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PD ed Europa

Ieri all’Europa-Titanic di Fassina a cercare soluzioni nel PD (a cui non appartengo) per come andare avanti, almeno credo.

In attesa del DEF di aprile provo a riassumere le scelte che ci stanno davanti, ricordando che Saccomanni aveva promesso per il 2015 lo 0% (pareggio) di saldo di bilancio corretto per il ciclo e che la Commissione europea stabilisce che la finanziaria da lui elaborata col Governo Letta sforerà questo valore dello 0,9% di PIL (malgrado il miglior andamento della spesa per interessi). Un fallimento epocale, rafforzato dal fatto di un errore continuo di sovrastima dell’andamento del PIL che fu previsto al +1,7% da Saccomanni per quell’anno, ed oggi è previsto al +1,2% dalla Commissione.

*

Cosa potrà fare Padoan?

Primo. Accelerare il Titanic, andando a ripetere le promesse, stavolta con minore tempo a disposizione, di Saccomanni e portando il deficit strutturale 2015 da 0,9 a zero. Una manovra restrittiva di 15 miliardi, super recessiva, che è incompatibile con qualsiasi permanenza italiana nell’Unione europea dell’euro, punto e basta.

Secondo. Potrà confermare lo 0,9 previsto attualmente dalla Commissione, confermando le attuali politiche di tendenziale previste dal Governo Letta. Un lento Titanic, in cui il pilota automatico ci porta dritti dritti, più lentamente, allo stesso esito.

Terzo. Può confermare lo 0,9% ma modificare il mix di tasse e spese per raggiungerlo. E qui arriva la proposta Stiglitz-Viaggiatori che da sempre ci caratterizza. Esatto, il moltiplicatore del bilancio senza maggiore deficit, in pareggio, di maggiori spese o minori tasse non finanziate in deficit.

Ma come attivarlo? Tre opzioni anche qui.

Quella nuovamente suicida di Alesina-Giavazzi di minori spese che finanziano le minori tasse,  che anche un bambino sa essere recessive (e su questo ieri nel PD erano tutti d’accordo, forse qualcosa che differenzia la sinistra dalla destra in maniera chiara), specie in questa fase del ciclo economico.

Quella impossibile, à la Abe giapponese, finanziare maggiore spesa con maggiore tassazione. E’ tanto espansivo quanto politicamente suicida e difficile in Europa senza una banca centrale totalmente dedicata a sostenere questa iniziativa.

Quella possibile, di finanziare maggiore spesa (o minori tasse) con minori sprechi di spesa stessa nel settore degli appalti pubblici. Gli sprechi non sono domanda di beni, ma meri trasferimenti: tagliarli leva a qualcuno (il ricco imprenditore che ha corrotto) per darlo qualcun altro (la classe media che paga le tasse e riceve servizi pubblici in cambio della spesa) e dunque non taglia PIL. Anzi, genera nuove risorse per crearne via riduzione del carico fiscale o maggiore spesa pubblica produttiva.

E, anche qui, si aprono 3 scenari.

Opzione 3.1, la politica Padoan.

“5 miliardi dalla spending review del 2014″. Non ci sono 5 miliardi. Ce n’è zero. L’operazione Cottarelli, se partirà, potrà partire nel 2015, ormai a marzo 2014 è troppo tardi per generare risparmi da gare di appalti. Se Piercarlo Padoan troverà effettivamente questi 5 miliardi (troppo pochi comunque) proverranno da tagli lineari a casaccio per finanziare il taglio del cuneo. Padoan come Alesina e Giavazzi? Esatto, recessivo e Titanic.

Opzione 3.2; usare il taglio degli sprechi veri per finanziare il taglio del cuneo.

Detto che aspettiamo di vedere un segnale forte e credibile di appoggio a Cottarelli su questo, un Padoan schierato per riempire di risorse la squadra di Cottarelli che oggi lavora “gratuitamente” per lui, l’Antitrust senza budget, la Guardia di Finanza, l’Autorità Anti Corruzione senza presidente e con 12 dipendenti, la Consip che vede le sue risorse scemare ogni anno invece che aumentare, sappiamo perché questa politica fallirebbe: perché il ridurre il cuneo non stimolerà a sufficienza l’economia italiana, che si riavvierebbe solo con uno slancio di domanda alle imprese. E l’unica che può arrivare in questo momento di enorme pessimismo è quella pubblica, via appalti.

Appunto l’opzione 3.3: trovare dagli sprechi le fonti di sostegno al rilancio della domanda pubblica. Senza una goccia di deficit in più. Con tanto PIL in più. Meno spese cattive, più spese buone. Via enorme riorganizzazione, fattibile, della macchina degli appalti che rappresenta il 15% del PIL italiano circa. La nostra proposta per far rinascere il Paese.

Registro, e chiudo, su questa nostra proposta due fonti di scetticismo che mi derivano dal sedermi alla utile riunione del PD.

