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La manovra recessiva del Governo Letta-Saccomanni che uccide la speranza

Mi chiedono da dove traggo la mia convinzione che quella per il 2014 del Governo Letta sia una azione di politica economica recessiva.

Andiamo per passi successivi. Partendo dalla Legge di Stabilità così come presentata dalla Presidenza del Consiglio.

Fronte entrate. 3,7 miliardi di sgravi fiscali. Sono finanziati per metà con aumenti di altre tasse. Quindi: complessivamente 1,8 miliardi di minori tasse, un +0,1% circa di PIL, espansivo.

Fronte uscite. 7,9 miliardi di maggiori spese pubbliche. Finanziate con 3,5 miliardi di tagli alle spese, 1,4 con misure una tantum che qui non consideriamo per semplicità e 3 miliardi di aumento di deficit. Quindi: complessivamente un aumento di spese di 4,4 miliardi, un altro + 0,3% circa di PIL, espansivo.

Se facciamo la somma di queste minori tasse e maggiori spese in totale una legge di stabilità espansiva dello 0,4% di PIL. Poco, certo, ma sempre espansivo per l’economia.

Oops no.

No per due ordini di motivi.

Il deficit di 2,5% di PIL che comunichiamo alla Commissione europea è in realtà un 2,7% mascherato.  La “falsificazione ottimistica” di cui vi ho già parlato della spesa per interessi incide nel 2014 per lo 0,2% di PIL. Quando a fine 2014 tutti ne prenderemo beatamente atto, notando una maggiore spesa per interessi di quanto stimato, la Commissione europea ci chiederà una bella manovrina da 0,2 di PIL% per riportare i conti al promesso 2,5% di PIL.  Quindi, in realtà la manovra è espansiva non dello 0,4% di PIL ma dello 0,2%. E va beh. Sempre espansiva direte.

Eh no.

Si dà il caso che la legge di stabilità sia solo l’ultimo tassello della politica economica di Letta. Il piatto forte, preparato solo poche settimane fa è quello contenuto nella nota di aggiornamento del DEF dove si leggevano le grandezze tendenziali (prima della manovra) che questo Governo sottoscriveva come quelle più appropriate per il 2014 e gli anni a seguire.

Immaginate questa legge di stabilità come il parmigiano che il cuoco mette alla fine sul piatto di pasta (il DEF). Valutereste la bravura del cuoco solo dal parmigiano o dal tutto?

E allora vediamolo questo tutto. Della legge di stabilità abbiamo già detto: +0,2% di PIL o +0,4% di PIL a seconda che crediate o meno alle super ottimistiche stime del Tesoro sulla spesa per interessi. Vediamo ora cosa contiene il DEF.

Il DEF lasciava di fatto la pressione fiscale 2014 immutata rispetto al 2013. Ma nelle spese pubbliche il DEF Letta era duro assai. Prevede un calo degli stipendi pubblici dal 10,5% del PIL al 10,1%. Recessivo dunque per 0,4% di PIL (in parte sarà composto anche da un disinvestimento in capitale umano che toccherà scuole ed università). In più se ci aggiungete il calo delle spese in conto capitale di cui vi abbiamo già parlato, dal 3,3% di PIL al 2,8%, – 0,5% di PIL in meno di investimenti pubblici – arriviamo a quota -0,9% di PIL.

Non mollate, ci siamo quasi: insomma la legge di stabilità Letta è espansiva di 0,2-0,4% di PIL, il DEF recessivo di 0,9% di PIL; complessivamente una manovra 2014 recessiva come minimo di 0,5% di PIL, come massimo di 0,7% di PIL.

Per capire meglio la logica, facciamo un esempio. Ma non ha detto Letta con la legge di stabilità che ci saranno 3 miliardi in più per le infrastrutture (Mose compreso)? Vero, ma nel DEF aveva scritto che avrebbe diminuito gli investimenti pubblici 2014 di 8 miliardi, quindi effettivamente il taglio finale sarà di 5 miliardi di euro nella spesa in conto capitale.

Mi chiederete. Come può dunque questo Governo stimare una crescita economica del +1% nel 2014? Semplice. Con due “trucchi” del mestiere. Ma di questo parliamo domani.

L’oggi è dedicato a dire tutto il male possibile di una manovra che leva speranza per il futuro e non fa ripartire consumi ed investimenti privati perché non incide (in senso ottimistico) sulle aspettative dei cittadini. Cosa c’è di più triste di un Governo che taglia investimenti, in infrastrutture e capitale umano, ovvero la base su cui si radica e cresce la ripresa della speranza di un Paese?

15 comments

  1. lino meschieri

    18/10/2013 @ 00:10

    posso fare una domanda da idiota? ma se la nota di aggiornamento del DEF era così importante, perché ha ricevuto un’attenzione mediatica di gran lunga inferiore alla Legge di Stabilità?

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    • domanda rilevantissima. Le assicuro che nei quartieri che decidono sanno benissimo di cosa si tratta. In realtà da anni è divenuto il modo per far ingoiare manovre recessive o mancanza di riforme (la spesa da sprechi la abbasso, ma rispetto ad un trend crescente che non affronto).

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  2. Nella mia semi ignoranza pongo una domanda: la morale di questo giro di giostra, quindi, è che noi finanziamo la manovra di stabilità in debito, e al tempo stesso non “creiamo” crescita?

