Questo impressionante grafico è stato meritoriamente pubblicato nel testo della Audizione di ieri del Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio nell’ambito dell’attività conoscitiva sul DDL recante bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2017 e bilancio pluriennale 2017-2019.
http://www.upbilancio.it/audizione-sul-disegno-di-legge-di-bilancio-2017/
Mostra come si è evoluta nel tempo la posizione fiscale del Governo Renzi (in ordinata) in funzione dell’andamento del ciclo economico (in ascissa).
Nel primo grafico, la freccia arancione mostra come dal 2015 al 2017 la fase negativa dell’economia, pur rimanendo, si è andata a smorzare (“output gap” negativo ma sempre più piccolo in valore assoluto).
La freccia viola mostra il contendere con Juncker: Renzi chiede, nella manovra di bilancio appena proposta, di poter fare un deficit maggiore di quanto promesso con la Nota di Aggiornamento al DEF di poche settimane fa (“variazione del saldo primario strutturale” più grande) a parità di condizioni del ciclo economico.
Nel secondo grafico mettiamo in risalto un altro aspetto poco sottolineato dalla stampa in tutto questo dibattito: quello della follia europea e del velleitario tatticismo renziano. Nel cerchio verde vediamo come Renzi, che litiga per uno 0,1% di PIL di deficit in più (circa 2 miliardi di euro), si è comunque vincolato per il 2018 e 2019 ad una incredibile manovra di riduzione del deficit tramite un aumento enorme della tassazione. Con le parole dello stesso Presidente dell’Ufficio Parlamentare: “il quadro per il 2018 e 2019 risente del mantenimento della disposizione di aumento delle aliquote IVA nel 2018 e dalla previsione di un ulteriore aumento di 0,9 punti dell’aliquota base nel 2019. Nell’insieme, il gettito associato ammonta a 19,6 miliardi nel 2018 e 23,3 miliardi nel 2019, corrispondenti rispettivamente al 1,1 e all’1,3 per cento del PIL“. Altro che 0,1%! Immaginate esista qualche imprenditore in Italia che voglia oggi investire nella sua azienda in Italia di fronte al rischio che i suoi clienti, i consumatori, si becchino una tale botta di rialzo di IVA? Nessuno. Ecco forse spiegato perché comunque nel 2018 il Governo prevede che l’output gap permanga, con l’economia che si trascinerà in una fase di stanca stagnazione.
Nel grafico viene chiamata “restrizione fiscale prociclica“, un tecnicismo che possiamo così tradurre: “l’idiozia del Fiscal Compact”, che chiede alla politica di aumentare le tasse in una fase negativa dell’economia.
Quello che il grafico non ci dice, è cosa succederà l’anno prossimo quando il Governo presenterò il nuovo Documento di Bilancio (la vecchia Finanziaria, per capirci). Semplice: il Governo Renzi (stella in basso) non aumenterà le tasse nel 2018 (mica è pazzo Renzi in un anno di elezioni!) ma l’economia non migliorerà perché comunque le imprese nel dubbio non avranno investito di più. E per il 2019 cosa annuncerà l’anno prossimo? Oh, facile da prevedere (stella in alto): Renzi sicuramente prometterà di nuovo lacrime e sangue con una super manovra da 30 miliardi per raggiungere quel bilancio in pareggio che assomiglia sempre più a una chimera ma che continua a fare scorribande distruttrici in Europa. Vedremo dunque un triste grafico rosso come quello sotto, a rimpiazzare quello di sopra: segno evidente della fine di Renzi e forse dell’Europa. A meno che il Premier non decida, con coraggio da Bellerofonte, di uccidere la Chimera non firmando il malefico inserimento del Fiscal Compact nei Trattati Europei a gennaio 2018. Ma è facile essere eroi sotto elezioni, meno quando si tratta di salvare veramente l’Europa.
09/11/2016 @ 10:59
Caro Gustavo, questo articolo è altamente informativo, e ci mette in guardia che nel 2018, se non prima, puotrebbe succedere qualcosa stai cercando di scongiurare da anni. Pensa che colleghi di varie nazionalita’ non stanno piu’ applicando per posizioni di lavoro nelle istituzioni europee pensando che potrebbero dissolversi, e si oriantano verso altre istituzioni internazionali.
Segnalo che il link che hai messo in alto non è raggiungibile, se puoi correggi il link.
09/11/2016 @ 11:02
PS: mi fa piacere ricordare che il leader di cui si è in cerca per me è uno che la pensa come te
09/11/2016 @ 15:29
Glielo dicevo che nel 2017 ci sarà il redde rationem.