1) Lo scetticismo derivante dalla platea PD. Quando ho annunciato la mia proposta del taglio agli sprechi c’era una persona in prima fila che occupava parte del mio angolo visivo (no, non era Alberto Bagnai, a lui arrivo dopo)  che si è agitata terribilmente sulla sedia. So chi era. E’ l’esponente PD tipico che non crede che la lotta agli sprechi sia “qualcosa che serva a qualcosa”. Mentre io concordo con lui sugli sprechetti provinciali che danno cibo a Rizzo e Stella per denigrare quotidianamente dalle pagine del Corriere la bellezza del pubblico nell’economia, rimango basito dalla resistenza PD a un tema di questa portata per quanto riguarda gli appalti. Abbiamo tutti i dati scientifici che confermano che proprio lì dove c’è la soluzione dei nostri guai (gli investimenti pubblici) albergano anche i nostri guai (corruzione ed incompetenza delle stazioni appaltanti). Rinnegare ciò temendo che significhi la “fine del pubblico nell’economia” è miope sotto mille punti di vista. Primo perché fa sospettare che il PD sia felice di questi sprechi tanto quanto gli altri partiti. Secondo, perché si consegna ai tagli lineari da 5 miliardi di Padoan. Terzo perché, con un vero harakiri, non attaccando il cancro che uccide il ruolo dello Stato, conferma lo stereotipo europeo sulla “cattiveria” dell’intervento pubblico in Italia e ci porta a ricevere ricette sulla sua riduzione da Bruxelles.

2) Lo scetticismo di Alberto Bagnai sull’impatto negativo della nostra proposta sui conti esteri italiani. Scateneremmo con la nostra proposta, è il punto che mi ha sollevato prima ancora che parlassi ieri (conoscendo Alberto bene le nostre idee), uno tsunami di indebitamento internazionale del nostro Paese. Rimango sempre basito da questa obiezione. Premettendo che la nostra proposta genera occupazione subito (e quindi arresta l’emorragia che minaccia l’euro e l’Europa, ma qui capisco che Alberto sia monocorde e interessandogli la fine dell’euro per salvare l’Italia non gli interessa di sapere come si può salvare nell’euro l’Italia) via appalti che finiscono in mano ad aziende principalmente italiane che riusciranno a sopravvivere e dunque domani anche a esportare (le nostre PMI si spera), il punto è un altro. Il nostro saldo corrente non è certo drammatico ora, e se salvare il Paese significa aumentarne un po’ il deficit oggi (la ripresa riavviando i consumi porterà anche maggiori importazioni, per fortuna), questo sarà eliminato domani quando, in espansione finalmente, faremo quello che avremmo dovuto fare all’inizio del secolo, e cioè la giusta austerità per mettere da parte le risorse per tempi bui.

Fassina va nella nostra direzione alla fine quando propone di restare allo 0,9% di deficit strutturale per il 2015 e, anzi, ci aggiunge 0,5% di spese in più, 8 miliardi. Che magari aiutano a finanziare le proposte di qualche centinaia di milioni di edilizia scolastica proposti oggi sul Corriere dal Ministro Giannini.

Ma l’edilizia scolastica ha bisogno di miliardi non di milioni. E il Paese ha bisogna di decine di miliardi, non di 8: a cominciare da Pompei, dagli stipendi agli insegnanti, ai poliziotti per lottare contro la criminalità in maniera seria, alla ricerca, al territorio.

I numeri contano, per ridare ottimismo al Paese, e conta la credibilità di lungo periodo di quei numeri.

Non dire che si troveranno da una lotta senza quartiere agli sprechi negli appalti ammonta al peggio a  fare o come Saccomanni, cioè a vendere sogni, o come sta apparentemente promettendo Padoan, con tagli a casaccio nella Pubblica Amministrazione che distruggono ricchezza, progettazione, formazione, cultura, ricostruzione.

Non dire che si troveranno da interventi di dimensione notevole ammonta a non influenzare le aspettative e le speranze delle persone, lasciandoci nella palude dell’incertezza, della morte di chi resta e della emigrazione senza ritorno di chi parte.

Non sostenere una iniziativa popolare contro la stupida austerità eccessiva, maggiore addirittura di quella richiesta dall’Europa, che ha sottoscritto sinora il PD nei governi Monti e Letta, ammonta a far finta di voler combattere l’Europa ma invece assoggettarsi al suo diktat senza contribuire a modificarlo.

Ecco perché il PD fallirà se continuerà nel suo lento adeguarsi di malavoglia ad una Europa addormentata: perché contribuirà alla fine di un progetto che si alimenta solo di alti progetti ed ideali concreti, che facciamo, con molta onestà, una gran fatica a vedere.

48 comments

  1. Interessante post, Professore, ma quello che non riesco a capire e come mai lei e Bagnai, pur avendo posizioni molto simili sulle cause della crisi (l’austerità imposta dall’Europa e conseguenziale all’euro), arrivate a conclusioni diverse.
    Mi piacerebbe capire meglio questo passaggio: ho letto il libro di Bagnai dove lui spiega le sue conclusioni e mi piacerebbe approfondire le sue.

