Il nodo stazioni appaltanti per il PNRR

Con Gaetano Scognamiglio, ieri su Il Sole 24 Ore

*

La sesta rata del PNRR è una rata “di passaggio” caratterizzata da una combinazione di riforme e investimenti. Sul fronte delle riforme, si registrano progressi significativi, come quelli riguardanti la disabilità, l’autosufficienza degli anziani e il contrasto al lavoro sommerso. Anche il recente DL Coesione, approvato dal Consiglio dei ministri il 30 aprile, rientra tra gli obiettivi fissati per questa fase. Fanno parte di questa rata altre riforme importanti, in corso di realizzazione, come la riforma del processo civile, con l’entrata in vigore delle misure volte a ridurre l’arretrato, la riforma della pubblica amministrazione, con la definizione di azioni volte alla gestione strategica delle risorse umane nella PA e la riforma per la riduzione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni.

Dal punto di vista degli investimenti, molti obiettivi sono ancora di tipo procedurale: entrano in questa rata, ad esempio, le aggiudicazioni degli appalti per la costruzione dei collegamenti Orte-Falconara e Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia, le aggiudicazioni dei contratti per la centrale di compressione di Sulmona e per il gasdotto Sestino-Minerbio e la sottoscrizione degli accordi attuativi con ISMEA per l’istituzione del Fondo Rotativo dei Contratti di filiera in ambito agricolo.

Sono pochi ma assai  rilevanti i target non procedurali, in corso di realizzazione: la concessione di  circa 70.000 crediti d’imposta Transizione 4.0, il completamento delle procedure di assunzione o proroga dei contratti  per 10.000 unità tra dipendenti dell’Ufficio del processo e personale tecnico amministrativo dei  tribunali, la riduzione del numero di discariche abusive, la digitalizzazione della catena logistica, con almeno il 70 % delle autorità portuali che andranno dotate di sistemi standard interoperabili con le pubbliche amministrazioni.

In sostanza, la sesta rata fa vedere ancora pochi risultati tangibili in termini di progetti realizzati e conferma lo spostamento degli obiettivi avanti nel tempo. Per quanto riguarda l’avanzamento procedurale, attualmente il 28% di milestone e target di questa rata è stato già raggiunto, sebbene la scadenza sia fissata per giugno 2024.  Questi dati emergono dal monitoraggio condotto da Annalisa Giachi e Carolina Bustamante dell’OReP, basato su fonti ufficiali come Italia Domani, il Dossier della Camera sullo stato di avanzamento delle misure e l’ultima Relazione del Governo al Parlamento sul PNRR. Grazie alla revisione del PNRR del febbraio scorso, la maggior parte dei 39 obiettivi e target risulta a portata di mano e realisticamente perseguibile.

È interessante a questo punto una riflessione più ampia relativa allo storico della spesa. La spesa certificata a dicembre 2023 dal Governo, pari a 42,9 miliardi, corrisponde ad una performance mensile di 1,5 miliardi di euro. Se ipotizziamo un andamento constante di tali spese dal primo gennaio 2024 arriviamo ad una spesa complessiva di 100 miliardi di euro al 31 dicembre 2026, con un PNRR che vale nel suo complesso 194 miliardi di euro. Abbiamo dunque 94 miliardi di spesa a rischio.

E’ vero che i 42,9 miliardi di partenza (a dicembre 2023) sono probabilmente sottostimati per il mancato aggiornamento di Regis (aggiornamento effettuato dopo il DL 19/2024), è vero che vi sono stati fisiologici tempi di apprendimento per la messa a terra del Piano ed è anche vero che il PNRR è un programma di performance e non di spesa per cui è importante raggiungere gli obiettivi e non solo spendere. Tuttavia, i rischi di non riuscire ad arrivare al traguardo sono evidenti senza una accelerazione forte nei prossimi due anni. Anche se ad oggi i cronoprogrammi sono stati rispettati e l’Italia è l’unico Paese in Europa ad avere presentato la quinta rata, la maggior parte di  milestone e target deve essere ancora raggiunta.

I prossimi mesi saranno cruciali per verificare se le revisioni introdotte dal governo sono state efficaci per raggiungere gli obiettivi o hanno soltanto spostato in avanti le decisioni difficili. In questo contesto poniamo due domande che ci sembrano cruciali. Potremmo cominciare a valutare se non sia il caso di attivare poteri sostitutivi qualora gli enti pubblici competenti non concedano in tempi rapidi le necessarie autorizzazioni che bloccano la realizzazione dei progetti? Potremmo avviare un programma straordinario di riorganizzazione delle stazioni appaltanti qualificate per dotarle di personale tecnico competente e motivato a tempo indeterminato, finanziato nei primi anni dal taglio di alcune spese non indispensabili del Piano stesso e poi a seguire dal bilancio dello Stato? Sarebbe il giusto investimento in capitale umano per il Paese.

*

Il Ministro Fitto ha voluto così replicare al nostro articolo oggi sul Sole 24 Ore: “Il dato del 28% non corrisponde, in alcun modo, al reale avanzamento del conseguimento degli obiettivi della sesta rata”.

Il Sole ha anche ospitato questa nostra risposta: “I dati tengono conto delle modifiche apportate con il DL 19/2024 e si basano sulle fonti ufficiali disponibili”

Opera: “Return to sender”. Copyright opere Angela Maria Piga, all rights reserved.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *