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L’Europa oggi è in Galles

Wales, dice Wikipedia, ovvero il Galles, in germanico era tutto quello che era straniero alla terra teutonica. E così i britannici, se ben capisco, finirono per orgogliosamente rivendicarne il nome.

E dunque mi stupisco poco quando leggo della proposta della parlamentare leader del Partito gallese indipendentista, Leanne Wood, certamente più giovane dei leader circolanti in Italia,  che richiede di adottare una politica di appalti publici riservati alle imprese locali per “rilanciare l’economia” gallese.

48000  posti di lavoro potrebbero essere creati, sostiene.

Bellissima la sua frase, che varrebbe per i nostri noiosi politici europei in grigio: “c’è così tanto di più che potremmo raggiungere con una politica degli appalti pubblici creativa e moderna”

E poi l’affermazione vincente: “cambiare la composizione della spesa pubblica potrebbe essere un volano potente per la crescita, in assenza di poteri sostanziali in mano al Governo gallese: siamo vincolati dai nostri poteri limitati, ma ciò significa semplicemente che dobbiamo avere più fantasia”. Con una forzatura retorica si sbilancia: “la Germania acquista il 98,9% dei suoi acquisti pubblici da aziende tedesche, e poi ci chiediamo come ha superato questa tempesta”. E la Francia fa quasi lo stesso al 98,5, il Regno Unito è al 97. “Eppure tanto valore dei nostri acquisti pubblici gallesi si perde all’esterno.” Si sbilancia non sui numeri, probabilmente veri, ma sul fatto che solo tramite ciò i tedeschi stanno vicendo la sfida competitiva; comunque non c’è dubbio che quanto a interesse nazionale i tedeschi non sono secondi a nessuno.

Rilancia: perché non mirare ad un 90% per la fine del decennio per il Galles tramite politiche mirate alle imprese locali?

Perfetta economista: “in un’era di obbligo di austerità gli economisti (quali, chiede Piga?) hanno cominciato a parlare di politiche fiscali non convenzionali: non tagliare le tasse o alzare la spesa, ma cambiare la composizione della spesa, visto che non  possiamo indebitarci maggiormente o tassare meno.”

In realtà al Galles verrà negata questa possibilità dall’ipocrita Commissione Europea che taccerà la proposta di protezionismo mentre i numeri da lei citati mostrano come nella sostanza ogni paese ovviamente già riserva i suoi appalti alle sue imprese.

Ma ecco per voi la soluzione magica per il Galles, proposta da Piga: lasciate perdere le imprese locali, basta che proteggete le PMI, riservandogli gli appalti a tutte le PMI europee.

Lo si può fare sul sotto soglia, la Direttiva europea è muta su tutto ciò. E far vincere solo le piccole in gare gallesi vuol dire far vincere solo imprese gallesi. Ve l’immaginate voi una PMI italiana che va a fare una gara in Galles?

Ecco, viva il Galles nazionale e indipendentista: che proteggendo la sua identità protegge l’Europa e la sua futura competitività, come da 60 anni fa l’altra grande unione monetaria a cui aspiriamo paragonarci: gli Stati Uniti di America.

Grazie a Marta

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