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    • Ulla! Un mistero profondo? Le mie conclusioni le trova sul blog. Ho ascoltato Bagnai l’altra sera da Fassina (nella registrazione) ed ho trovato il suo intervento debolissimo. Ma il suo libro è forte e così il suo pensiero. Le sue critiche alle mie proposte (oddio che succede al deficit di parte corrente se l’Italia fa espansione) sono a mio avviso innocue. Posso azzardare una risposta? Io credo che Alberto creda che l’uscita dall’euro sia un atto di forza che cambierà il modo di condurre la politica economica in Italia. Io credo che l’uscita dall’euro sarebbe un atto imposto dall’inevitabilità della crisi (come nel 1992) e che dunque, come nel 1992, non ci porterebbe a meno ma a più austerità per farci perdonare la nostra marachellona. Ci sono tante altre cose, ma spero che questo l’aiuti un minimo.

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      • Massimo GIANNINI

        09/03/2014 @ 09:51

        Ma che il libro di Bagnai sia forte e cosi’ anche il pensiero ho qualche dubbio. Come dice lei é il monocorde da anni…prima o poi forse l’Euro al tramonto ci arriva ma non per quello e per come l’ha detto lui. Riconduce tutto a un problema del cambio e partite correnti senza indicare scenari (costi-benefici) di un’uscita dall’Euro. Come dice lei é un back to the future anni’90.

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        • Dipende dall’obiettivo che lei ha. Se l’obiettivo era entrare in Europa forse era giusto allora fare austerità. Ma oggi obiettivo è far crescere l’economia. Quindi tutto sta a capire chi ha il pallino in mano dopo l’eventuale uscita dall’euro: i pro austerità o i contro austerità? Io scommetto i pro austerità. Se fossero i contro austerità allora il problema lo risolviamo senza uscire dall’euro. Quindi la questione non è l’euro, non è l’economia, ma la politica e la vittoria delle forze (non anti europee) per la crescita.

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          • Massimo GIANNINI

            09/03/2014 @ 12:14

            Infatti chi perora la causa dell’uscita dall’Euro omette di dire che dopo il pallino é ancora più in mano alle forze esterne e di mercato (finanza soprattutto). Ad esempio non dice chi beneficia di quest’uscita e cosa succederebbe all’economia italiana che già e in fase di deindustrializzazione e svendita all’estero.

          • perfetto grazie molte ha chiarito molto semplicemente la sua posizione (meritevole)
            comunque sottolineo che nel ’92 quello che avrebbe desiderato non sarebbe stato comunque possibile perchè (e lo ricorda soros sopra) ^i mercati ^ e la ^speculazione^
            avrebbe travolto qualunque difesa dei cambi fissi dello sme . Ora in una situzione per certi versi del tutto simile quello che auspicava si sta’ verificando …e pero’ l’austerita’ in recessione non funziona come dice anche lei…quindi non è che i cambi fissi creano piu’ problemi di quanti ne risolvono? non è che per la l’italia
            sarebbe meglio seguire l’esempio della sud corea (di cui ha riportato anche lei nel blog il successo delle sue politiche economiche ) stato in cui la classe media migliora la sua condizione socioeconomica , contrariamente all’italia…

            Ritornando al ’92 ho approndito un ^poco^ quando successe e ricordo che l’italia (e la sua banca centrale)
            fu sostanzialmente lasciata sola nella difesa del cambio
            e che la decisione di sganciarsi dallo sme fu presa indirettamente dalla buba tedesca , che informalmente avviso’ che avrebbe abbandonato il cambio con la lira…mentre difese il cambio con il cambio con il francofrancese…

            Soros intervenne a colpo sicuro praticamente perchè ebbe (e sarebbe curioso sapere ‘come’ , detto ironicamente) l’informazione certa…
            Certo diversamente dal ’92 oggi la germania lo difedende ‘ il cambio’ …bisognerebbe vedere cui prodest …e soprattutto se ORA , diversamene dal ’92
            la germania difende il cambio non le sovviene che lo faccia solo ed esclusivamente nel suo interesse?
            che non difenda il cambio solo ed esclusivamente perchè puo’ controllare la politica economica italiana?
            e che quindi il deficit di Ca che secondo lei sarebbe salvifico (o fattibile) per l’italia non si faccia solo perchè la germania non vuole , non lo permette?
            (diversamente dalla spagna a cui è concesso un defict del 7% o della francia o del portogallo etc..)

      • debolissimo nel senso che , secondo lei -se ho capito e ricordo bene- il tasso di cambio reale è del tutto ininfluente ?

        come la politica monetaria della banca centrale ‘settata’ di default sui parametri ideali per l’economia tedesca
        con il particolare trascurabile che le economie periferiche piu’
        ‘deboli’ hanno inflazione strutturalmente superiore (e welfare e ethos completamente differente)

        ho capito bene?

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        • No debolissimo nel senso che si è messo parlare di se stesso e della sua vita nel PCI ecc. E, ma su questo è strutturalmente debole, che la nostra proposta di anti austerità è condannata alla morte dal disavanzo di parte corrente che si creerebbe a seguito di esso in Italia.