Vedrà che ci divertiamo che il bello deve ancora venire.
PS: Forza Mario…ops…Donald!
10/11/2016 @ 10:21
Egregio professore, non si può non essere d’accordo con lei, e con molti altri, incluso FMI, che un programma di austerità aprioristico non è la ricetta giusta per condurre il Paese fuori dal corrente quadro di quasi stagnazione economica.
Però, non si può negare che con l’attuale livello di debito pubblico e una incapacità dei settori produttivi di ritrovare slancio, un aumento dei tassi di interesse ci porterebbe a una situazione ancora più delicata.
Perché allora non si punta maggiormente l’attenzione su un drastico recupero di efficienza del settore pubblico, il quale, sicuramente non generalizzando, presenta comunque aree di spreco e di favoritismo.
Evidenziare con la UE i risultati di una ritrovata Spending Review ci metterebbe nella condizione di poter concordare con la stessa UE ‘matching funds’ fuori dal patto di stabilità, da impegnare in progetti di sviluppo economico.
10/11/2016 @ 16:28
Professore ha visto che strano?
Massimo Cacciari dice che l’unico antidoto contro i populismi delle destre cattive è il Movimento Cinque Stelle.
Uno pensava che i grillismo si sarebbe subito sgonfiato appena dopo il (provvisorio, per carità…) trionfo del 2013 e invece non solo stanno ancora lì ma un signore particolarmente elitario (vedi il suo “Il potere che frena” in cui sbarella a livelli da osteria) che ha sempre ferocemente criticato il movimento di Grillo arriva a dire che è l’unico antidoto (insomma, Cacciari è veramente fissato coi Katechon…li vede da tutte le parti…).
Non le viene da dire “Ahó, anvedi che robba…”?
Insomma come le ho detto ormai quattro anni fa, il movimento di Grillo parla di democrazia diretta e quello sarà l’esito del percorso che sta passando attraverso i populismi più o meno beceri, e “democrazia diretta” , è l’espressione che avevo usato, significa craccare i codici di accesso al potere tecnocratico delle oligarchie.
Questi codici di accesso sono in prima battuta linguistici e Grillo, o forse più probabilmente Casaleggio, lo ha capito perfettamente.
Immaginavo che un ambiente universitario avrebbe afferrato al volo il concetto invece manco per niente.
Ma la storia non aspetta voi.
Se la società civile avesse partecipato a questa evoluzione della politica e di tutta la società italiana (ma sta succedendo anche se in forme diverse in tutto il mondo) a quest’ora non avremmo quelle forme di destra volgare e nostalgica di fascismi, nazionalismi o protezionismi che proliferano ovunque in Europa, in America e in Russia.
Un professore francese abbastanza noto aveva scritto tempo fa sulle ragioni per cui la upper middle class è una classe sociale impotente e servile.
Più di un libro, ricordo in particolare i suoi concetti di “campo” e il suo “La distinzione”.
PS: questo craccare i codici linguistici professore, non è una cosa che mi sono inventato così.
Ero giovane negli anni settanta che erano anni di fine strutturalismo in cui quella filosofia si era trasformata in una sorta di decostruzione free style (era popolarissima, il libro più tipicamente strutturalista di Foucault – Les mots et les choses – ebbe un successo clamoroso), profondamente rivoluzionaria ma con il difetto di essere addirittura spettacolare dal punto di vista intellettuale il che portava tutti i vari philosophes ad avvalersene principalmente come mezzo per sedurre, pavoneggiarsi, fare sempre e ovunque uno spettacolino da mattatori assoluti.
Ma quella era davvero la strada filosofica in grado di mettere in discussione il potere, la sua stessa essenza (questo è il senso del primo saggio su Velazquez di quel libro di Foucault che ho citato), senza che il potere potesse porre rimedio a quella dirompente rivendicazione di indipendenza e autonomia intellettuale.
Negli anni sessanta e settanta ha prevalso l’aspetto giovanilistico e salottiero-chic del casseur filosofico fine a sé stesso.
Grillo e Casaleggio lo hanno trasformato in qualcosa di diverso, molto più spoglio ma efficace, in cui la discussione concettuale viene del tutto subordinata agli aspetti operativi includendo quei fattori che agli strutturalisti erano totalmente sfuggiti: l’affettivita del gruppo, il coinvolgimento personale del philosophe, la capacità di comprendere che quegli elementi strutturali che determinano il senso e il significato della struttura non operano sempre allo stesso modo in diversi contesti storici.
