Il governo ha contribuito ad aggravare la congiuntura economica già difficile con i suoi provvedimenti, che però serviranno ad un risanamento e ad una crescita duratura. Si dice che con le nostre decisioni abbiamo contribuito ad aggravare la congiuntura. Certo – ammette Monti – solo uno stolto può pensare che sia possibile incidere in elementi strutturali che pesano da decenni senza provocare nel breve periodo un rallentamento dovuto al calo della domanda. Solo in questo modo si può avere la speranza di avere più in là un risanamento» per una crescita duratura.
Apprezzo molto la sincerità del nostro Presidente del Consiglio. Già riconoscere che la stretta fiscale alla domanda aggregata da parte del Governo incide, e fortemente, sul PIL, significa riconoscere che c’è qualcosa chiamata domanda aggregata che in questo momento gioca un ruolo, drammatico, sulla disoccupazione e sul reddito.
E importante anche è il lessico: la sua distinzione tra congiuntura e crescita, lanciata quest’estate dal Ministro Grilli, è ottima per capire che le 2 sono 2 cose diverse, che meritano soluzioni diverse.
Certo averlo riconosciuto prima forse avrebbe portato il Ministero dell’Economia a riconoscere che i suoi modelli per costruire le stime di andamento del PIL fanno un po’ acqua da tutte le parti e che prevedere un +1% di PIL solo qualche mese fa e chiudere l’anno forse addirittura al -3% è un errore di previsione quasi senza pari.
Certo se avessimo previsto correttamente l’andamento del ciclo economico avrebbe voluto dire un deficit pubblico “vero” così drammaticamente alto che forse la Commissione europea ci avrebbe chiesto ulteriori sacrifici assurdi: non tutte le disgrazie vengono quindi per nuocere e questi errori sono, paradossalmente, errori apprezzabili, e, se voluti, encomiabili.
Altri meno.
Quello che non mi torna proprio nelle parole del Presidente è l’implicita assunzione che non ci saremmo potuti garantire lo stesso un futuro “brillante” con un presente decisamente migliore. Presente migliore, cosa essenziale, che avrebbe avuto l’addizionale “qualità” di ridurre gli spread grazie al minore timore di uscita dall’euro che avrebbero avuto i mercati di fronte ad una economia che cresce di più.
Analizziamo bene le sue parole, come alla moviola. Io capisco che Monti creda che le riforme effettuate portino a crescita duratura. E’ legittimo. Io credo altrimenti. Credo che le riforme essenziali per il Paese (tutte rintracciabili nel nostro programma dei viaggiatori, http://www.iviaggiatorinmovimento.it) università, PMI, ritardati pagamenti, anti-corruzione vera, lavoro giovanile, cultura, semplificazione fisco, lotta nuova e concreta alle Mafie, non siano state minimamente effettuate e certamente quelle che lo sono state si sono arenate in Parlamento, non per colpa di Monti. Credo che la madre di tutte le riforme, la spending review, l’abbia fatta e gliene va reso merito, ma aspettiamo concretamente di vedere i risultati (che non possono certo materializzarsi in un secondo).
Ma supponiamo che abbia ragione e che queste riforme portino effettivamente a crescita duratura di lungo periodo ed a qualche difficoltà di breve. Perché avremmo dovuto aggiungere, a queste riforme economiche, anche il peso della minore domanda aggregata, ulteriormente recessiva? Perché non avere invece svolto politiche della domanda espansive (visto che Monti ammette che il Governo ha ridotto la domanda e con questo il PIL sta ammettendo che il Governo avrebbe potuto aumentare domanda e PIL) e evitato questa crisi addizionale?
Lo so, lo so. Monti direbbe, no Piga, lei non calcola come la maggiore spesa pubblica che lei vorrebbe fare ci farebbe saltare il debito sul PIL verso l’alto.
E io risponderei. Presidente, assolutamente no. Il PIL sarebbe cresciuto (lo dice lei stesso), e con esso le entrate fiscali. C’è di più. Quella maggiore spesa pubblica non avrebbe dovuto finanziarla in deficit, ma con il taglio agli sprechi (che spesa non è ma mero trasferimento di denaro dagli onesti ai corrotti). E anche se un po’ degli aumenti di tasse che lei ha passato li avesse, invece che trasformarli in riduzione di debito, dedicati a investimenti come Pompei e ai nostri ospedali e scuole non a norma, stia tranquillo, l’effetto sul PIL sarebbe stato maggiore che quello sul debito, ed il rapporto debito-PIL sarebbe sceso.
Lo dimostrano i suoi stessi dati: il debito-PIL con le sue manovre restrittive è salito, non sceso.
E sappia che un uccellino a Washington mi ha confessato stanotte che quanto scrivevo sul blog ieri sul lavoro del FMI - che cioè fare oggi più spesa pubblica e, appena si esce dalla crisi, la si diminuisce, fa bene all’economia ed al rapporto debito PIL - è vera: “l’asimmetria dei moltiplicatori farebbe sì che un programma di stimolo aiuti di più durante la recessione, mentre il programma di aggiustamento durante la ripresa crei meno problemi“.
Insomma Presidente, lei sta facendo pazientemente tante cose in Europa ed è ingiusto e da professorucoli dirle di fare di più e come ma, mi creda, la soluzione è una sola. Sì, quella di Spike Lee: “do the right thing“. Altrimenti, quella gente che soffre e fa sacrifici e fa tante cose in più ogni giorno, ma proprio tante, farà lei la cosa giusta.
E, come nel film, non sarà un bel vedere.
12/09/2012 @ 08:13
Monti ha detto solo ora che la recessione è voluta, in molti l’avevamo capito da un pezzo.
Non ha ancora detto che il fine è ridurre diritti, salari e stato sociale, nonchè mandare in sofferenza il nostro comparto industriale, in modo da “attirare i capitali stranieri”. Lo ammetterà solo quando non potrà più cercare di nasconderlo.
Quindi per quanto mi riguarda è solo una tecnica per depotenziare il dissenso e fa il paio con l’ammissione di un ministro (mi è sfuggito il nome stamane su Rainews) che la crisi dell’euro attuale era prevista e desiderata fin dalla sua introduzione, in quanto ci avrebbe spinto al più Europa.
La domanda retorica d’obbligo a questo punto è: ma se ci hanno mentito fino ad ora, e pure lo ammettono spudoratamente, perchè dovremmo fidarci delle loro “nuove” proposte?
12/09/2012 @ 11:11
“E, come nel film, non sarà un bel vedere”
La mia preoccupazione è che si stia facendo di tutto proprio per arrivare a “non sarà un bel vedere”, a uno stato di eccezione politico (dopo aver creato quello economico) che giustifichi l’adozione di misure meno democratiche.
Molta gente che non ha più speranza e che si trova senza direttive reagirà in maniera scomposta, disordinata e inefficace rovinandosi la vita per niente.