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          • concordo con la prima parte nel senso che alberto (che è persona eccezionale e da cui imparo e che mi ha permesso di capire,con sgomento, certe dinamiche…che avevo solo intuito ) ha una concezione ideale e sentimentale della ‘sinistra’ , quasi fosse una religione laica (poi magari negli anni ’70 il pci era una cosa fantastica non saprei…certo napolitano e spaventa nel’78 erano brillanti) questa sua ^fissazione^ non l’ha ostacoltato dal dialogare con chiunque…tanto che ora è seguito ed è riferimento piu’ per ambienti politico culturali di destra che di sinistra…(qualsiasi cosa significhi destra in italia nel 2014…ma l’ha sentito galli che ha parlato prima di lei? ne vogliamo parlare?)
            quanto alla critica al disavanzo partita corrente via aumento domanda interna , mi sembra decisamente centrata! esso sarebbe possibile appunto con un cambio flessibile e con una moneta nazionale ….
            oppure la germania potrebbe concerlo dopo un lungo
            e pesante riallineamento dei clup via ‘moderazione’ salariale…peccato che ci siano svariati miliardi di crediti targetII su cui la germania avrebbe una certa urgenza^^…e che questi inchiodino l’italia a surplus delle partite correnti…
            (ci sarebbero anche altre cose da aggiungere , magari later…)

          • Professore, ho cominciato a dubitare della opportunità per l’Italia di stare nell’Euro, leggendo un blog MMT ed interessandomi alla questione meridionale.
            Poi in Italia ho seguito molto Bagnai, ma anche lei, Brancaccio, Cesaratto, Krugman, Stiglitz e vari altri.
            Ciò che mi ha più influenzato è stata la MMT.
            Ora pensando ai saldi settoriali, io non mi spiego come un aumento di spesa fatto tagliando altre spese possa essere espansivo per il settore privato. Se taglio una spesa e ne espando un’altra, cambio solo i beneficiari della mia spesa; sarò espansivo per alcuni e recessivo per altri, ma nel complesso non cambierà niente.
            Badi che non ritengo sbagliato tagliare il foraggiamento di questa classe politica ed “imprenditoriale” famelica e parassitaria.
            Solo non vedo da dove possa venire l’espansione per il settore privato, con la politica fiscale da lei proposta.
            Passando a valutare gli effetti sul settore estero, trovo sensatissima l’opinione di Bagnai, quando dice che il miglior meccanismo di controllo di squilibri del saldo delle partite correnti è quello del cambio.
            In un regime di cambi fissi, l’unico meccanismo di controllo è la fiscalità.
            Chi propone questo però dovrebbe avere l’onestà intellettuale di spiegare al popolo che cosa significa austerità.
            Bisogna avere la onestà intellettuale di spiegare che austerità è: deflazione salariale, deflazione pensionistica, tagli al welfare, eccetera. Allora, rimanendo in questo paradigma, ha ragione Padoan quando dice che più male, ci farà più bene.
            A questo punto però vorrei ricordare Irving Fisher e la sua teoria della deflazione da debito. Lui nel 1933 diceva che la deflazione porta al fallimento.
            Aggiungerei che la MMT dice che per controllare l’inflazione, non bisogna aumentare i tassi ma le tasse. L’attuale esperimento macroeconomico dell’eurozona, è dimostrazione lampante che con tassi a zero e austerità fiscale, cioè più tasse per tutti, abbiamo raggiunto il nostro scopo: la deflazione, con fallimenti incorporati.
            Dall’inizio di questa crisi abbiamo perso il 25% di produzione industriale e secondo qualche stima il 20% della capacità produttiva.
            Abbiamo fatto passare in positivo la bilancia commerciale, via restrizione fiscale. Bisogna allora dire che la manovra , il dolore, è stato efficace (Padoan docet).
            Per essere onesti però, bisogna dire ai disoccupati, a quelli che sono falliti che per avere la bilancia commerciale in attivo, loro dovevano fallire o restare disoccupati.
            Loro muoiono, ma la bilancia è positiva. Si è ottenuto quello che si voleva. Solo che a loro, questo non è stato detto prima e neanche adesso c’è nessuno che ha il coraggio di dire che quello che è successo era voluto.
            Sono esterrefatto per il modo in cui si parla della attuale situazione sui mass media.
            Mi arrabbio quando sento politici e maître a penser, che dicono che per risolvere ci vuole la crescita. Ma se queste sono le ricette la crescita de che?
            Nicobra

          • Ci sono spese e trasferimenti. Non sono la stessa cosa. I primi generano PIL ed occupazione in situazione di crisi, i secondi no: tolgono a qualcuno e ridanno a qualcun altro. Gli sprechi sono trasferimenti non sono spesa. Un’ambulanza comparata a 400 invece che a 200 genera la stessa produzione: la prima levando 200 ai contribuenti e dandoli agli imprenditori che hanno corrotto o colluso.

