Secondo il professore tale similitudine rappresenta il nostro potenziale – nostro poiché già stato. Il professore è sicché convinto che v’è l’errore non intenzionale nel contesto delle politiche economiche Italiane odierne; infatti, in quelle Europee. Asserisce che gli occasionali dissidi sono mero frutto d’inappropriata pertinacia, propria ed altrui. Egli è pertanto apparentemente sicuro di potere arrivare, anche a costo d’esercitare petulanza, alla convergenza verso un’Europa che sia unita sotto il suo aspetto più cruciale: la solidarietà.
Il suo ragionamento però presenta un singolare ossimoro. Ovvero, mentre sicuro della volontà come potere nel presente, demarcandola quindi artefice primaria dello svilupparsi degli eventi, è però passivo rispetto al futuro: considerandolo una, purché conseguenza, realtà nell’oggi inimmaginabile, lasciando l’infinitesimale spazio all’esogeno. L’uomo, in sintesi, è, secondo tale credo, piuttosto spettatore che attore; è pertanto complessivamente passivo rispetto alla sua stessa esistenza.
Invero, nel mezzo dell’interazione umana nulla è esogeno.
Dunque la solidarietà Europea è senza dubbio qualche cosa d’auspicabile dal punto di vista della conciliazione ma non necessariamente gioviale se concepita globalmente: si è periti anche quando, o forse poiché, uniti.
22/03/2013 @ 06:03
un mito assoluto
23/03/2013 @ 09:13
Bello, ma non ho capito l’attinenza con la situazione attuale. Cosa stiamo recuperando?
23/03/2013 @ 15:12
GC77 rammenta.
Secondo il professore tale similitudine rappresenta il nostro potenziale – nostro poiché già stato. Il professore è sicché convinto che v’è l’errore non intenzionale nel contesto delle politiche economiche Italiane odierne; infatti, in quelle Europee. Asserisce che gli occasionali dissidi sono mero frutto d’inappropriata pertinacia, propria ed altrui. Egli è pertanto apparentemente sicuro di potere arrivare, anche a costo d’esercitare petulanza, alla convergenza verso un’Europa che sia unita sotto il suo aspetto più cruciale: la solidarietà.
Il suo ragionamento però presenta un singolare ossimoro. Ovvero, mentre sicuro della volontà come potere nel presente, demarcandola quindi artefice primaria dello svilupparsi degli eventi, è però passivo rispetto al futuro: considerandolo una, purché conseguenza, realtà nell’oggi inimmaginabile, lasciando l’infinitesimale spazio all’esogeno. L’uomo, in sintesi, è, secondo tale credo, piuttosto spettatore che attore; è pertanto complessivamente passivo rispetto alla sua stessa esistenza.
Invero, nel mezzo dell’interazione umana nulla è esogeno.
Dunque la solidarietà Europea è senza dubbio qualche cosa d’auspicabile dal punto di vista della conciliazione ma non necessariamente gioviale se concepita globalmente: si è periti anche quando, o forse poiché, uniti.
24/03/2013 @ 09:36
@EF
La mia domanda voleva essere retorica, però sono contenta che tu abbia dato una così bella risposta!!!