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Partiamo per il Viaggio: se vuoi, iscriviti e aiutaci

Ho tante cose di cui parlare con voi ma questi giorni ci sono tante altre cose di cui prendersi cura e quindi sarò on and off.

Di una vi voglio parlare.

Da tempo su questo blog alcuni di voi hanno chiesto, oltre ai commenti e alle opinioni che esprimo giornalmente, un impegno più preciso e fattivo. Lo stimolo è stato raccolto, anche se, confesso, l’avrei voluto fare comunque. Insieme a tutte quelle persone che non sono felici di come va il Paese per la mancanza di propositività costruttiva.

Vogliamo fare politica? Sì, certo, vogliamo dialogare con le persone. Le persone che ogni giorno lavorano con a fianco i problemi che affliggono il nostro bellissimo Paese, li toccano con mano, i problemi, e per questo scambiano quotidianamente preziose opinioni su come risolverli. Sono, queste persone, e le loro opinioni, un tesoro unico, che non va disperso e che permette a tutti noi, se lo vogliamo, di viaggiare lontano insieme, sapendo che l’unione fa la forza.

E dunque.

Dunque volevo rendervi noto, sperando di farvi cosa gradita, che ho aderito ad una nuova Associazione in qualità di socio fondatore, i Viaggiatori in Movimento, il cui sito potrete visitare a http://www.iviaggiatorinmovimento.it , dove troverete sia i nomi degli altri soci fondatori che, soprattutto, i valori che ci uniscono. Il web sarà uno strumento importante (ma non l’unico) nel nostro dialogare: grazie ad esso ambiremmo a discutere (sui nostri forum) varie proposte di cambiamento per il bene comune del Paese, più mirate e precise possibili, fino ad elaborare dal basso una piattaforma di proposte che influenzi il dibattito nazionale su questi temi.

Stiamo cercano nuovi Viaggiatori, cioè nuovi soci, e di radicarci sul territorio. Divenire socio ordinario (scaricando il modulo su http://iviaggiatorinmovimento.it/associati/ e scrivendo a iviaggiatorinmovimento@gmail.com ) richiede un pagamento annuale di 50 euro (25 per gli Under 30) e anche una qualche voglia di aiutare nello sviluppo dell’Associazione. Altrimenti avervi socio sostenitore (senza pagare) sarà altrettanto gradito. Come sarà splendido sapervi capaci di creare un Circolo locale di Viaggiatori (che richiede almeno 10 soci ordinari che pagano i 50 euro cadauno E almeno 50 soci sostenitori).

Invitandovi a entrare sul sito (dove troverai anche lo statuto, i forum, il blog, i nomi dei soci fondatori, i video ecc.) ed a contribuire all’elaborazione di un progetto per una Italia migliore vi metto in calce il testo in corsivo di una delle slide che troverete nella presentazione sulla home page del sito. L’ha scritta una nostra giovane socia, studentessa. E’ dai giovani che ci aspettiamo il massimo contributo intellettuale ed operativo: perché crediamo che abbiano il diritto ed il dovere di scendere in campo.

Siamo nel mezzo di una crisi culturale, dove vengono meno le certezze profonde e radicate nella società degli ultimi anni.

L’unica risposta possibile è un cambiamento: è necessario muoversi ripartendo dalla riaffermazione delle iniziative provenienti dal basso e che mettano al centro della vita civile la persona e le sue esigenze. Ed è necessario partire insieme, tramite un’iniziativa che permetta il confronto e la costruzione di un ponte che non serve a elevarsi, ma a superare un momento di difficoltà condivisa liberando creatività e desideri verso un nuovo sviluppo.

Noi vogliamo provare ad accettare la sfida che la realtà ci propone ponendoci come Viaggiatori in Movimento: vogliamo impegnarci per non rimanere fermi ma essere protagonisti di questo passaggio esponendoci, dialogando e condividendo il nostro percorso con tutti coloro che abbiano voglia di assicurare un futuro al proprio Paese. Siamo pronti per sperare e credere ancora che dai problemi possano nascere nuove opportunità.

