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Costruendo un ponte tra generazioni

12 ottobre, Roma, grazie a Patricia Thomas

Da Giuseppe ricevo sul blog e credo meriti di essere più largamente condiviso.

Gentile Professore, gradirei molto se Lei proseguisse senza tregua il progetto d’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro occupandoli in tutti quei progetti, servizi e iniziative utili alla manutenzione, recupero e scoperta di tutte le infinite risorse ambientali, artistiche e culturali del patrimonio Italia. 

Ritengo che l’Italia non abbia bisogno di copiare da altre nazioni ma di coinvolgerle nel suggerire e partecipare con idee nuove che non appartengano al sistema dell’omologazione del capitalismo selvaggio.

La nazione Italia è un laboratorio immenso in cui ogni realtà è una scoperta che rompe la logica della “catena di montaggio” ed esalta la creatività del giovane e la sua voglia di esprimerla: valere, volere, volare.

I giovani non hanno bisogno di carità ma sentirsi parte attiva e propositiva di una comunità. Con una sola e concreta iniziativa si ottengono infiniti risultati proprio perché il giovane per sua natura è l’espressione del futuro:

1) si presidia il territorio da un sistema fatto di governanti padroni e connivenze 2) si valorizzano le risorse umane più vitali e meno strutturate della nazione 3) si allontanano le paure di crescere come scarti e schiavi di una società disumana 4) si creano le condizioni per la ricerca continua di opportunità di lavoro sempre nuove 5) si alleggerisce la famiglia dal peso della disoccupazione e della discordia 6) si valorizzano le ricchezze della nazione Italia, sia quelle visibili che quelle infinite nascoste 7) si da un messaggio esplosivo al mondo chiamandolo a collaborare e partecipare 8 ) si autofinanzia riprendendosi subito il primato nell’economia turistica, e alla grande 9) si rinforzano le fondamenta di una nazione su basi nuove e durature 10) ecc………………………………….

Solo se si raggiungessero subito questi obiettivi potremmo continuare con l’euro e ringraziare chi ha voluto che si realizzasse la “comunità europea” per averci dato l’opportunità di ricostruirci da soli. Diversamente, se dobbiamo essere consegnati all’euro e diventare succubi di un sistema che invece vuol renderci schiavi comprandoci con quattro soldi, gentile professore, all’età di 65 anni mi è rimasto poco per decidere, se attende la morte o andare incontro alla morte.

La carità è l’istituzione della schiavitù.

Grazie, Giuseppe

2 comments

  1. Bel post in linea con le parole del prof quando diceva “fantastico pensare ai giovani con scarsa preparazione” e “dare più porte aperte ai giovani meno fortunati rispetto a quelli con più mezzi” (parafraso a memoria).
    È lo spirito giusto, ora bisogna trovare il modo di renderlo fruibile politicamente. Forse sarà necessario un altro stile di comunicazione, occorrerà anche trovare delle alleanze politiche e non limitarsi a parlare principalmente delle PMI e dell’Università ma almeno qui si cerca di fare qualcosa di concreto senza limitarsi alle analisi astratte.
    Credo che anche una spinta da parte dei lettori del blog che sono d’accordo su questa necessità potrebbe contribuire a dare una direzione di marcia più politica al movimento.

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  2. Giorgio Zintu

    15/10/2012 @ 09:15

    Credo che il messaggio di Giuseppe raccolga molte delle istanze avanzate dai giovani tra i quali dovremmo considerare quelle compresi in fasce d’età precedentemente escluse.
    C’è però qualcosa che credo vada considerato in questa istanza e cioè se la crisi sistemica non debba far riflettere su valori, nuovi modelli comportamentali, organizzativi e sociali. Insomma non vedo come sia possibile convivere in una società che ha creato tale sconquasso o sopravvivere ad essa senza un’analisi critica. Diceva un grande: “La Terra possiede risorse sufficienti per provvedere ai bisogni di tutti, ma non all’avidità di alcuni”.

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