la mia citta’, che dolori

    Vincenzo, sono pienamente d’accordo con le tue osservazioni.

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    • “una Unione non è un club, come invece si è permesso di dire il Sig. Barroso. Che solo per questo dovrebbe rassegnare le dimissioni da Presidente della Commissione europea”.

      egregio prof. Piga
      lei ha assolutamente ragione, solo non capisco come fa ad avere fiducia in una unione comandata e rappresentata da persone spregevolissime come barroso, draghi, van rompuy…
      barroso per dimettersi, dovrebbe prima di tutto avere la consapevolezza della gravità della sua affermazione, cioè dovrebbe credere nell’europa come ci crediamo lei e io, professore.
      ma secondo me lui ha un’idea leggermente diversa dalla nostra. non è stata una gaffe.
      e se il presidente della commissione europea la pensa così, non c’è da stupirsi di quello che sta succedendo.
      c’è una ue ideale in cui credo come lei
      e c’è una ue reale che mi fa ribrezzo e che non tiene in nessun conto gli europei nè come cittadini nè come persone.
      perchè dovrei volerla?

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  4. Vincenzo,
    premesso che non so con quali motivazioni abbiano chiesto i prestiti e se i soldi sono stati spesi per motivi diversi da quelli dichiarati, ma quello che scrivi non cambia nulla, è solo moralismo.

    Se tu presti i soldi a qualcuno che non ha nessuna garanzia da offrirti, in cambio di un alto tasso accetti tutti i rischi, compreso quello che scappi in un’isoletta sperduta dei Tropici, che spenda tutto al casinò (con o senza accento) o che usi le banconote come carta igienica.

    La cosa ti potrà far arrabbiare, ma non cambia la sostanza: se lui avesse offerto garanzie, non gli sarebbe convenuto fuggire o sprecare i soldi e tu non avresti avuto il tuo alto tasso.

    Inoltre, ormai è chiaro anche agli sprovveduti come me, che non è stata la Germania a mantenere noi cicale, ma sono le cicale, grazie all’euro, ad aver permesso alla Germania di accumulare surplus.

    Ospite dalla Dandini, il professor Fitoussi, l’ha detto in modo semplicissimo: il nostro debito è il surplus della Germania; ti credo che se la passano così bene!!! (fino a quando potremo comprare i loro prodotti, almeno). Se vuoi sentire, è anche divertente:
    http://www.la7.it/theshowmustgooff/pvideo-stream?id=i529887

    Il professor Bagnai, ispirandosi al noto pensiero di Pippo direbbe: “è strano come una surplus visto dall’estero somigli a un debito”.

    Se tutti fossimo stati “virtuosi” (ma non leali, perché sono diventati più competitivi violando le norme europee) come la Germania, a chi avremmo potuto vendere i frutti della nostra fatica e dei nostri investimenti produttivi, alla Cina? ai marziani?

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