          • 11/03/2014 @ 09:32
            Mi sembra ingeneroso liquidare la critica come strutturalmente debole. Le proposte anti austerità potrebbero funzionare e non creare disavanzo di parte corrente solo se i paesi in surplus accettassero di fare da locomotiva facendo politiche espansive. Questo argomento, condiviso anche da lei in passato, è stato ad esempio oggetto dell’intervento della prof.ssa Stirati. Ma il punto è che i paesi in surplus non sono intenzionati a cambiare la loro politica anche di fronte alle timide raccomandazioni della Commissione europea che è stata infine costretta a riconoscere come il surplus tedesco rappresenti uno squilibrio macroeconomico. In assenza di questo coordinamento tra paesi, che al momento appare lontanissimo e utopistico, politiche anti austerità servirebbero solo a “comprare tempo”.

          • Non c’è dubbio che faccia parte della mia proposta. E sono convinto che si possa riuscire a convincerli. Con uno sforzo enorme, senza dubbio, mai finora provato.

      • Marcello Romagnoli

        10/03/2014 @ 18:30

        Anche io ho letto il libro di Bagnai, ma ho ascoltato anche altri economisti che vanno nella stessa direzione. Mi piacerebbe capirne di più. Quello che ho capito è che Lei cerca una strada per migliorare questa europa che potrebbe avere in linea teorica dei vantaggi (dimensione del mercato, forza geopolitica ecc). Si è vero, ma solo se fosse una vera federazione stile USA o Germania o Svizzera, cosa che non è e non vuole essere. Questo credo che Bagnai voglia dire: sarebbe bello se potesse essere, ma non sarà mai perchè ci sono grandi paesi europei che semplicemente non vogliono. I Trattati Europei già avrebbero permesso di mitigare con politiche anticicliche la crisi. Ad esempio si sarebbe potuto intervenire prima a richiamare la Germania a non avere un surplus commerciale, ma non lo si è fatto. Questo credo che sia la considerazione di Bagnai circa l’impossibilità di migliorare la situazione e dunque che sia meno peggio uscire dall’euro. Premesso che non sono fans o detrattore di nessuno dei due, ma solo una persona che cerca di capire, Lei come controbatte a questo ragionamento?

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        • Roma è stata fatta in un giorno? Io leggo la storia degli Stati Uniti con grande attenzione. E noto che per 140 anni sono stati un’unione di diversi che si è lentissimamente evoluta verso un’unione federale, completatasi nel 1940. Alberto ragiona con la metrica di un economista per un progetto che è principalmente politico. E che per essere realizzato ha bisogno di non perdere consenso, cosa che invece ora sta facendo per un solo motivo: stiamo adottando le politiche sbagliate all’interno dell’euro, che rimane, come negli Usa, l’unico collante che ci obbliga a cercare di replicare l’esercizio americano (con valori diversi ed unici) che partì da una sola cosa in comune tra i diversi il dollaro.

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          • @ gustavo.piga Differenza tra spesa e trasferimento, da quello che riesco a desumere dalla sua descrizione.
            Spesa=esborso di denaro congruo al valore.
            Trasferimento=esborso di denaro non congruo.
            Entrambi vanno a beneficio del settore privato. L’unica differenza è il soggetto beneficiario.
            Io veramente per trasferimento intenderei il welfare e le sovvenzioni alle aziende.
            E poi non ho mica detto che sono favorevole ai ladri.
            Intendevo solo che nella contabilità nazionale si fanno addizioni. La ricerca e la punizione dei reati è sottintesa. Però se il ministro di disgrazia ed ingiustizia ha come titolo di studio il liceo scientifico, non credo che i delitti saranno perseguiti come si deve. Non bisogna poi neanche esagerare nel fare il quadro della corruzione ed illegalitá da noi rispetto ai tedeschi. Mi dispiace non essere in grado al momento di citare la pubblicazione letta tempo fa, in cui la illegalitá da noi veniva stimata al 20% ed in Germania al 13%. Mi scuso per eventuali errori ma cito a memoria . Quindi non è che in Germania la illegalità è a zero. Anche se 7% di PIL è veramente tanto.
            La cosa che volevo far notare nel precedente intervento, è che stampa e politici non sono onesti quando non dicono le conseguenze delle politiche fiscali rese indispensabili dalla rinuncia alla leva monetaria.
            Padoan è stato onesto prima di avere un incarico politico. Vedremo cosa dirà ora che ha un incarico politico.
            È per me causa di arrabbiatura, sentire gente che perde il lavoro, o gente che fallisce, che visibilmente non capisce il perchè di quello che accade.
            Ma mi fa arrabbiare ancora di più il vedere che i conduttori ed il numeroso parterre di esperti degli innumerevoli talk show, fanno sentire eventualmente la loro empatia ai malcapitati, ma nessuno spiega che quello che succede a loro, è proprio la cosa voluta ed inevitabile, dato che non abbiamo moneta, per riparare il current account negativo.
            Onde il gran successo dell’austerità; current account positivo con accompagnamento felice di licenziati e falliti.
            PS ho smesso di sentire talk show da parecchio, pertanto mi scuso qualora qualcuno abbia nel frattempo cominciato a dire la verità. Non credo comunque che ciò sia successo. Se però è successo, il tempo del crollo dell’Euro è vicino.

