Il mio nome me lo sono beccato a causa di mio bisnonno, svedese, Gustav Kollestrom.
Ho visitato la Svezia quando scrissi il libro sui derivati dei governi, lavorando presso l’Agenzia del Debito svedese, dove i derivati venivano usati eccome, in maniera pulita e trasparente per il benessere dei cittadini, non per farci trucchi contabili.
Mi piace, molto, quel Paese. Forse è da tutto ciò che mi sono fissato che lo Stato “alla svedese” si può fare anche da noi. Assolutamente. Vedevo quello che facevano nell’ufficio di gestione del debito, lo ammiravo, ma non lo trovavo troppo complicato né troppo difficile: ci voleva competenza, organizzazione, regole. Ma era fattibile. E’ fattibile.
Perché però vi parlo della Svezia è presto detto: è uscita la finanziaria del Governo svedese. Ed è una bellissima finanziaria. Tutta focalizzata sul futuro e sui giovani. Che annuncia per i prossimi 4 anni 4 manovre fiscali espansive (in deficit) di circa 0,6% di PIL ogni anno; come se l’Italia facesse aumento di spesa o riduzione di tasse per 10 miliardi di euro ogni anno per 4 anni.
Ovviamente sul sito del Ministero si trovano tutte le informazioni in inglese su ragioni e contenuto di questo piano di espansione pubblica all’interno dell’Europa, che ha l’addizionale novità di costituire una prima speranza che la stupida austerità europea cominci a vacillare.
Ecco cosa vi voglio dire di questa manovra:
1) L’impatto.
Il Governo stima un aumento del PIL di 0,4% nel 2013 e 17000 lavoratori in più nel 2014. E questo alla faccia di chi dice che quando un Governo, come è il caso per esempio di quello svedese, ha una spesa maggiore del 50% del PIL non si può aumentare la spesa pubblica ed aumentare il PIL. Il moltiplicatore esiste: la spesa pubblica è espansiva. Anche in Svezia. Si rassegnino coloro che credono altrimenti senza mai aver fornito uno straccio di prova.
2) La composizione.
Parte riduzione di tasse (l’aliquota sulle imprese scende dal 26% al 22%) finanziata dalla chiusura di varie esenzioni, ma di fatto tutto il programma è di aumento della spesa pubblica, 40% circa in infrastrutture (specie ferroviarie), 25% a supporto del lavoro, specie quello giovanile.
3) La motivazione
Non farà piacere a Monti: “la crisi del debito europeo andrà avanti a lungo, il nostro export ne soffre”, dobbiamo ravvivare la nostra domanda interna rafforzando al contempo la nostra competitività. Altro che 2013 anno di uscita dal tunnel, anche gli svedesi lo sanno che non sarà così e si mettono in sicurezza investendo col pubblico in un momento in cui i privati hanno il braccino del tennista. Bravi.
E bravi a insistere su ricerca e sviluppo ed università. Ma anche aumentando in maniera concreta, finanziandoli, l’apprendistato e le scuole tecniche per i giovani.
4) Il contesto
La Svezia dal 1995 al 2012 ha avuto un debito pubblico su PIL che si è costantemente ridotto, dal 70% di allora al 38% di oggi. E con questa manovra di spesa pubblica, che rafforza il PIL, scenderà ulteriormente, così stimano, al 27% nel 2016. Già perché se aumenta la spesa pubblica, aumentando il PIL, scende il rapporto debito-PIL, ribadiamo nuovamente.
Mi direte: ecco, noi non lo possiamo fare, perché abbiamo il debito più alto. In realtà lo dice anche il Ministro delle Finanze svedese, che il livello basso del rapporto debito PIL permette queste politiche in deficit.
La mia risposta a ciò è duplice: a) perché non facciamo fare queste politiche anche a quegli Stati euro che sono “virtuosi”? farebbe bene pure a noi perché aiuterebbe il nostro export verso quei paesi e b) e chi dice che noi non si possa fare la stessa cosa finanziando questi investimenti e questo supporto ai giovani non con il deficit ma con i soldi dei contribuenti che stiamo sperperando ripagandoci il debito, sopprimendo domanda e spesa, e vedendo il rapporto debito PIL aumentare?
Il debito-PIL in Svezia è crollato per lo stesso motivo che in Italia è salito: per merito (colpa, in Italia) del PIL, cresciuto dal 1995 10 volte sopra il 3% (in Italia 1 volta sola). E lo Stato è ben presente in Svezia: la spesa pubblica come vedete non c’entra nulla, non causa necessariamente aumenti del debito, anzi, con la sua qualità il PIL è cresciuto maggiormente.