13 comments

  1. Allora…ahahaha…scusate ma ancora rido…allora, è nato il movimento. Uno che fa? Va a vedere cosa si dice all’inaugurazione, giusto? E trova questo:

    http://iviaggiatorinmovimento.it/puntiamo-sulle-piccole-imprese/#comment-21

    No dico…comincia così…:

    “Dal 1968 in poi abbiamo assistito ad processo di indebolimento dei principali formatori dell’individuo”

    Ma benedetto figliolo il Pino Gori scrittore di questo infelice post; ma ti sembra il caso di cominciare a presentare un movimento politico in tempi di crisi del capitalismo prendendotela col 1968? (Pino…la crisi è del “capitalismo” capisci? Il ’68 non c’entra…Pino…pronto, Pino?)
    Ma te lo hanno detto che siamo nel 2012 e che i ragazzi sono nati alla fine degli anni ’80 e non gliene frega niente delle tue pruderies giovanili messe troppo brutalmente alla prova 44 anni fa? Se ti facevano scrivere qualche riga in più ci avresti attaccato un bottone così sull’Unione Sovietica…

    Quelli che con termine ammuffito e desueto chiami i “formatori dell’individuo” NON si sono indeboliti a causa dei movimenti 68ini, compris? Non cercare di vendere la tua storia taroccata né ai ragazzi a cui non interessa né a quelli che si ricordano e sanno che stai dicendo delle stupidaggini da destrorso becero.
    Pazzesco! Se non avete niente di nuovo da dire cercate almeno di vendervi in modo meno ridicolo.
    Vabbè, era solo un post, i prossimi saranno sicuramente migliori. ;)

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    • Non credo che tu abbia colto il punto.
      Si parte proprio dal ’68 perchè è proprio da li che si è assistito al degradamento del tessuto statale (soprattutto scolastico) e che ha formato la classe dirigente odierna.
      Le persone che oggi ci governano, i ministeri strapieni di gente nullafacente, la giutizia..il 6 politico non ti dice nulla?

      ho 22 anni e non è vero che ai giovani non interessa nulla del ’68. Per risolvere i problemi bisogna coglierne l’origine e imparare dagli sbagli. Non si può agire a “casaccio”.

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      • Grazie Luca. Aggiungo che si deve costruire una casa nuova col rispetto e l’ascolto delle altre posizioni senza paura o sprezzo di ciò che è diverso.

        Reply
      • Ecco, hai 22 anni e non sai niente di quel periodo. Se ti dico “riflusso nel privato” non sai nemmeno cos’è quindi informati.

        A) Io non sono minimamente un nostalgico anche perché nel ’68 ero un bambino. Ho vissuto, come il prof e altri del suo gruppo gli anni ’70 e sebbene di sinistra sono sempre stato molto critico verso i movimenti (non hai idea di cosa fossero le assemblee scolastiche a base di “cioè compagni al limite”, una cosa patetica). Ti informo che nell’ 80 era praticamente tutto finito e di concreto non era restato nulla se non una certa liberazione sessuale (vuoi un film sulla fine di quel periodo? “Ecce Bombo”, perfetto, l’unico film di Moretti che mi piace, ma anche “Io sono un autarchico” c’azzecca bene).

        B) Che dal ’68 sia cominciato una specie di processo di disgregazione dell’autorità è semplicemente una balla. Chi te le ha dette queste cose? Non stanno né in cielo né in terra, sono stati altri i fattori che hanno portato al degradamento dei tessuti ai quali tieni molto (l’autorità è intatta anzi sta meglio di prima, niente paura). In Italia lo stato e la scuola sono allo sfacelo per motivi estremamente più complessi di quelli che può indicare un’analisi capziosa e tendenziosa come quella del post di Pino e francamente sono allibito che il professore abbia licenziato un testo simile. Davvero non me lo sarei aspettato (lo stato e la scuola caro Luca sono istituzioni democratiche, capisci perché sono allo sbando?).
        Fa rabbia vedere che un giovane si beva delle balle simili ma non mi va di dilungarmi, piuttosto studia un po’ di storia per cortesia. E’ ovvio che il ’68 insisteva molto sulla ribellione anche fine a sé stessa ma questo è stato causato a sua volta da situazioni “macro” che mi meraviglia molto che tu non conosca, forse sei uno che legge poco. Del ’68 non è rimasto nulla di nulla nemmeno il buono che comunque c’era, quindi non ti fare illusioni che le cause storiche sono molto più interessanti delle spiegazioni da quattro soldi pro domo di qualcuno.

        C) Io non disprezzo mai il diverso caro professore, non è proprio da me. Disprezzo la falsità ringhiosa e se volesse essere così gentile da pubblicare quel Wiki sul lavoro che mi avevate mandato per posta (che se non sbaglio è dello stesso autore del post) magari si capisce meglio perché me la sono presa e soprattutto la mentalità e la sintassi random abituali in chi scrive impapocchiando all’unico fine di spacciare tesi di comodo.
        Chi continua a parlare di ’68 e Unione Sovietica durante una crisi del capitalismo ai miei occhi non ha nessuna credibilità e non si preoccupi che lascerà perplesse molte altre persone.

