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Obama ci mostra come si fanno gli Stati Uniti Europei

Ecco guardate un po’ come come si fa una Unione di diseguali per che abbia successo.

Dopo la riforma Obama che prevede l’estensione dell’assicurazione sanitaria ad altri 17 milioni di cittadini che vivono al di sotto del 133% della linea di povertà si tratterà di aumentare la spesa pubblica in ogni Stato.

Chi pagherà? Ogni singolo Stato perché la riforma è stata fatta dal Governo centrale illuminato che sa che tutti devono adeguarsi allo standard deciso all’alto? O, riconoscendo l’importanza del rispetto delle diverse condizioni di partenza ogni Stato contribuirà a seconda del suo livello di ricchezza, magari con un maggiore supporto da parte dello Stato centrale per gli Stati più poveri?

La seconda che abbiamo detto. Ecco i dati tratti da New York Times:

 

Nei cerchi in rosso gli Stati che ricevono la più bassa percentuale del loro PIL dallo Stato centrale: New York, Massachusetts, District of Columbia. Sono stati ricchi.

Sotto, nei cerchi in verde gli Stati che ricevono la più alta percentuale del loro PIL dallo Stato centrale: Mississippi, Alabama, Arkansas. Sono stati poveri.

 

Il Governo federale centrale americano da sempre sa che l’Unione si basa sulla solidarietà. Anche e soprattutto quando si tratta di fare riforme che ovviamente come sempre costano di più ad alcuni e meno ad altri. E che spesso sono gli Stati più poveri ad avere maggiori costi dall’adeguarsi a nuovi standard.

Ecco perché gli Stati Uniti Europei devono nascere sotto spoglie diverse di quelle che pensiamo di dargli in questi giorni. Ne va dell’Unione degli Stati Uniti Europei.

6 comments

  1. Sono d’ accordo ma non ci si può limitare a parlare di solidarietà fra gli stati di un’ unione, bisogna dire chiaramente (se fossi io a scrivere ovviamente…) che per sbloccare l’ impasse, la stessa solidarietà “materialmente tangibile” di cui si parla in questo blog deve esserci anche e prima di tutto fra le classi sociali all’interno di ogni paese e non ne faccio minimamente una questione di giustizia astratta né tanto meno di “nobili intenti”; se non per altro perché senza un esplicito riferimento a dei valori e dei diritti, la cui realizzazione è in fondo il vero scopo finale di una buona economia in una buona società, si rischia di rimanere al livello di un piccolo e autoreferenziale centro studi autogestito. Poi magari lo scopo è proprio quello e ho capito male io, basta chiarirsi.

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    • Si. E dobbiamo (devo) parlarne di più. Ma attenzione che la solidarietà tra Stati che interessa è implicitamente tra classi sociali, come mostra bene l’esempio di Obama.

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  2. Ecco la risposta del ministro (ministra) delle Finanze Jutta Urpilainen:
    “Piuttosto che sobbarcarsi i debiti pubblici degli altri paesi, la Finlandia sarebbe pronta a abbandonare l’euro”

    Non sarà l’opinione di ogni singolo finlandese, ma la dichiarazione ufficiale di un ministro non è esattamente un’opinione personale.
    Quindi, si può dire che alla Finlandia l’euro va bene finché si tratta di privatizzare i profitti, poi al momento di socializzare le perdite, ti chiedono il Partenone e, se non glielo concedono, danno a tutti un bel calcio nel sedere!

    Il ministro tedesco Schaeuble, invece ha capito che la prima a rimetterci sarebbe la Germania e allora fa previsioni apocalittiche.

    http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-07-06/schaeuble-fine-euro-sarebbe-110726.shtml?uuid=AbOAab3F

    Comunque non so con quali argomentazioni Schaeuble riuscirà a convincere i tedeschi dopo il lavaggio del cervello (lacolpaèdeiporcimediterranei) che hanno fatto loro.
    Un esempio illuminante erano i commenti dei lettori dell’Handelsblatt che ha pubblicato l’editoriale di Roberto Napoletano “Schnell, Frau Merkel”.
    Commenti poi ripubblicati in Italia dal Sole 24 ore che però ha rimosso la pagina… alcuni si possono leggere qui:
    http://www.nonsolofole.it/?p=194260

    Ora professore capisce perché mi inalbero tanto relativamente alle responsabilità della propaganda di regime?

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  3. Non mi è chiaro tutto l’articolo. Si tratta, se ho capito bene, di come ripartire la nuova spesa sanitaria tra gli stati. Non è chiaro cosa significhi “Stati che ricevono la più bassa [rispettivamente alta] percentuale del loro PIL dallo Stato centrale”. Come fa uno stato a “ricevere una % di PIL”? Non metto in discussione un meccanismo che pesi maggiormente sugli stati più ricchi; semplicemente non capisco le due tabelle in relazione al riparto tra stati della nuova spesa.

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