          • Marcello Romagnoli

            14/03/2014 @ 18:04

            Io non sono un attento lettore della storia degli USA, ricordo la guerra civile che ha insanguinato quella terra tra nordisti e suddisti. Se serve l’assurdità di qualche milione di vite per diventare nazione, ancorché federale, l’europa ha già dato. Due guerre mondiali non bastano? Due guerre scatenate sempre dagli stessi popoli. Non sono anti qualcuno, ma se uno mi mena due volte qualche dubbio sulla sua amicizia me lo devo porre non è d’accordo? E’ evidente credo che quando si mettono assieme popoli tanto diversi occorre pensare a sistemi di riequilibrio che dovrebbero andare via via ad essere meno necessari. Questi meccanismi non sono stati previsti e non si vogliono prevedere, i trattati sono stati bellamente aggirati/disattesi da quasi tutti. Si fanno pesi e misure diverse asseconda degli stati.

            No io non credo ci siano spazi per riaggiustare una unione che di fatto nessuno vuole veramente riaggiustare. Sarebbe bello avere una unione politica ed economica forte ed efficiente come gli USA o la Cina, ma ciò vuol dire che le regioni più prospere devono aiutare le meno prospere altrimenti tutto crolla. Io non ho sentito questo spirito fino ad ora…e Lei?

      • Bisogna vedere se una volta usciti (se usciremo) ci faranno fare delle elezioni (si spera, sa e’ un’abitudine un po persa in questo paese), e cosa dira e fara’ chi si presentera’. In effetti sono cose difficilissime da prevedere, essendo gli eventi complessi, e le forse in campo disparate nelle loro volonta’ ed interessi.
        Come cantava Battisti:”Lo scopriremo solo vivendo”.

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  2. La ringrazio, mi ha dato spunti da approfondire ed eventualmente chiederò altre spiegazioni. Qui le chiedo solo cosa intende dicendo che il libro di Bagnai è forte e così il suo pensiero.
    Sbaglio però nel pensare che le cose che vi uniscono sono più di quelle che vi dividono? Che l’analisi sulle cause della crisi vi accomuna, ma non le conclusioni su cosa accadrebbe dopo l’eventuale uscita dall’euro?

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    • Alberto è persona intelligente e si vede nel suo libro, accurato e preciso nel suo campo. Paradossalmente ci dividono tante cose: lo stile, le esperienze, la visione del mondo. Questo pesa sull’interpretazione dei fenomeni, a volte allontanandoci più di quanto sarebbe auspicabile.

      Reply
  3. Massimo GIANNINI

    09/03/2014 @ 09:57

    Lasci perdere il PD, la loro politica economica é ipocrita per non dire peggio. E non vedo come la possano portare avanti in un governo di larghe intese di indagati e corrotti.
    Ma si chieda perché il PD non è interessato agli sprechi negli appalti pubblici e al contrario ne è felici: perché ci ha mangiato, anche in termini elettorali, da sempre. Altrimenti non starebbe nelle larghe intese. Tutto si tiene.

    Reply
    • @massimo giannini
      quindi il pd no , forza italia peggio che peggio …monti vabbè…
      meglio lasciare governare frau merkel immagino

      Reply
      • Massimo GIANNINI

        09/03/2014 @ 12:09

        Delle alternative ci sono, ma io son di parte…e non certo per lasciar la Merkel governare visto che anche lei lo fa con l’SPD che nel PSE è insieme al PD che in Italia é insieme a Forza Italia/PDL/NCD

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        • Non mi dire che la tua parte è quella del tuo quasi omonimo che gli mancava (di inventarsi) solo il premio Nobel.

          Reply
        • e quindi massimo giannini quali sarebbe la sua ‘alternativa’
          ‘impossibile’ o magari possibile nel medio lungo…

          Reply
          • Caro Massimo, più ci penso e meno vedo differenze tra MS5 e FARE.
            A parte lo stile di Grillo che è diverso da quello di Giannino, naturalmente.

            (Giannino fa più ridere)

    • @massimo giannini

      M5s? quindi quelli che governeranno solo dove avere ottenuto il 100% dei voti ( dux grillo dixit )
      quelli che la soluzione è la decrescita felice e magari coltivare un campo di patate lato strada statale ?
      quelli che usciamo dall’euro ma magari nel 2040 ma magari prima facciamo un referemdum …consultivo non sia mai…
      quelli che rifacciamo la repubblica serenessima di venezia che allora si che le cose andavano tanto bene …e poi resuscitiamo
      lo stato dei borboni e facciamo una macroregione per risolvere i problemi del sud…poi riconsegnamo l’alto adige all’austria e vendiamo la sicilia a qualche fondo sovrano arabo…
      ecco quando sento grillo ho i brividi sento che l’italia potrebbe davvero avvitarsi in una deriva argentina …
      sono disposto a parlare con chiunque tranne con chi crede in grillo (e non ne riconosce l’evidente funzione di anestesia della rabbia popolare e decantazione del dissenso…)
      grillo è solo un pagliaccio l’ha detto pure renzi non c’è altro da aggiungere

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      • No perché invece quelli dell’ “usciamo dall’euro” non hanno le idee confuse peggio dei grillini?
        Ma lo capisci che non può esistere in natura un governo che decida di uscire dall’euro?
        Ma ti pare che “loro” resterebbero lí senza reagire mentre si accorgono che sta montando una marea di consensi a favore di un partito anti euro?
        Se l’euro cadrà sarà solo per la temutissima uscita disordinata e il vostro eroico programmino politico di “uscita dalla trappola della mometa unica” si rivelerà una paccottiglia di ideologia cheap del tutto inservibile politicamente.

