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23 maggio 1992-23 maggio 2012. Per che i giovani “non cambino mai mestiere”

Ritengo che certe cose richiedono un certo tipo di impegno. Certe altre un impegno maggiore. Certe altre un impegno massimo.

E’ inutile affrontare certi problemi senza essere preparato a spendere tutte quelle energie che i problemi richiedono. Allora è meglio nemmeno metterci mano. Se sono stato, non dico costretto, ma se mi è stato richiesto di fare una determinata attività, non posso che attrezzarmi in quella determinata maniera.

Altrimenti è inutile, altrimenti è meglio che si cambi mestiere.

Giovanni Falcone, intervista TV a Marcelle Padovani.

 

3 comments

  1. Falcone è uno di quei motivi che mi fa andare fiero e orgoglioso di essere italiano.

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  2. mauro gosmin

    23/05/2012 @ 06:57

    Egregio Professor Piga colgo l’occasione di scrivere questa missiva nel giorno dell’anniversario (sono già passati vent’anni) della strage di Capaci.
    Vede dal fondo valle della mia cultura e posizione sociale ho notato che la nostra prima Repubblica viene inaugurata con la Strage della Portella della Ginestra 1 maggio 1947 e si chiude con quella di Capaci 23 maggio 1992. La strage di via D’Amelio 19 luglio 1992 la si può collocare come cerniera fra la prima e la seconda repubblica, ormai è accertato che Borsellino fu fatto saltare per aria insieme alla sua scorta perché si era posto di traverso alla trattativa fra pezzi dello Stato e la mafia.
    Nel mezzo delle stragi di Portella della ginestra ( non si è mai saputo chi fossero i mandanti mentre gli esecutori furono eliminati, bandito Giuliano e Gaspare Pisciotta ) e la strage che uccise il Giudice Falcone il nostro bel paese è stato attraversato da una serie di eventi luttuosi che poco si addicono ad un Paese a Democrazia matura. Ne ricordo alcuni.
    Enrico Mattei fondatore dell’Eni e fiero sostenitore dell’indipendenza energetica del ns paese fu fatto saltare insieme al suo aereo. Anno 1962
    Felice Ippolito precursore del nucleare Italiano e promotore dell’indipendenza energetica italiana viene arrestato e condannato a 11 anni di carcere 1963
    Strage della Banca Nazionale dell’agricoltura 12 dicembre 1969
    Strage di Piazza della loggia 28 maggio 1974
    Strage dell’Italicus 4 agosto 1974
    Uccisione di Pier Paolo Pasolini nella notte fra il 1 e il 2 novembre del 1975 dopo che il 14 novembre del 1974 aveva scritto la famosa lettera al Corriere della sera che iniziava così: Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe (e che in realtà è una serie di golpes istituitasi a sistema di protezione del potere).
    Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
    Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
    Uccisione di Aldo Moro 9 maggio 1978
    Strage della stazione di Bologna 2 agosto 1980
    Uccisione di Piersanti Mattarella 6 gennaio 1980
    Uccisione del Giudice Gaetano Costa 6 agosto 1980
    Uccisione di Pio la Torre 29 aprile 1982
    Uccisione del Generale Dalla Chiesa 3 settembre 1982
    Uccisione del Giudice Chinnici 29 luglio 1983
    Uccisione del Giudice Antonio Saetta 25 settembre 1988
    Uccisione di Rosario Livatino 21 settembre 1990
    Uccisione di Antonio Scopelliti 9 agosto 1991
    Dimenticavo il 24 giugno 1984 muore L’On Antonio Bisaglia a Santa Margherita Ligure, in circostanze non del tutto chiarite, ufficialmente cadendo in mare dal panfilo Rosalù, di proprietà della moglie Romilde Bollati di Saint Pierre (sposata l’anno prima), in seguito ad un’onda anomala mentre veleggiava nel golfo.
    Al momento della morte rivestiva la carica di presidente del gruppo democristiano al Senato della Repubblica.
    Il 17 agosto 1992 morì annegato, in circostanze misteriose nel lago di Centro Cadore, vicino a Domegge (BL), il fratello prete, don Mario Bisaglia mentre indagava della morte del fratello.
    Chiudo con le parole del Procuratore generale di Caltanissetta giudice Roberto Scarpinato a Rai news24, ieri sera, che piu’ o meno dicevano così: il sistema di potere in Italia si è sempre declinato in mafia, strategia stragista e corruzione. Mi soffermo su questa ultima parola “corruzione” che ci costa sessanta miliardi all’anno ( dati Corte dei Conti). Combattere la corruzione, sempre dal fondo valle della mia cultura, probabilmente vuol dire combattere quell’intreccio di sistema di potere che comanda, di fatto, il nostro paese dalla nascita della prima repubblica e come dicono molte carte processuali è un connubio fra mafia, pezzi della politica, pezzi delle istituzioni dello stato,e parte del sistema bancario e finanziario italiano.
    Forse per cambiare questo Paese e portarlo a standard dei paesi europei del nord si deve cambiare l’intera sua classe politica e dirigenziale.

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