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Dove sta il leader della spending review? Ad Anzola dell’Emilia. Il resto? Non pervenuto.

In parte tratto dal mio articolo sul Panorama di questa settimana.

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L’ha detto anche Obama, l’Europa ha bisogno di crescita ora, non dopo le riforme. L’Italia non fa eccezione. Se lasciare andare l’austerità sin da subito è quello che ci chiedono i nostri pragmatici amici d’oltre Atlantico, e visto che loro ci sono riusciti e che proprio grazie a ciò ne sono usciti (dalla crisi), dovremmo ascoltarli.

Rimangono le remore perché in Italia non possiamo, così dice il mantra, “fare più spesa pubblica”. E chi dice di farne di più? Chiunque mastichi non dico di economia ma di bilancio familiare sa che c’è una bella differenza tra lo spendere bene e lo spendere male. E dunque se solamente riuscissimo a sostituire spesa cattiva, identificandola prima e disincentivandola poi, con spesa buona, il Paese sarebbe a cavallo. E magicamente quando si sarà dimostrato che si sa fermare lo spreco non si potrà più dire che non si può spendere perché “non si sa spendere”.

Precondizione per tutto ciò, appunto, conoscere e gestire. Ma, nel nostro Paese, ancor prima: legiferare. E così, invece di concentrarsi sulla obbligatorietà del ricevere il dato in tempo reale sugli appalti o sulla spinta alla professionalizzazione delle stazioni appaltanti (tutte cose che si fanno senza bisogno del Parlamento) siamo qui in dolce attesa da mesi che si materializzino i famosi decreti che spingano il tavolo dei c.d. “aggregatori” (le grandi stazioni appaltanti) a riunirsi e coordinarsi.

Qualcosa in realtà si muove: dopo mesi di silenzio il 20 gennaio scorso sono usciti in Gazzetta Ufficiale i primi decreti necessari affinché si determini chi siederà al tavolo. Adesso dovranno passare i soliti tempi di legge per chi vuole partecipare per fare domanda: oltre alle regioni infatti dovranno entrare altri grandi aggregatori, come città metropolitane ecc. e più sei grande più chance avrai di esserci.

Altrove, qualcosa si muove di più e meglio: ed è presso il comune di Anzola dell’Emilia, i cui acquisti sono visibili on line e scaricabili in formato tale che i ricercatori li possano utilizzare senza costi ulteriori. Mi dice il mio amico Lucio Picci che ne mastica di queste cose:

nel suo piccolo è tra i migliori Comuni in Italia per pubblicazione di dati aperti (grazie in parte a una solerte funzionaria che ci crede). Basta che guardi una riga a caso.

“Come vedi, c’è praticamente tutto: impresa, funzionario responsabile, ecc. Potrebbe poi esserci altro, in primis, maggiori informazioni su quel che è stato acquistato. Manca una descrizione del prodotto/servizio, secondo un’”ontologia” che si dovrebbe realizzare. Manca inoltre un’eventuale georeferenziazione. A quel punto, inter alia, si potrebbero applicare i metodi (alquanto imperfetti) per scoprire comportamenti collusivi da parte delle imprese. Ovviamente, conoscendo l’insieme dei contratti di ciascuna impresa, e non solo quelli di Anzola.”

Ovviamente. Ma questo Governo, esattamente come i precedenti, è per caso interessato, oltre a fare i tavoli degli aggregatori che metteranno in grande difficoltà le piccole imprese, a scoprire i cartelli e gli sprechi che spesso favoriscono le grandi imprese, tramite l’investimento massiccio nella raccolta, gestione e disponibilità dei dati? E’ disposto il nostro Governo a fare quanto fa il comune di Anzola? O il suo immobilismo totale in materia è da legare ad un totale disinteresse alla spending vera, decisiva per far ripartire il Paese?

Diteglielo voi ad Obama. Intanto le crisi rimane.

6 comments

  1. Allora complimenti a questo Comune virtuoso lo dico con un pizzico d’orgoglio poichè Anzola dell’ Emilia è nella mia regione a circa 7 km da casa mia. È una regione indubbiamente creativa e operosa. Nemmeno qui siamo esenti da scelleratezze, ma si vive bene bisogna ammetterlo.
    Volevo dirle invece che cercando dei sui blog arretrati per recuperare dei dati, mi sono imbattuta in un piccolo libricino “Diario di un convinto europeista” di G.Piga. Formato Ebook, perfetto per me!
    Beh, devo dire professore che questa piccola pubblicazione è un prezioso vedemecum per una ricorrente e veloce consultazione, per ripercorrere, ricordare e continuare a riflettere.
    Ritengo di non farle pubblicità perché è praticamente regalato. Peccato che su un eBook non potrò mai avere una sua dedica:-))))).
    Complimenti professore saluti.

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  2. Professor Pga, la BCE minaccia di tagliare i fondi alle banche greche, la Germania osa intimare a Tsipras di “rinunciare alle promesse elettorali”; la Troika sta imponendo a un paese sovrano di RINNEGARE LA DEMOCRAZIA; si sta mostrando a tutti i paesi dell’UE che l’unica scelta che hanno è sottomettersi a un organismo non eletto come appunto la Troika con le elezioni ridotte a kermesse folkoristica; i greci sono soli a combattere una battaglia che se vinta favorirà anche e soprattutto noi.
    I Viaggiatori in Movimento non riescono a scaldarsi o magari in via del tutto eccezionale a incazzarsi nemmeno di fronte a questa inaudita violenza su un popolo inerme?
    Ah già, scusi…è compito della politica…ci penseranno sicuramente loro…

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  3. Massimo GIANNINI

    08/02/2015 @ 12:55

    “scoprire comportamenti collusivi da parte delle imprese”, diciamo pure anche corruttivi…
    Rendere pubblici tutti i contratti(3 categorie servizi, forniture e lavori) e appalti in corso è un esercizio di trasparenza che nel sistema italiano potrebbe avere effetti dirompenti. Eppure basta poco.

    Per quanto riguarda il dettaglio sarebbe bene per una corretta programmazione avere anche la data di inizio del contratto e durata.

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  4. Cioè si chiamerebbe: `organizzarsi per riqualificare la spesa pubblica’. Eppure non mancano né gli strumenti, né un minimo di cultura digitale diffusa. Sembra più semplice spendere di più invece che spendere meglio. Tristissimo.

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