Da Patte Lourde riceviamo e volentieri pubblichiamo
Parlare di produttività della spesa pubblica significa anche parlare della produttività del sistema economico, quindi di crescita. Quando si parla di produttività di solito ci riferisce al settore privato, ovvero a circa metà dell’economia; per l’altra metà, il settore pubblico, si parla di sprechi o di malcostume, senza portare il tema sul vero punto: serve una nuova organizzazione del settore pubblico, delle sue strutture e del suo bilancio per migliorare la spesa pubblica!
Anche chi dibatte sul livello ottimale della spesa, dovrebbe essere interessato ad un confronto su come spendere, poco, ma in modo efficiente.
Sul tema di riorganizzare le strutture per spendere meglio non mi dispiacerebbe vedere un ministro della funzione pubblica che spendesse per reclutare un consulente (un società di consulenza) per avere un piano strategico e operativo per efficientare la struttura dell’amministrazione pubblica. Un consulente, perché occorre riconoscere che queste cose l’amministrazione non può (e forse non deve) farle da sola e, sopratutto, non è detto abbia al suo interno tutte le competenze necessarie. Ma poi, non fanno così le migliori imprese?
Sul tema del bilancio, la questione passa per una netta semplificazione normativa che consenta di avere due livelli di decisione: il Parlamento, che distribuisce le risorse tra impieghi alternativi e l’Amministrazione (con la A maiuscola) che impiega le risorse al meglio garantendo efficienza ed efficacia. Non quindi sulla base di articoli e commi, ma alla ricerca di come spendere bene le risorse assegnate, per le finalità previste dal Parlamento. Con uno slogan: meno burocratese e più iniziativa.
Serve poi modificare la funzione di controllo, oggi di legittimità ex ante e sanzionatoria ex post, ad una di efficacia ed efficienza per reindirizzare l’azione della Pubblica Amministrazione e perseguire una sana ed efficiente spesa pubblica. Analisi periodiche (Spending review) dovrebbero accompagnare i processi di spesa delle Amministrazioni.
Per un efficace controllo da parte del Parlamento e del cittadino dovremmo poi dire addio ai capitoli di bilancio. Ad ogni ministero deve essere assegnato un budget, diviso in:
A. Spese per stipendi (a sua volta diviso in retribuzione netta, oneri, straordinari e incentivi)
B. Erogazioni a favore dell’economia (diviso per finalità)
C. Spese per acquisto di beni e servizi
Ne vedremo delle belle!
06/11/2012 @ 22:54
………… magari abbandonando la contabilità di stato per cassa adottando la contabilità civilistica con un bel piano dei conti …………….
forse sapremmo anche quanto è il debito verso i fornitori ………
e ne vedreMMo delle belle (le maiuscole sono volute)
07/11/2012 @ 09:37
Ci sto, ma chi votiamo per questo? Serve una maggioranza in parlamento!
Per ora purtroppo facciamo insieme chiacchiere da blog, che servono si per far cambiare la testa alle persone e aumentare la consapevolezza, ma non basta. Certo se questo vuol dire che l’italiano medio invece che fare l’allenatore di calcio al bar inizia ad interessarsi di politica ed economia con informazioni che vengono dalla rete invece che dalla tv, è sempre un miglioramento.
Grazie per un anno di blog!