Il Programma dei Viaggiatori è basato su questa semplice evidenza: si può fare, con più Stato competente e meno Stato corrotto e sprecone, senza alzare la tassazione. Si può fare cosa? Ridurre il debito su PIL? No, quella è solo la conseguenza della nostra proposta. Lo scopo è quello di creare prosperità (altro che fermare il declino), opportunità, protezione e valorizzazione dei talenti e dei deboli che vogliono emergere (comprese le PMI).
E cioè, sì, si può fare, di riuscire a vivere in un Paese migliore, molto migliore - una missione che la maggior parte di noi sa essere alla nostra portata - radicato nei valori della bellezza, della solidarietà e dell’ingegno.
22/09/2012 @ 09:17
Buon sabato Prof. !
Io ammiro il suo entusiasmo, Lei ce la sta mettendo tutta…e’innegabile, ….e soprattutto deve continuare cosi’!!! Ma mi scusi non le sembra un tantino azzardato prendere ad esempio lo stato della Svezia, sono appena 9 milioni di abitanti…noi siamo 60 circa…
60 milioni di persone, che non sanno che cosa sia il senso di Unita’ , tutte o quasi focalizzate su come curare il proprio ” orticello “, su come aggirare qualsiasi legge, specialmente quella che inserisca dei vincoli, con una mentalita’ ormai radicata nel fare tutto in modo approssimativo, una mancanza totale del senso civico….praticamente un paese di anarchici, gli svedesi non sono cosi’…ho avuto modo di conoscerli per lavoro, sono persone serie..che bello !!!! ( da noi dove stanno??? ), ormai si contano sulla punta delle dita…
Lei dice : ” ci voleva competenza, organizzazione e regole “…bene…l’italiano non conosce, e non vuole avere una regola!….competenza…e’ di pochi….organizzazione… forse ce la possiamo fare…Lo so , Lei parla dal punto di visto soprattutto economico e qui non sono in grado di entrare nel merito, su questo, mi affido alla sua professionalita’ e competenza….di una cosa pero’ sono convinta che bisogna prima cambiare la mentalita’ dell’italiano altrimenti la Svezia rimarra’ il ns sogno nel cassetto…!!!….Lei mi dira’ quindi che cosa propone ? Austerita’ nelle regole, nelle leggi, nel controllo sia della cosa pubblica che del privato ( lo so, Lei ha fatto delle proposte concrete su questo, ho anche letto un Suo articolo), ma sul serio non solo a parole come hanno fatto fino ad oggi, e nelle scuole reinseriamo seriamente la buon “vecchia” lezione di educazione civica svolta pero’ con entusiasmo e competenza, cercando di trasmettere ai giovani il senso dello Stato, insegnandogli che non e’ un entita’ astratta ma semplicemente l’ Unione di tutti noi e soprattutto spiegamogli il valore della ormai dimenticata solidarieta’…forse cosi’ riusciamo ad arrivare a ” vivere in un Paese Migliore ” … Buon weekend !!!
22/09/2012 @ 10:13
Se sono 9 milioni di persone, vuol dire che potremmo farlo a pezzetti, regione per regione, o no?
Io non penso di essere più umano e schifoso di uno svedese; che gli svedesi in Italia si comportino meglio di noi; che siamo inferiori geneticamente. Chi lo fa, involontariamente, è razzista.
Ci hanno convinto a crederlo, a giustificare con la “cultura” cose che sono mera (dis)organizzazione.
E la disorganizzazione favorisce i più forti e i più informati. Insomma, è un progetto politico vero e proprio e ci vogliono convincere sia ineluttabile.
“Chissà cosa si prova a liberare
la fiducia nelle proprie tentazioni
allontanare gli intrusi
dalle nostre emozioni…”
22/09/2012 @ 10:13
http://the-talks.com/interviews/stellan-skarsgard/
una segnalazione sull’orgoglio di essere svedesi
22/09/2012 @ 12:12
Ma siamo sicuri poi del passaggio “centrale” di questo articolo riguardo all’Italia?
“Mi direte: ecco, noi non lo possiamo fare, perché abbiamo il debito più alto. In realtà lo dice anche il Ministro delle Finanze svedese, che il livello basso del rapporto debito PIL permette queste politiche in deficit.” E se il ministro delle finanze svedese, nonostante l’apparente apertura, fosse nutrito anche lui di teorie economiche inerziali e inattendibili (riguardo alla nostra situazione)?
“We believe that our findings are important for the current debate on fiscal policy (see the Vox Debate started by Corsetti 2012). There might be many good (or bad) reasons for fiscal austerity, even during recessions. We do not want to enter that debate here. However, we do not find any evidence that high public debt hurts future growth in advanced economies. Therefore, given the state of our current knowledge, we believe that the debt-growth link should not be used as an argument in support of fiscal consolidation.
The fact that we do not find a negative effect of debt on growth does not mean that countries can sustain any level of debt. There is clearly a level of debt beyond which debt becomes unsustainable, and a debt-to-GDP ratio at which debt overhang, with all its distortionary effects, kicks in. What our results seem to indicate, however, is that the advanced economies in our sample are STILL BELOW the country-specific threshold at which debt starts having a negative effect on growth.
