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Della cecità non intenzionale, di Apollo Robbins e delle nostre elezioni

Stiamo esaurendo le pile nello scrivere il Primo Programma per l’Italia dei Viaggiatorinmovimento. Bellissimo. Mi perdonino i lettori se sarò breve, ma lavorare su un programma, anche o soprattutto quando siamo in cento a farlo, porta via veramente tanto tempo. Bellissimi anni di vita, quelli a scrivere un programma tutti insieme. Ci siamo quasi.

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Quando vivevo a New York e studiavo a Columbia prendevo spesso la metro (non il primo anno, eravamo chiusi in casa a studiare e basta!). Se andavo solo, siccome il viaggio da Harlem poteva durare anche 25 minuti, portavo letture. Libri? Spesso giornali, letture più brevi.

La tecnica era semplice, me l’aveva insegnata il mio indimenticabile amico e compagno di studi, figlio di egiziani scappati dopo l’arrivo di Nasser e subito affermati medici e poi cittadini degli Stati Uniti, Sherif. “Nelle ore in cui la metro è piena porta l’Economist se vuoi avere un’idea per la tesi, il New Yorker per leggere storie brevi bellissime che ti distraggano. Nelle ore in cui la metro è vuota (sere o week-end) idem: Financial Times o New York Times.”

Ovviamente il bellissimo New York Times, con le sue stupende storie di tutti i giorni che non leggiamo mai in nessun quotidiano italiano, le sue storie di gente unica, gente comune, criminali fuori dalle righe, inventori, scienziati, tassisti, giovani intraprendenti, gente che vive ed ha cose fantastiche da raccontare, non si può aprire se la Metro è piena da scoppiare, con le sue pagine che pari un gabbiano quando le sfogli. Ma il New Yorker, oh sì. Parevo un gabbiano rattrappito, ma un gabbiano felice, intento a leggere. Parevano 2 minuti da Harlem a Wall Street. Che storie, le storie del New Yorker.

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Leggetelo sul sito del New Yorker se vi va, sono 9 paginette internet in inglese, la storia  di un grande piccolo uomo, Apollo Robbins, un borseggiatore divenuto mago e poi attore e ora professore di trucchi a colloquio costante con scienziati e premi Nobel dell’economia.

Apollo Creed o meglio, Carl Weathers

Ora al di là del fatto che una persona quando si chiama Apollo mi sta immediatamente simpatico perché mi ricorda il grandissimo Apollo Creed, prima sfidante e poi grande amico e allenatore di Rocky Balboa, è una storia proprio bella, quella di Robbins. Una vita speciale.

Di fatto ti racconta come Apollo (Robbins) riesce a rubare qualsiasi cosa alle persone (la restituisce sempre!) anche prevenendole che lo sta per fare. E’ divenuto famoso, nei circoli scientifici, per avere focalizzato l’attenzione su una caratteristica umana, “la cecità non intenzionale”, il fenomeno di focalizzare l’attenzione delle persone così intentamente su una singola cosa da far sì che queste smettano di accorgersi di cose evidenti che le passano di fronte al naso (“inattentional blindness”, the phenomenon of focussing so intently on a single  task that one fails to notice things in plain sight). Così Robbins, personaggio affascinante e sveglissimo, riesce a portare a termine la sua innocua ma significativa dimostrazione di borseggiatore scientifico.

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Ecco, siccome da tanti anni a questa parte vi siete sentiti dire che i conti pubblici sono in ordine, e che lo saranno ancora di più domani, che le riforme hanno funzionato, e che funzioneranno ancora di più domani, e che l’austerità è stata necessaria a salvarci, non fatevi distrarre. Continuate a chiedere. Chiedere perché malgrado l’austerità i conti pubblici peggiorano, perché nessuno percepisce che vivere e creare impresa in Italia sia divenuto più facile, chiedere se è vero o no che fino al 2015 con le attuali politiche non usciremo dalla recessione. Se non lo fanno i giornalisti italiani, fatelo voi.

Le risposte che otterrete vi aiuteranno a capire meglio la realtà, se hanno ragione, per esempio, i rigoristi o i keynesiani. Non dico, per carità, che hanno ragione questi ultimi necessariamente. Dico solo che se non chiedete rischiate maggiormente di finire per essere accecati, malgrado le vostre migliori intenzioni, da qualsiasi affermazione mai comprovata.

5 comments

  1. Caro Prof., a proposito di programmi, lei vede una convergenza con il Movimento di Oscar Giannino ?
    Grazie,
    M.

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    • Purtroppo credo che la loro visione anti statalista piuttosto che di ricostruire uno Stato scintillante cozzi troppo con la nostra. Credo anche che la protezione delle piccole imprese sia qualcosa che gli interessi poco. Su alcune questioni, come la ricerca nell’università, possiamo convergere, ma anche su quello la loro enfasi è una di eccellenza senza grande interesse, mi par di capire, per una enorme alfabetizzazione universitaria come vogliamo noi.

      Reply
  2. Assolutamente giusto. Chiedere e non fidarsi di tutto ciò che ci dicono, perchè solo chiedendo riusciremo a farci rispettare. Solo un popolo colto e pronto può far capire che ci sono poche balle da raccontare.

    La superficialità ci sta uccidendo. Cerchiamo il buono in ogni popolo, in ogni cultura, in ogni religione e in ogni persona.

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