Vabbe’, forza che nel 2017 ci divertiamo.
PPS: la prego, scriva almeno una volta “Forza Donald!”. Le pare tanto peggio del suo adoratissimo Mario Monti? Orsù!
20/11/2016 @ 23:31
Professore, è ancora vivo?
Non è che l’emozione per Trump è stata troppo forte?
No perché il quattro dicembre, referendum e Austria, sarà peggio…
In fondo siete stati voi a far nascere quel mostro populista per non avere avuto il coraggio e la generosità di rivolgervi direttamente al popolo. Lo sapete bene, vero?
Meno male che da noi c’è il M5S che fra i populisti di tutto il mondo è il partito più moderato e tranquillo.
E tutto sommato anche come competenze stanno migliorando.
Forza e coraggio che tra un po’ andrete tutti in fila da Grillo a supplicarlo in ginocchio di salvarvi dai “new barbarians” – come li chiama il simpatico e gentile Steve Bannon (il quale come è noto è solo la mammoletta del gruppo se paragonato, per esempio, al futuro ministro della difesa James Mattis…).
Cacciari dopo anni di critiche durissime è stato il primo ad andare a Canossa per prenotarsi un posto nella scialuppa di Beppe.
“Dico invece che è un bene avere in Italia il Movimento 5Stelle che fino ad oggi è riuscito a rappresentare e contenere democraticamente il malcontento degli italiani impedendo una crescita esponenziale della destra come sta avvenendo invece nel resto d’Europa”
http://www.intelligonews.it/articoli/16-novembre-2016/51607/referendum-renzi-copia-trump-su-veto-ue-intervista-massimo-cacciari
Ma lui è filosofo e le cose le capisce prima degli economisti.
21/11/2016 @ 00:02
Sono anni che insiste che andrò da Grillo. Tranquillo, sto qui, non mi muovo, e loro non cercano (chissà perché , siamo troppo aristocratici). E non mi muovo perché Grillo non mi attrae. Comunque lei ha ragione, l’abbiamo creato noi, e questo è il bello della democrazia. Non condivido Cacciari: come se la destra fosse fascista. E che ruolo dà agli m5? “Contenere” degli sfigati che sfasciano le vetrine? Ma su, capisca bene chi sono i veri aristocratici e non flirti con loro.
E’ che ho tanto da fare all’università e ho poco interesse a mischiarmi come già le ho detto nella buffonata del referendum. Torneremo quando le questioni importanti arriveranno di nuovo, a breve. Con che esito? Non è importante.
23/11/2016 @ 00:04
Professore perché mi fraintende e mi sminuisce?
Lo fa apposta.
Intanto il referendum sarà importantissimo perché dopo la Brexit, dopo Trump, anche qui in Europa continentale la gente assaporerà il gusto di dire “no”.
Potrebbe iniziare una reazione a catena che, se Dio vorrà, porterà al crollo della UE.
Tanto è importante che lei ha molto timore di dire cosa vota.
Che lei vada da Grillo era una proposta per il suo movimento che ormai risale a tre anni fa (anche il suo movimento è in fase di “ormai”…).
Lei si è giocato tutte le sue carte politiche (intendo quelle in autonomia), se le è giocate malissimo e oggi può essere solo professore.
Che se ne fa adesso Grillo di lei?
Restano in sospeso le previsioni che sono una cosa sempre molto divertente.
Su Cacciari, lei è molto gentile e generoso a spiegarmi che è un elitario aristocratico però le assicuro che qualcosa, nei modestissimi limiti delle mie capacità intuitive, avevo subodorato.
Non conosco il vero potere, quello delle élite assolute.
Ma conosco benissimo il secondo gradino al di sotto di quelle élite, gente che ha modo di frequentarle quando viene chiamata a dare il proprio parere come consigliere (normalmente da quelli del primo gradino sotto ma a volte direttamente dal vero potere).
Queste persone (del secondo gradino) sono borghesia medio alta che avendo un contatto e un minimo di affiliazione con le classi dominanti si sforza in tutti i modi di assumerne sia i comportamenti che la weltanschauung.
Ho avuto modo di studiarle con attenzione quindi qualcosa di riflesso l’ho capita.
Sulle destre populiste tenga presente che sono le uniche a parlare direttamente al popolo.
Trump con il rapporto diretto con la gente ha vinto sconfiggendo tutti i media più importanti.