We believe that there is a subtle channel through which high levels of public debt can have a negative effect on growth. In the presence of multiple equilibria, a fully solvent government with a high level of debt may decide to put in place restrictive fiscal policies aimed at reducing the probability that a change in investors’ sentiments would push the country towards the bad equilibrium. These policies, in turn, may reduce growth (Perotti 2012), especially if implemented during a recession (such policies may even be self-defeating and increase the debt-to-GDP ratio, DeLong and Summers 2012, UNCTAD 2011).3 In this case, it would be true that debt reduces growth, but only because high debt leads to panic and contractionary policies.”
http://www.voxeu.org/article/high-public-debt-harmful-economic-growth-new-evidence
25/09/2012 @ 16:32
professoree che significa questa sua frase? ” chi dice che noi non si possa fare la stessa cosa finanziando questi investimenti e questo supporto ai giovani non con il deficit ma con i soldi dei contribuenti che stiamo sperperando ripagandoci il debito, sopprimendo domanda e spesa, e vedendo il rapporto debito PIL aumentare?”
Aumento della pressione fiscale o intervento più diretto della BCE sugli spread ben oltre i vincoli degli OMT? grazie
25/09/2012 @ 17:51
Grazie a lei, la scrivo talmente tante volte che ormai do per scontato e sbaglio. Si metta indietro col tempo di 1 anno: quante volte abbiamo aumentato la tassazione? e per quanto? spesso e per tanto. La pressione fiscale cresce, la percentuale di entrate sul PIL pure. Cosa pensa abbiamo fatto con quei soldi? Li abbiamo usati per ripagare il debito. Così facendo il debito su PIL è …. cresciuto. Cosa avremmo potuto fare? Usare quella tassazione per farci appalti. Senza maggiore deficit avremmo espanso PIL ed occupazione e ridotto il rapporto debito PIL. Nessun aumento della pressione fiscale dunque: un diverso uso della stessa. Più intelligente.
26/09/2012 @ 05:03
Caro Professore,
mi fa piacere che almeno c’è ancora chi fa indagini analitiche realistiche. Purtroppo – ahimè – qui da noi ormai si accetta l’empirismo intellettuale molto in voga tra i massimi esponenti politici i quali sparlottano di spread, crescita, risorse irrinunciabili ma più che spesso senza sapere di cosa parlano (in merito fu celebre l’intervista ai parlamentari fatta qualche mese fa dagli attori di “Striscia la notizia”!).
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A mio avviso l’occidente ha un solo male: la gente non si è ancora resa conto che la maggior parte delle fabbriche è stata spostata nei paesi emergenti (ex URSS, nell’arcipelago produttivo indocinese, nel Sud America, ecc.) Manca solo che impiantano fabbriche al polo nord ove pagherebbero i nativi con due lische di pesce al mese!
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In effetti, loro (quelli dei Paesi emergenti) sono non meno di 4,5 miliardi di lavoratori contro i non più di 250 milioni di lavoratori europei. Il costo del lavoro è non più di 1/5 di quello europeo. Ad esempio, un operaio Fiata serbo è felicissimo con i suoi 350 euro mensili, circa il sussidio che l’Italia paga agli immigrati irregolari…
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A questo punto mi chiedo come si potrà ricostruire l’Europa industriale se comunque – salvo cambiare radicalmente politica e non solo giocherellando con i più tradizionali principi di economia – esistono tali condizioni di mercato?
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Il mercato mondiale è praticamente chiuso alla produzione europea – salvo alcune “nicchie” insufficienti per tutti – mentre il mercato europeo è profittevole ed apertissimo alla produzione straniera, un vero dramma!
Saluti
Lorenzo
02/03/2013 @ 22:50
Cosa volete fare in un paese dove il primo pensiero del mattino e come posso fregare il prossimo e poi abdare a fare l’amerikano in giro per il mondo masticando 2 parole di britannico 4 di dialetto ed il resto in itagliannooooo. Appestati di mafia, politici venduti e corrotti, banche di lafroni, societa finanziarie di escrementi, clericopoli, calciopoli, mafiopoli, imprenditopoli, puttanopoli, castopoli e altre variopoli. Le tasse si pagano in parte dal Po in su mentre nella terra del nord sahara le tasse ” u che cazza sonn”. Ogni popolo ha il governo che si merita. Abbiamo sprecato tanta ricchezza da rimpinagerla per i decenni futuri quando la terra di Dante sara diventata la terra di mao, ghandi, stalin e degli zulu. Italioti popolo di sottosviluppati mentali dove vai se la bici non c’e l’hai ????? Al cesso …………….
Ci vogliono solo le purghe stalinane e tanti gulag. Gli italiani capiscono solo il mangan