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Siamo in una grave recessione. Le ragioni (e i nomi) di un appello a Monti

L’Istat comunica che nel terzo trimestre del 2011 il prodotto interno lordo (PIL) è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. L’OCSE e la Commissione Europea, prima dell’annuncio della manovra Monti, prevedevano una crescita 2012 negativa per l’Italia dello 0,5%. Il Governatore della Banca d’Italia ha commentato che a tali stime va aggiunto l’impatto addizionale e negativo dell’attuale manovra.

“Fortunatamente”, anche se curiosamente, il Governo Monti non ha adeguato le stime tendenziali fatte da OCSE e Commissione Europea per tener conto dell’impatto della manovra. Se l’avesse fatto, valutando che non avrebbe raggiunto il pareggio di bilancio nel 2013 a causa delle minori entrate e maggiori uscite generate dalla recessione avrebbe dovuto ulteriormente aumentare la tassazione e ridurre le spese. Nel fare ciò avrebbe ulteriormente contribuito ad ampliare il calo della produzione e del reddito, allontanandosi sempre più dall’agognato equilibrio dei conti, come un Achille destinato a non raggiungere mai la tartaruga.

E non è esercizio teorico. Il quinto rapporto del Fondo Monetario Internazionale sulla situazione delle Grecia illustra drammaticamente questi effetti perversi dei consolidamenti fiscali in questa fase negativa del ciclo. Manovre draconiane, riconosce il Fondo, stanno rendendo più difficile l’equilibrio fiscale ellenico, mentre cresce sempre più il rapporto debito pubblico PIL, anziché calare. Le stesse riforme non decollano perché ogni riforma, è ben noto, ha bisogno di un ambiente volto alla crescita per essere portate avanti.

I mercati sanno molto bene tutto ciò e riconoscono che senza crescita perseguire la stabilità dei conti è illusorio. Gli spread italiani rimangono alti malgrado la manovra, o forse a causa della manovra. Premiano piuttosto piani di politica economica come quelli della Spagna, in cui il raggiungimento degli obiettivi di pareggio è più distante nel tempo, l’attenzione alla coesione sociale in un momento difficile è maggiore, la spesa per le fasce più deboli non è diminuita e l’esistenza di un piano operativo per gli sprechi e migliorare la domanda pubblica è chiaramente esplicitato.

L’Italia è dunque in recessione e deve convincere i mercati che saprà uscirne fuori generando quella stabilità che si alimenta solo se vi è crescita. Non a caso lo stesso Trattato dell’Unione Europea prevede che qualora determinato da una grave recessione economica, il superamento del valore di riferimento per il disavanzo pubblico, considerato eccezionale e temporaneo, è possibile.

Chiediamo dunque che il Governo italiano si attivi presso la Commissione Europea ed il Consiglio Europeo al fine di riconoscere all’Italia, a causa di una grave recessione  economica,  la possibilità di superare il valore di riferimento del rapporto disavanzo pubblico-PIL 2012 in via  eccezionale e temporanea, restando il rapporto vicino al valore di riferimento. Ciò allevierà la trappola perversa dell’austerità. Il non farlo è scelta politica.

Grazie a tutti coloro che finora hanno aderito all’appello al Presidente Monti di invocare la situazione di grave recessione ai sensi del Trattato dell’Unione Europea e relativi regolamenti per rinviare il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013. Sono:

