Le recenti previsioni del Centro Studi Confindustria (CSC) sono più positive sul futuro dell’Europa e dell’Italia. Molto dipenderà, come al solito, dal resto del mondo, avendo l’Europa deciso masochisticamente di rinunciare a stimolare la domanda interna. Una crisi inattesa fuori dai confini europei ed ecco che tutto crollerebbe, perché siamo con questa logica nelle mani altrui.
Ma al di là di ciò, le previsioni dei vari istituti di ricerca differiscono marcatamente, prevedendo per il 2014 da un -0,6% (Citigroup, nel qual caso avremmo il terzo anno di recessione consecutiva, mai sinora conosciuta nel dopoguerra) ad un massimo di +0,9% di Deutsche Bank. Differenze enormi.
A cosa sono dovute queste variazioni di previsione? A diversa visione di come funziona l’economia? A maggiore o minore competenza? A maggiore o minore necessità politica di stare vicini alle stime governative? Non è dato sapere.
Ma la ottima pratica del CSC di riportare, ogni anno, assieme alle proprie previsioni quelle altrui ci permette di fare un giochino un po’ azzardato. E cioè di tornare indietro di un anno e di esaminare nel giugno del 2012 che previsioni gli stessi uffici di ricerca fecero per il 2013, la cui crescita oggi possiamo stimare con quasi certezza. In realtà non siamo ancora certi di come finirà il 2013: per esempio il CSC dice con un bel meno 1,9% mentre la Commissione Europea si tiene su di un più … ottimistico meno 1,3%. Diciamo allora che, senza prender partito, la crescita del 2013 sarà del -1,6%.
Ma nel 2012, a giugno, a quanto veniva stimata la crescita 2013?
Beh, c’era chi come Citigroup c’è andato molto vicino con un pizzico di pessimismo in più (-2%), e chi come l’Istat, secondo i dati del CSC di allora, stimava troppo ottimisticamente un +0,5%.
Ecco allora cosa abbiamo fatto. Abbiamo applicato (prendendoci qualche licenza, lo so) l’errore fatto da ogni istituto di previsione allora nel 2012 sul 2013 alle stime fatte ora nel 2013 per il 2014. Quindi, per esempio, se la sempre pessimista ma lo scorso anno accurata Citigroup ha stimato ora per il 2014 il -0,6% e lo scorso anno è stata troppo pessimista nel 2012 del -0,3%, allora diremo che dovremo aspettarci una crescita per il 2014 a partire dal modello Citigroup del -0,3%. La Commissione europea che si aspetta per il 2014 per l’Italia un +0,7% e lo scorso anno fece un errore di ottimismo di ben 1,2% (rispetto a -1,6% effettivo per il 2013 stimava invece -0,4%)? Allora noi crediamo che in realtà il suo modello dica che la crescita italiana del 2014 sarà di -0,5% (+0,7-1,2).
Nella tabella vedete riassunti i risultati.
Insomma, da una forchetta “apparente” sul PIL 2014 che va da -0,6 a +0,9, se tanto mi da tanto, dovremmo aspettarci invece tassi di crescita 2014 tra il -0,3 di Citigroup (che da più pessimista diviene la più ottimista!) al -2,1% dell’Istat.
Ovviamente gli istituti di ricerca che sbagliano nelle loro previsioni dovrebbero affinare i loro modelli e non commettere più due volte lo stesso errore (aspettative razionali le chiamavamo ai miei tempi a Columbia): in tal caso la mia logica si dimostrerà errata.
Ma se negli istituti di ricerca prevalgono i bias politici o modellistici, le distorsioni permarranno. Ed allora ecco che i numeri corretti che vi propongo dipingono un quadro tutt’altro che roseo per il nostro Paese, anche in presenza di crescita dell’export mondiale.
Sarebbero stime , quelle che leggiamo in questo periodo, che agiscono come droghe, per assuefarci all’idea che tutto andrà bene l’anno prossimo, così facendoci perdere un altro anno di benessere nazionale perché “tanto non c’è bisogno di fare le politiche di rilancio di domanda interna” che sappiamo invece servire?
L’avete detto voi, mica io.
30/06/2013 @ 21:49
Per chi vive immerso nel quotidiano, a stretto contatto con disoccupati, precari, esodati, gente prossima alla pensione, studenti illusi-delusi e’ molto semplice fare 2 piu’ 2 e prevedere un meno 1% di crescita nella piu’ ottimistica previsione.
Tuttavia se fossi “stipendiato” per “non diffondere il panico”, potrei dire tranquillamente di vedere “Una Luce in fondo al Tunnel”.
Comincio a dubitare che i nostri politici Sappiano esattamente quello che stanno facendo e cerchino di portarlo a termine con pervicacia!
Perche’ poi perseguano, come fine ultimo, il Male per il Popolo Italiano, non mi e’ dato di capirlo, a meno che abbiano ragione quelli che parlano di Satanismo.
In tal caso discutere diventa superfluo e potremmo solo pregare.