Forza che nel 2017 ci divertiamo
23/11/2016 @ 00:21
Marco, “solo un professore” vuol dire che proprio non ha capito NULLA di chi ha di fronte. Io ADORO fare il professore, e se c’è una cosa che ho capito e che la politica, così bella, può felicemente aspettare, stiamo costruendo cose importanti per i giovani ed in questo momento la politica è spreco di energie preziose.
Io paura di dirle cosa voto??? Ma proprio zero, carissimo Marco, andrò a votare scheda bianca, in omaggio all’irrilevanza del tutto, specie del tema costituzionale. Voterò contro Renzi o a suo favore quando dovrò, alle elezioni politiche.
Il gusto di dire NO??? Ma per chi ha preso la gente? per dei ragazzini di 16 anni? La gente vuole fatti, non grilli. Lei sogna a occhi aperti, come Bagnai, e non studia la storia, mi rincresce dirle. Ma si sa, la democrazia di Grillo è una cosa speciale e diversa! La saluto e scusi se continuo a sminuirla.
23/11/2016 @ 15:15
Ah ma allora…
Scusi ma veramente non si può.
1) “Solo professore” era una battuta provocatoria. Lei è e fa quello che le pare io non so nulla di lei, spero che sia più chiaro così. Certamente lei voleva fare politica e si è giocato male le sue carte. Lo sa anche lei perché ne ha scritto dicendo che non ne ha capito bene il perché (glielo spiego io più sotto).
2) E non ha memoria. La primissima cosa che le ho detto era che Bagnai è “politicamente inutilizzabile”, non so se si ricorda. Non mi associ a persone e idee che non approvo, grazie.
3) Lei non legge quello che scrivo. Fa benissimo.
Allora però si legga queste 16 pagine di Samuel Huntington che ho scoperto ieri. Dice esattamente quello che le (vi) ho detto al primo incontro a Tor Vergata sulle élite comsopolite e le élite locali (le élite locali sono la classe media che è stata per decenni complice delle oligarchie cosmopolite ma oggi è sotto attacco esattamente come prima era sotto attacco il lavoro).
http://wphna.org/wp-content/uploads/2013/12/04-03_The_National_Interest._Samuel_Huntington_Davos_Man.pdf
Lei non è minimamente interessato alle opinioni di chi ritiene appartenga a un campo diverso (campo in vari sensi). E’ per questo ostinato disinteresse che lei non ha successo in politica.
23/11/2016 @ 20:27
“Lei non è minimamente interessato alle opinioni di chi ritiene appartenga a un campo diverso (campo in vari sensi). E’ per questo ostinato disinteresse che lei non ha successo in politica.” : trasmetto a Donald.
23/11/2016 @ 15:24
Scusi ma visto che fraintende 9 volte su 10 vorrei precisare.
Guardi che ho scritto per scherzo che mi sminuisce.
Io le sto facendo notare che le previsioni proprio non le sa fare e quindi lei può rispondere come le pare.
Brutta la scheda bianca, sa? Brutta brutta.
23/11/2016 @ 22:45
Lol…scusi questa la cito…è fantastica…
“E’ per questo ostinato disinteresse che lei non ha successo in politica.” : trasmetto a Donald.”
A) lei non ha capito cosa intendevo
B) lei, come è ovvio, si è subito messo sullo stesso piano di Donald
C) la B non la capisce
Ma poi mette le faccine che non è da lei, mi accusa di andare dietro a Bagnai sapendo benissimo che non è vero, parla leggermente a vanvera di Cacciari anche lì dicendo che io lo seguirei (era il contrario naturalmente…), ha toppato un referendum, ha preso lo zero virgola alle elezioni, vota scheda bianca…
Non trova più argomenti e trovandosi un po’ groggy spara un pelino a casaccio.
IL DATO DI FATTO E’ UNO SOLO:
Il populismo vince perché voi (VOI) vi siete rifiutati di rivolgervi direttamente al popolo. Ovviamente adesso arrivano i peggiori e fanno rubamazzo.
Lei sa che glielo avevo detto fin dall’inizio, sa che sta succedendo ma invece di riconoscerlo diventa acidino.
Come mai sto fatto strano?
La faccino anch’io va
23/11/2016 @ 23:35
Come mai sto fatto strano? Ancora non l’ha capito? Ma a me piacciono le cause perse! Il carro dei vincitori (che non vincono mai a lungo), proprio non ce la faccio, è più forte di me, mi annoiano.