ELEONORA ARIENZO, PIER FRANCESCO ASSO, ALBERTO  BAGNAI, GUSTAVO BARATTA, ORAZIO BASSANO, NEREO BENUSSI, LUIGI BERNARDI, GIAN MARIA BERNAREGGI, ALESSANDRO BERTI, MARTA BEZZINI, SALVATORE BIASCO, PIERO BINI, ROBERTO BISCARO, CHIARA BISOGNO, LETIZIA BORGOMEO, SIMONE BORRA, AURELIO BRUZZO, ANTONELLA BUCCI, STEFANO CAIAZZA, MICHELE CANALINI, RICCARDO CAPPELLIN, ALESSANDRO CAPRASECCA, CESARE CARASSITI, ENRICA CARBONE, MARIA ROSARIA CARILLO, RAFFAELE CARUSO, SABRINA CASSAR, MARIO CASSETTI, ANNALISA CASTELLI, MARCO CECCHINI, MARCO CIANFANELLI, ROCCO CICIRETTI, DANIELE CIRAVEGNA, RICCARDO COLANGELO, LILIA COSTABILE, BRUNO COSTI, DOMENICO DA EMPOLI, GIUSEPPE DE ARCANGELIS, SERGIO DE NARDIS, GIORGIO DALLE, FABRIZIO DE FILIPPIS, PASQUALE DE MURO, ROBERTA DE FILIPPIS, SERGIO DE STEFANIS, CARLO DEIDDA, INA DHIMA, GABRIELLA DI CAGNO, CLAUDIO DI LAZZARO ANTONIO DI MAJO, MATTEO DI PAOLO, ANDREA DI PASQUALE, AMBRA DI TOMMASO, NICOLA DIMITRI, GIOVANNI DOSI, MARTA FANA, SALVATORE FANA, NICOLA FAVIA, GIUSEPPE FIORE, DAMIANO FIORILLO, MASSIMO FLORIO, GUGLIELMO FORGES DAVANZATI, MAURIZIO FRANZINI, FABIO FRATERNALI, MICHELE FRATIANNI, GIANCARLO GANDOLFO, PATRIZIA GARDELLA, GIUSEPPE GAROFALO, ANDREA GHISELLINI, ADRIANO GIANNOLA, CARLO GIANNONE, MATTEO GIANOLA CARINI, ERGIO GINEBRI, IGNAZIO GIURDANELLA, PATRIZIO GRAZIOSI, ELENA INNOCENZI, STEFANO INTINI, STEFANIA JACONIS, BRUNO JOSSA, SIMONE LAMBERTINO, RICCARDO LEONI, GABRIELLA LIGGIERI, FRANCO LO SURDO, ERNESTO LONGOBARDI, ANTONIO LOPES, JACOPO LOREDAN, FRANCESCO LUCAT, PATRIZIA MACCARI, ANNA MAFFIOLETTI, ALFREDO MANZO, DARIO MARESCA, MARIA LUISA MARINELLI, VERONICA MAROTTA, LIVAN MARRANZINI, DOMENICO MARRAZZO, PATRIZIA MARTA, ROBERTA MARTA, SIMONE MARTINELLI, ANDREA MARTINO, RAINER MASERA, PIETRO MASINA, SIMONE MERAGLIA, MARIA MESSINA, MARIA AUGUSTA MICELI, MAURIZIO MISTRI, MARIA ROMANA MONGIELLO, GIOVANNI NEGRI, ANTONIO NICITA, FERDINANDO OFRIA, STEFANO OTTOCENTO, FABRIZIO PADUA, PAOLO PAESANI, FRANCESCO PALUMBO, SERGIO PARRINELLO, RICCARDO PATERNO’, ANTONIO PEDONE, GIUSEPPE PENNISI, MAURO PERGOLESI, STEFANO PERRI, PAOLO PESCUCCI, ELISABETTA PETRINI, PAOLO PETTENATI, HELGA PINNA, MATTIA PREZZI, PAOLO PIACENTINI, MASSIMILIANO PIACENZA, ALESSANDRO PIERGALLINI, GIOVANNI PIERSANTI, EMANUELE PIMPINI, ANTONELLA PISANO, GIOVANNI PITTALUGA, MARCO POLIDORI, PIERLUIGI PORTA,  FIORELLA POTENZA, MATTIA PREZZI, PAOLO PREZZI, ROBERTO RACE, FABIO RAVAGNANI, PIERCARLO RAVAZZI, ANGELO REATI, MARA RENZI, ANDREA RESTA, LUIGI RICCI, EVELINA RIZZO, LORENZO ROBOTTI, STEFANO ROCCHI, VIRGILIANA RONDINARA, ENZO ROSSI, VINCENZO RUSSO, LUCA SALVATICI, DOMENICO SARNO, DOMENICO SCALERA, GIOVANNI SCARANO, GIULIO SCARDINI, MARIO SEMINERIO, SERGIO SGARBI, ELIDE SORRENTI, FABIANO SPEDICATO, ARSENIO STABILE, FABIO MASSIMO STORER, VALTER TANZI, RENATA TARGETTI, NOEMI TEMPESTA, DANIELA TESSARO, TEODORO DARIO TOGATI, CHIARA TRANQUILLI, CORRADO TRUFFI, GIOVANNI VAGGI, ALBERTO ZANARDI, GIORGIO ZINTU, NICOLA ZOCCO, MARCO ZUCCONI.

5 comments

  1. ELIO SPALLETTA

    28/12/2011 @ 08:10

    Se la ricetta (o cura) fin’ora apportata all’Italia, non ha dato i suoi sperati frutti, ritengo, che se si tassa ancor di più, come dalla fase 1 dell’attuale governo, credo che non ci sarà ripresa, anche perchè si attinge SEMPRE, dalle fonti certe, invece di fare, come sarebbe plausibile, di fare dei controlli incrociati tra reddito (dichiarato) e tenore di vita specialmente di alcune categorie d’impresari, nonchè di liberi professionisti, facendo venire a galla, tutto quell’evasione sommersa, che è evidente a noi comuni mortali!! – è possibile che la Guardia di Finanza, ecc. non lo vedano (alcuni super evasori totali…, sono stati scoperti recentemente) grazie per il Vs. contributo a cercare di aiutare a Monti a rivedere tanti punti della sua fase 1

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    • L’evasione è l’altra battaglia che va fatta e che con la battaglia per una spesa pubblica migliore condivide due essenziali punti in comune: a) la disponibilità di dati e b) la disponibilità politica di utilizzarli per un fine di sviluppo ed equità.

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  4. massimiliano L.

    30/12/2011 @ 11:30

    il programma di politica economica fin qui proposto e messo in pratica non ha apportato sensibili vantaggia al paese. Aumentare il livello di pressione fiscale non contribuira’ alla ripresa , anzi. Senza considerare poi la scarsa equita’ ,dimostrata dal governo nel prelevamento fiscale, il quale non intende fare chiarezza , ancora una volta, sui redditi effettivamente maturati dalle diverse categorie economiche e sociali operanti nel sistema economico nazionale .Ne’ le stesse autorita’ di governo stanno prestando reale attenzione ai redditi, determinati e non dichiarati dalle persone giuridiche . Invece , solo cosi’ potrebbe venire alla luce del sole l’ammontare spropositato ,rappresentato dell’evasione fiscale . La Guradia di Finanza pur facendo qualcosa , molto altro non sta facendo , replicandosi in un comportamento poco incisivo che non aiuta , non aiuto’ e non aiutera’ la nostra economia a stare al livello di quelle ,attualmente, leader in europa.

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