        Il problema non è euro o non euro ma ben altro, solo che ci vorrebbe coraggio e buona volontà per affrontare la verità.
        Invece gli economisti e blogger italiani sono tutti dei Jep Gambardella, eleganti signorini troppo compiaciuti della possibilità di vivere sotto l’attico dei potenti (potenti che pur essendo dei delinquenti “fanno andare avanti questo paese” nell’implicita complicità dei tanti Gambardella italici, ovviamente).

        E tenete presente, rimanendo sul film, che il personaggio della Ferilli (che rappresenta “La Vera Bellezza” dolorosa ma autentica di fronte alla “Grande Bellezza” splendida ma assassina) muore proprio perché Jep ha perso il coraggio di amare ossia la forza di soffrire mettendosi realmente in gioco, fattore indispensabile per chi vuole amare davvero.

        Stessa cosa nella politica italiana dove tutti pensano di cavarsela con la loro patetica ricettina da quattro soldi (“usciamo dall’euro”‘ oppure “restiamo ma facciamo tanta bella spesa pubblica”) senza avere la dignità di capire che è loro dovere fare l’unica cosa che conta e cioè andare a sporcarsi le mani parlando con la gente.
        Non siamo in una crisi economica ma in una crisi di democrazia, di consapevolezza e di voglia di partecipare, però capirlo implicherebbe il dovere di impegnarsi sul serio e in primissima persona, chi te lo fa fare…
        Come dice la canzone del film:”Bla bla bla bla…a far l’amore comincia tu”.

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        • Ho involontariamente cancellato un pezzo:

          “Se si uscirà dall’euro sarà solo per la temutissima uscita disordinata or pe quella che Brancaccio definisce l’ “uscita gattopardesca”.

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  4. Caro PIIGS-Professore ***,
    ho sentito il suo discorso: come non essere d’accordo su Monti, Letta, Saccomanni, odierni Robin Hood non dei poveri, ma dei ricchissimi?

    Però, cosa potrebbe fare lei (o anche Stiglitz o lo spirito santo) di diverso da loro? Crede che le lascerebbero fare ciò che vuole?
    L’alternativa è: fare quello che impongono Olli, Angela, la Deutsche Bundesbank, ecc. oppure rifiutare la carica.

    Tagliare gli sprechi è giusto, ma come può non ammettere che il primo grande spreco è ciò che paghiamo all’EU SpA?
    Ad esempio i “SOLI” 40 miliardi del MES finiti alle banche tedesche (via banche spagnole) sono una cifra più alta di quella che lei indica complessivamente come sprechi
    http://www.imolaoggi.it/2013/03/15/con-monti-litalia-ha-versato-al-mes-40-miliardi-per-favorire-la-germania/

    E una volta che recuperassimo i 30 miliardi di sprechi dove andremmo a prendere i prossimi 30?

    Siamo contributori netti e ci chiamano PIIGS!
    Oltre lo spreco e il furto legalizzato, la perdita di democrazia e del diritto di autodeterminazione dei popoli, la disoccupazione (preludio di indigenza e violenza), il moralismo bigotto di stampo calvinista (preludio del razzismo) l’umiliazione e l’offesa.
    Finché avrò voce, la userò contro gli oppressori dell’EU SpA.

    *** scusi, non è maleducazione, è la nuova etno-toponomastica europea.
    Silvia, PIIGS-lettrice

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  5. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/04/02/rischio-lira-sull-europa.html?ref=search

    (rischio lira sull’europa , leggere fra le righe…)

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/09/11/un-debito-da-portare-sugli-scudi.html?ref=search

    prof. Dornbusch
    si dice che bisogna ridurre l’ inflazione tenendo fermo il cambio, ma l’ Italia non si può permettere un cambio forte. Questi impegni portano a dieci anni di depressione”

    si dice che bisogna ridurre l’ inflazione tenendo fermo il cambio, ma l’ Italia non si può permettere un cambio forte. Questi impegni portano a dieci anni di depressione”

    si dice che bisogna ridurre l’ inflazione tenendo fermo il cambio, ma l’ Italia non si può permettere un cambio forte. Questi impegni portano a dieci anni di depressione”

    Reply
    • credits per la ricerca bibliografica degli articoli della repubblica
      ad alessandro guerani (ne trovate molti altri nella timeline del suo account twitter)
      twitter.com/AleGuerani

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    • Le pare a lei che abbiamo un problema di inflazione ora? Ma di che parliamo?? Il cambio forte è ridicolo, svalutate l’euro subito con politica monetaria espansiva vera, non si capisce che c’entra l’euro!