        D) Mi limito ad accennare che non vengo a criticare gratis. Il professore sta comunque facendo uno sforzo in prima persona ma purtroppo non si decide a “prendere il volo”; non si può dire che Monti e Draghi commettono errori che sarebbero inaccettabili al primo anno di economia e commercio, non è accettabile, non ha senso, significa “non dirla tutta”.
        Non si può focalizzare tutto solamente sulla PMI e sull’università senza dire niente sulle altre realtà sociali.
        Poi se ci sarà più parresia (parlar chiaro), se la strada sarà quella indicata dalla bellissima frase “Fantastico pensare a loro, ai giovani poco preparati” sono pronto a tassarmi mensilmente e non solo annualmente come ho già fatto, altrimenti come è mio diritto critico (ma ci credo poco nel colpo d’ala, devo dire).

        P.S.: Luca tu l’hai pagata la quota, sì? Non è che vieni a parlare gratis, no?

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        • Veramente io leggo molto e ascolto altrettanto.

          “Ecco, hai 22 anni e non sai niente di quel periodo. ” già ho capito il tipo

          “Che dal ’68 sia cominciato una specie di processo di disgregazione dell’autorità è semplicemente una balla. Chi te le ha dette queste cose?”
          È la mia sintesi dopo essermi documentato, aver chiesto a persone che lo hanno vissuto e confrontando la mia esperienza con la loro.

          “In Italia lo stato e la scuola sono allo sfacelo per motivi estremamente più complessi di quelli che può indicare un’analisi capziosa e tendenziosa come quella del post di Pino”
          Credo che tu stia sottovalutando il periodo di studi al liceo nella formazione di un individuo. Ad ogni modo il sei politico ha eliminato quello sbarramento tra chi studiava e andava avanti e chi invece no. La maggior parte di questi poi sono confluiti nella burocrazia e nel sistema scolastico. (Ministeri intasati, insegnanti incapaci ecc.)

          ” durante una crisi del capitalismo ai miei occhi non ha nessuna credibilità”
          Questa crisi economica mette alla luce proprio le crepe che ci sono nel nostro sistema.
          La Germania ha giocato un grosso ruolo nella cartolarizzazione massiccia pre-crisi finanziaria. L’italia ha fatto un millesimo a confronto. Eppure noi stiamo ancora qua. La Germania no.

          “P.S.: Luca tu l’hai pagata la quota, sì? Non è che vieni a parlare gratis, no?”
          Non ho visto alcun cartello in questo Blog. Quindi dovrei pagare per poter controbattere?

          Reply
          • Sì, certo, hai capito tutto. Il sei politico serviva a depotenziare le richieste serie dei movimenti Luca; sveglia, era visto come il fumo negli occhi.
            Guarda che il livello di letture di molti ragazzi veramente di sinistra era abbastanza altino e non avevano nessun bisogno della promozione facile che anzi era vista molto male. Si voleva cambiare la scuola ma per studiare altre cose e studiarle meglio, non per avere il sei.

            Comunque non insisto perché non sono un nostalgico e francamente puoi tenerti le tue idee; di quegli anni rimpiango solo il bello di aprire gli occhi con libri che per di più avevano il pregio di avere un alone di eresia che rendeva la lettura ancora più appassionante.

            P.S.: Luca, hai pagato i 50 euro al movimento del prof, sì? Non è che vieni qua a fare la spesa proletaria, no?

          • No scusa, mi ero perso la perla migliore. Ti cito:

            ————” durante una crisi del capitalismo ai miei occhi non ha nessuna credibilità”
            Questa crisi economica mette alla luce proprio le crepe che ci sono nel nostro sistema.
            La Germania ha giocato un grosso ruolo nella cartolarizzazione massiccia pre-crisi finanziaria. L’italia ha fatto un millesimo a confronto. Eppure noi stiamo ancora qua. La Germania no.———

            Tu non hai messo l’inizio della mia frase in cui dicevo che si perde credibilità se uno durante una crisi del capitalismo ( nel 2012!) si mette a parlare del ’68 e dell’Unione Sovietica (niente di grave l’omissione, aggiungo solo per contestualizzare meglio).

            A questo rispondi “Questa crisi economica mette alla luce proprio le crepe che ci sono nel nostro sistema.”.

            Un momento ma stai dicendo che le “crepe del nostro sistema” derivano dal’68, dall’Unione Sovietica o dai movimenti degli anni ’70?
            Vuoi dire che se “La Germania ha giocato un grosso ruolo nella cartolarizzazione massiccia pre-crisi finanziaria. L’italia ha fatto un millesimo a confronto. Eppure noi stiamo ancora qua. La Germania no”, questo è dovuto a ’68-URSS?