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  3. Leggendo il suo articolo mi viene il dubbio che ci sia anche qualche professore di economia che capisce qualcosa della materia che pretende di insegnare.
    Con tutto il rispetto per Lei, sono certo che condivide – guardando i risultati – che di ex professori l’Italia non ne ha proprio bisogno, a maggior ragione se fanno più gli interessi stranieri che quelli nazionali.
    Un caro saluto, da un ingegnere (che vive all’estero)

    Marco Rocco

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  4. Uno ne potrebbe dedurre che siamo in mano a un governo espressione di qualche élite non italiana che mira alla distruzione del lavoro, della piccola impresa, del patrimonio pubblico del nostro paese e di tutti quelli del sud Europa abitati da non ariani.
    Ma non è così sennò vedremmo i professori (oni e ini) dirlo a chiare lettere. Invece no, leggiamo solo malinconiche analisi ma non denunce sdegnate e coraggiose; sintomo evidente che dobbiamo starcene buoni e manzi come prudentemente fanno loro che notoriamente non vogliono guai e confidare nell’avvento del leader buono.

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    • Paolo Spinoglio

      19/10/2013 @ 09:40

      E’ proprio così, anch’io penso che siamo in mano ad irresponsabili che fanno il gioco di lobbies collegate alle conbutte finanziarie internazionali. La nostra capacità industriale è temuta dall’Europa che fa di tutto per indebolirla con l’obiettivo di ridurci solo ad un mercato di consumo. Il loro ragionamento è questo: Vi lascimo il sole ed il turismo, vino e parmigiano lo produciamo noi per voi ed i vostri turisti (che siamo noi).
      Dobbiamo uscire dall’ europa, e fare il gesto dell’ombrello. Ogni 50 anni dobbiamo stampare un quantitativo di moneta pari alla metà del debito pubblico e regalare questa moneta ai cittadini (la moneta non deve essere della banca centrale). L’inflazione non ci sarà se saremo operosi. Il valore della moneta è legata alla operosità della nazione, specialmente adesso che non è più legata alla riserva aurea. C’è qualche economista che riesca a contraddirmi spiegando le cose in modo semplice? Paolo Spinoglio

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  5. Leonardo Sperduti

    20/10/2013 @ 18:44

    Sera prof.
    Io aggiungersi alcune considerazioni al suo discorso, se non facessimo parte di questa €uroPa :
    1 Non avremmo dovuto versare oltre 50 miliardi di euro ai vari meccanismi di stabilità europei alias salva-banche come EFES e MES, quota che per il MES sarà alla fine di 125 miliardi;
    2 Non dovremmo rispettare vincoli assurdi e idioti come il deficit al 3% e il rapporto debito/PIL da riportare al 60% tramite Fiscal Compact che costerà altri 50 miliardi all’anno per 20 anni;
    3 Avendo un cambio libero di fluttuare si adatterebbe ai nostri fondamentali economici Svalutando o Rivalutando a seconda delle esigenze, invece di avere una moneta (l’euro) che la stessa Deutsche Bank considera insostenibile per il nostro export oltre un rapporto di 1,17 sul dollaro, ed invece siamo sopra 1,30 da anni.
    A parte questi “leggeri” impedimenti, fuori dall’incubo Euro potremmo difenderci e rilanciare la nostra economia ( al netto di scelte di politica economica sensate), in modo relativamente semplice ed efficace.
    Ma il sogno degli Stati Uniti d’Europa oramai ha annebbiato anche menti eccelse, che però non potranno evitare il doloroso e feroce giudizio della Storia.

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    • Fuori dall’euro lei non avrà nessun vantaggio economico perché le faranno fare la stessa austerità rafforzata. Se non capisce che il problema è politico e di rappresentanza, non risolverà mai il problema di cui lei giustamente parla.

      Reply
      • Leonardo Sperduti

        21/10/2013 @ 22:04

        Come ho specificato, fuori dall’euro e con scelte di politica economica SENSATE, quindi anticicliche e non totalmente basate sull’austerità, si potrebbe avere una ripresa economica relativamente semplice e vigorosa. Appunto perché la volontà è politica, mi sembra chiaro oltre ogni ragionevole dubbio, che dentro l’euro le scelte di politica economica siano basate solo e soltanto sull’austerità a tutti i costi, e che non vi sia il minimo segnale di cambiamento in direzione di scelte Keynesiane.
        Non capisco perché si voglia continuare a difendere QUESTO sistema Euro, anche davanti ad una crudele e lampante volontà di voler imporre solo e soltanto Austerità.
        Fortuna che dalla Francia arriva un messaggio politico forte e chiaro (ahimè da destra) sulla fine che farà l’euro, che è la stessa fine ( inevitabile) che ha fatto l’Unione Monetaria Latina, il gold standard, Bretton Wood e i vari agganci monetari al dollaro. Sono miseramente falliti dopo aver causato povertà ed alta disoccupazione, vedi euro.

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        • Oh certo, anche nell’euro con politiche sensate … Purtroppo ci sono troppi economisti in Italia e troppo pochi politici. E allora si pensa che sarà l’economia a salvarci e non la politica, risibile.

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  6. Scusi… ma considerando i moltipicatori, tutto questo porterà teoricamente ad una ulteriore riduzione del PIL, bene che va, dell’1,1% ? (Naturalmente solo per la parte attribuibile alla scriteriata manovra, senza considerare tutto il resto). Non so molto di economia, sto cercando di capire cosa (ci) stanno facendo… Ho scritto una boiata?

    % su pil moltipl variaz pil
    lg stab.. - tasse -0,1 1 0,1
    lg stab.. +spesa 0,3 2 0,6
    Def…… -spesa -0,9 2 -1,8
    tot. Variaz 0,7 -1,1

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