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      • non ci siamo capiti e nella fretta non ho potuto fare la dovuta introduzione agli articoli dei link postati…si tratta di articoli
        del ’92 ’93 : volevo suggerire un parallelismo storico economico con la situzione fra germania e italia prima e dopo la famosa crisi dello sme (ceteris paribus^^)

        In realta’ quello che dice Dornbusch è piu’ o meno quello che si è verificato con l’adozione dell’euro (cambio forte inflazione <2 =stagnazione) ora con la forzatura della deflazione per ottenere il riequilibrio interno e la forza dell'euro per la politica mercantilista ^tedesca^ imposta come modello a tutti
        è proprio la depressione è proprio quello che si sta' realizzando
        quello che voglio sottolineare è che il modus operandi dello sme le REGOLE EUROPEE sono sempre state le STESSE anche prima dei trattati e dell'euro .Il modello ideologico era ed è quello (e i padri dei trattati italiani lo conoscevano) quindi è a mio avviso impossibile che si possano cambiare 'in corsa'
        Quello che prefiguarava Dornbusch se l'italia fosse stata costretta a mantenere il cambio vincolato dello sme è esattamente quello che sta' accadendo per mantenere il ^cambio fisso ^ nell'euro…un targer di inflazione basso e un cambio sopravvalutato sono esiziali per l'economia italiana
        tutti lo sanno e lo sapevano quindi a mio avviso lo scopo piegarsi a questi parametri non è (e non è stato) certo stato fatto per favorire l'economia del paese ma favorire interessi particolari e privatissimi…

        Reply
        • Mi metto per un attimo dalla sua parte e le chiedo: se lei avesse ragione, cosa le fa pensare che il modello ideologico cambierà fuori dall’euro? O non ci sarà imposto ancora più facilmente?

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          • concordo assolutamente . se volessi fare una previsione
            è proprio la cosa piu’ probabile , anzi sono sicuro che si stia lavorando proprio in questa direzione dato che ‘lo strumento euro’ sara’ quasi sicuramente esaurito e politicamente insostenibile nel medio periodo…

          • continuando…ma dovra’ ammettere che un conto è fare l’austerita’ con la propria monetina svalutata e con tasso di cambio reale piu’ realistico…un altro è farla con moneta sopravvaluta e deficit strutturale verso il paese leader…è un po’ come dire che uk (o la svezia)è in una situzione preferibile …forse è esagerato paragonare l’attuale italia a uk (paese pianamente sovrano) diciamo che l’italia potrebbe e dovrebbe ( e fara’ …) fare come la sud corea…stretta fra il competitivo giappone e la cina…e se proprio dobbiamo vincolarci al cambio che sia a quello del dollaro (visto che come la scorea siamo anche colonia militare usa …)
            Sono perfettamente consapevole che dopo e oltre l’euro non c’è il pradiso e che gestire di nuovo la politica economica e l’emissione monetaria sara’ problematico…ma qual’è l’alternativa? l’ha detto lei stesso una volta :aspettare che la germania cambi politica …cosa non avvera’ mai , perchè per l’italia nell’euro l’austerita’ continuera’ praticamente per sempre …
            Lo dico retoricamente perchè se perfino prodi si è convinto dell’insostenibilita’ della situazione …siamo oltre ad ogni piano b..quello che è triste è che prima della rottura vogliono depredare gli italiani e attuare frettoloso e controproducenti operazioni di privatizzazione

      • rispondendo nel merito : la politica espansiva la si potrebbe fare con uno stato unico…nello stato delle cose la politica espansiva ricomincerebbe a ri-gonfiare bolle speculative nei paesi euromed e a sblilanciare ancora verso il deficit le partite correnti degli stati dell’eurozona (gonfiando ancora di piu’ il surplus tedesco) e non solo di italia e spagna ma anche della francia che incomincia ad essere messa male in questo senso…

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  6. (da twitter)
    Gianfranco Polillo ‏@polillog 3h

    Se non facciamo modifiche sostenibili del lavoro rischiamo di dare soldi in busta paga che andranno a sostenere acquisti di prodotti esteri

    >>per dire che la mia proposta di utilizzare le risorse
    sottratte agli ‘sprechi e alla corruzione’ per costruire nuove
    navi per la marina militare e mezzi per l’esercito
    mi sembra centrare meglio il problema

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  7. proprio mentre scrivevo che la germania non cambiera’ mai
    la sua politica economica , usciva la notizia che un importante
    istituto tedesco chiedeva per la prima volta un Quantitative easing completo alla Ecb :)
    Ora sappiamo che non risolverebbe gli squilbri (anzi) ma l’avessero
    fatto all’inzio facendo fallire e nazionalizzando qualche banca in grecia …e spagna
    Mi dispiace in un certo senso essere ‘contro’ o cosi’ negativo
    trovo stimolante confrontarmi in un contesto meno orientato
    in senso noeuro per capire se ci siano altre vie e possibilita’…

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    • Grazie Rob, è benvenutissimo in questo blog!!! Fazio l’altra sera diceva che non sarà politica monetaria a risolvere squilibri interni. Ma un rilassamento del cambio fa bene a tutti e comunque se cambia la stance tedesca sulla politica monetaria cambia anche quella fiscale. E lì, serve eccome agli squilibri interni.

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