            Temo che tu stia dicendo proprio questo e quindi direi che è inutile replicare.

            Ci tengo solo a dirti che se io mi scaldo un po’ è perché credo che stiano per arrivare (l’anno prossimo, non fra un secolo) degli sconvolgimenti sociali che saranno tragici e mi sembra che non tutti se ne stiano accorgendo. Mi stupisce e non capisco come sia possibile ma poi leggo quello che scrivi e ho una spiegazione.
            Ovviamente mi posso sbagliare io, non succederà nulla e in quel caso farò ammenda con una piccola donazione al movimento dei viaggiatori.

            P.S.: Oh, Luca lo sai qual’era la regola dei movimenti degli anni ’70? Che ognuno era obbligato dare il suo contributo se voleva partecipare; hai fatto il versamento al movimento? Non sarai un imbucato, no? Ti mando il link:

            http://iviaggiatorinmovimento.it/associati/

            Forza Luca, hai preso le difese del movimento contro il mio proditorio attacco, ora fai vedere che non eri venuto qui solo a chiacchierare! Pensa che i 50 euro li ho versati io quindi…

  2. ANTONELLA CARUSI

    07/09/2012 @ 12:42

    IN BOCCA AL LUPO PROF.!!!!
    HO PROVVEDUTO GIA’ A PUBBLICARE SU FB SIA QUESTO ARTICOLO CHE IL SITO !!!
    UN SALUTO.

    Reply
  3. Gentilissimo Professor Piga,
    continuerò a seguire il suo blog perché la stimo moltissimo come economista, ma dal punto di vista politico ci sono molti punti di divergenza; per non essere noiosa non ripeterò quanto già scritto decine di volte.

    Però, una cosa, da ex maestra, gliela devo proprio dire.
    “L’introduzione dalle elementari di 1 ora di geografia e di 1 ora di storia europea” puzza di ideologia e di plagio lontano cento miglia.

    Storia e geografia già ci sono e comprendono anche l’Europa; pare che qui si intenda qualcosa di diverso. Sembra che la disciplina sia l’ “Unione Europa” e la si debba inculcare dalla prima (una follia dal punto di vista pedagogico, psicologico e dittico) alla quinta.
    Un trattamento che per fortuna non ha mai avuto nemmeno l’Italia: la si studia in modo più approfondito perché è una realtà che ci riguarda più da vicino (essendo impossibile fare uno studio così approfondito su tutto), ma sempre come parte di un percorso di conoscenza, mai con fini ideologici.

    Per non farla arrabbiare, non le dirò quale materia di quale periodo mi viene in mente; ma il senso della scuola è proprio l’opposto. La scuola è al servizio del bambino, non dell’Europa.

    La proposta è nettamente al di sotto degli ottimi Programmi del 1985.
    Ad esempio, nelle finalità generali, trasversali a tutte le discipline, si dice:

    “il fanciullo sia progressivamente guidato ad ampliare l’orizzonte culturale e sociale oltre la realtà ambientale più prossima, per riflettere, anche attingendo agli strumenti della comunicazione sociale, sulla realtà culturale e sociale più vasta, in uno spirito di comprensione e di cooperazione internazionale, con particolare riferimento alla realtà europea ed al suo processo di integrazione.”

    Non è una mera questione di forma: l’idea che sta dietro a questo concetto è incommensurabilmente più elevata di quella che sta dietro alla vostra proposta.

    I Programmi del 1985, ispirati alla costituzione, hanno un elevatissimo livello didattico, pedagogico, culturale, democratico e umanistico (che poi siano stati concretamente applicati più o meno bene, è un altro discorso).
    Le successive riforme sono state peggiorative (mi dicono, io non insegno più e non li conosco). Prima di proporre altri passi indietro, si faccia almeno la fatica di leggerli e di capirne il valore.

    Se avete tempo e voglia di leggerli, secondo me sono molto, molto profondi, interessanti non solo per chi insegna, dimostrazione di una VERA apertura mentale che sta diventando sempre più rara.

    http://www.edscuola.it/archivio/norme/programmi/elementare.html

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    • Silvia, grazie mille. Forse non ha letto l’ultima slide. Si sposti per favore sul sito dei Viaggiatori, sul Forum scuola, e avvii il dibattito. Dobbiamo costruire la posizione sulla scuola e abbiamo bisogno di persone per dibatterlo. Le nostre frase sono modificabilissime di fronte a ragionamenti interessanti e ragionevoli. Non si fa così politica?

      Reply

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