Tuttavia, quando penso che un fior fiore di Bocconiano come Monti, una delle menti migliori in Italia, stava introducendo (poi fortunatamente dissuaso) una TASSA SUGLI ORTI!!! la dice tutta sulla “Expertize” delle nostre dirigenze!
A volte penso che se potessimo avere 2 anni senza governo (anni sabbatici) dove si lasciassero andare le cose per loro conto, sicuramente avremmo meno danni di quelli che ci sono stati procurati e che si protrarranno nel tempo grazie ai vari Fiscal Compact in Costituzione!
Visti dall’esterno sembriamo una Massa di Dementi che corre verso il baratro.
Comincio ora a capire come e’ stato possibile per Hitler arrivare dove e’ arrivato senza che il popolo se ne rendesse conto!
La strada e’ segnata, spero tanto di sbagliarmi
saluti Giovanni
01/07/2013 @ 10:37
Caro Gustavo, forse sarebbe interessante sapere cosa pensa Noriel Roubini al riguardo. Lo hai conosciuto? E’ vero che ci finora ci ha sempre indovinato, cioè ha sempre fatto previsioni molto accurate? Hai visto questo? http://www.roubini.com/
01/07/2013 @ 18:30
Fa parte di quegli economisti bravi di cui si ricordano le profezie giuste e non quelle sbagliate perché ha il … coraggio o l’opportunismo di gridare tesi molti forti. Ma secondo me è un buon metodo: siamo qui non per dire cosa succederà ma per dipingere scenari che siano nel reame del possibile ma che chi lavora a servizio di qualcuno nei governi o nelle banche ha un conflitto d’interessi che gli impedisce di confermare. Quindi è un ruolo utile.
01/07/2013 @ 11:27
La previsione di -1,9% di quest’ anno è comune a CSC e a Ocse. Ora se, teniamo conto del fatto che il debito pubblico nel 2013 aumenterà di 2-5 punti percentuali in più rispetto al previsto e che ciò comporterà inevitabilmente lo sforamento della soglia del 3% nel rapporto deficit/pil, si prospetta una situazione per cui (muovendo dalla manifestata volontà del Presidente Letta di non sfasciare i conti pubblici):
a) tutti i rinvii operati in punto IVA ed IMU dovranno necessariamente essere riassorbiti;
b) vi sarà la necessità di una manovra correttiva che riporti il deficit sotto il 3%-
Questo comporterà, a mio avviso, il protrarsi della contrazione della domanda interna e dunque un ulteriore decrescita del pil nel 2014.
Quello che Le chiedo è: ma lei con Letta, Saccomanni o Zanonato ha mai avuto occasione di confrontarsi? Perché davvero a me sembrano come gli odiati capoclasse della scuola media che devono tenere a bada gli alunni riottosi e non farli uscire dalla porta anche se la scuola brucia
01/07/2013 @ 18:26
Non ho avuto questo piacere, speriamo un giorno
01/07/2013 @ 13:24
Mi scusi professore, mi sembra un “modello” un po’ “rozzo” quello utilizzato. Bisognerebbe sapere il modello utilizzato dai vari enti (DSGE per ECB e BankItalia, dovrebbe essere un VAR quello di CSC) che come sicuramente Lei mi insegna non sono propri modelli lineari anzi…
Sinceramente mi sarei aspettato un’analisi più approfondita. (mi scusi per la critica)
01/07/2013 @ 18:26
Ma no Luigi, certo lei ha ragione. Però facciamo così: risentiamoci a giugno 2014 e vediamo … chi ci ha azzeccato di più!
03/07/2013 @ 18:34
ecco adesso è diventato un economista di ‘sistema’…
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/statisti-cazzi-amari-i-conti-di-letta-saccomanni-non-tornano-debito-a-133-invece-58831.htm
04/07/2013 @ 07:37
Utilizzando gli errori relativi anzichè quelli assoluti i risultati potrebbero essere un po’ diversi, ma non cambia il senso di questa provocante simulazione: mai fidarsi delle previsioni. Il problema è quando a “toppare” sono le stime governative come è accaduto per il 2012 non solo in Italia ma in tutta Europa.
04/07/2013 @ 15:54
concordo.
04/07/2013 @ 09:25
Carissimo Professore non posso che confermare con dati ufficiali quello che lei scrive sui dati di finanza pubblica. Quale esperta di dati di finanza pubblica e di contabilità nazionale ho proposto questo articolo http://www.monicamontella.it/wordpress/?p=484, che analizza i dati della notifica a livello europeo, alla redazione Lavoce.info ma per evidenti motivi politici non hanno voluto pubblicare l’articolo. Sono stata costretta a pubblicarlo sul mio Blog soprattutto per mettere in guardia persone competenti come Lei che la situazione non è rosea e che per abitudine i dati sono massicciamente revisionati. Lo scopo dei Governi politici è tiriamo a campare poi dopo si vedrà. Basta con questa politica scellerata, non ne posso proprio più.
Monica Montella