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L’azzurro europeo che scompare assieme al treno dei desideri

Mi accorgo di non avere più risorse, senza di te, e allora io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo da te, ma il treno dei desideri nei miei pensieri all’incontrario va.

Eh già, niente più risorse. Così muore un continente. Per mancanza di ossigeno.

Di che parlo? Sono a Manchester, bella Manchester dei grandi Bobby Charlton e George Best dello United. Sì lo so, Manchester della rivoluzione industriale. Siamo a cena, con il mio collega portoghese. Gli basta un bicchiere di vino per dirmi che il Portogallo è in ginocchio. Gli chiedo perché. E’ allora che mi dice del treno.

«Court detects illegalities in high-speed train», reports Jornal de Notícias, after the government announced the end of the controversial project of the construction of high-speed train lines in Portugal. The Audit Court rejected the budget for the high-speed rail service that would connect Lisbon to the village of Caia, on the border with Spain.

Notizia di oggi, mi dice. Il treno ad alta velocità, quello che doveva unire Portogallo a Spagna, basta, kaputt, finito. La Corte dei Conti portoghese ha trovato irregolarità nella gara ed il Governo, così mi dice, ne ha approfittato per chiudere tutto il progetto per risparmiare soldi.

Il treno che avrebbe portato da Lisbona, Portogallo a Caia, Spagna. Risparmiare soldi. Niente più risorse.

Il mio amico è triste. Certo che è triste. E’ portoghese, ha bevuto un bicchiere. No, è il treno.

Così all’incontrario va l’Europa, cancelliamo le strade con la gomma da cancellare sulle mappe. Cancelliamo i progetti di fratellanza che passano sulle rotaie. Cancelliamo i sogni dei poveri che vogliono viaggiare per vedere l’Europa. Pure i sogni. Cancelliamo. In fondo mancano le risorse, no?

Le train, l’automobile du pauvre. Il ne lui manque que de pouvoir aller partout. Jules Renard.

Il treno, l’automobile del povero. Non gli manca che di poter andare ovunque. Jules Renard.

7 comments

  1. teresa sinno

    23/03/2012 @ 08:19

    Quanto è triste tutto questo per i giovani, ma anche per quelli che come me hanno fatto una vita di lavoro e poi si trovano con il tempo finalmente ” proprio” e una pensione decurtata, i figli da sostenere e quei sogni infranti: niente viaggi, niente vacanze, niente cinema, niente libri…forse una volta gli anziani ( sessant’anni!!!!) avevano qualche agevolazione ma ora e chi si permette di parlare ….sei una che è stata garantita e ti è andata bene perchè non lavori fino a 67 anni!!!

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  2. Consolati, Gustavo. Tra l’utilità del TAV e il suo enorme costo, oltre allo sventramento del territorio, è impossibile andare in pari.

    Non dobbiamo pensare al TAV come al romantico treno che unisce popoli e terre lontane. Quel treno lì è già stato deliberatamente ucciso: conveniva troppo a “noi” e poco a “loro”.
    Quello era il treno keynesiano… il TAV è turboliberista. Ne facciamo a meno senza rimpianti!
    :-)

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    • oopps. Nessun riferimento alla TAV, qui in portogallo si parlava di mancanza di fondi e, se ho capito bene, nessuna protesta. Nessuna mia intenzione di parlare della TAV, di cui so pochissimo.

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  3. Un pezzo del fa(ntomatico)(migerato) corridoio che si chiude. Mi scusi prof, ma l’alta velocità non è esattamente il mezzo di trasporto per i poveri. Per muoversi in Europa oggi sono più competitive le compagnie aeree low cost. :)

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    • Grande! Concordo, grande veicolo di fratellanza le low-cost. Ma il treno passa per le piccole città, mantiene un suo monopolio di bellezza.

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      • Giacomo Gabbuti

        24/03/2012 @ 23:39

        Credo l’Economist di qualche mese fa sottolineava proprio come i treni ad alta velocità, non fermandosi se non in poche stazioni, drenano risorse dalle piccole città a vantaggio delle grandi, aumentando la concentrazione delle attività economiche.
        E avevo letto di come Trenitalia attribuirebbe il maggior costo dell’alta velocità in Italia, per una percentuale notevole, proprio dalla necessità di costruire cavalcavia, evitare centri abitati, espropriare terreni coltivati o utilizzati in vario modo.
        Purtroppo dei treni romantici, che fermano nelle stazioni, lasciano aprire i finestrini e sentire l’odore delle città, non sembra si curi più nessuno – basta vedere quelli urbani, i notturni che non esistono più, l’impossibilità di viaggiare con qualcosa che non sia un Frecciarossa!

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