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L’Europa vista dal cielo sopra Berlino

Il tempo sta per scadere. La campana potrebbe suonare già il 7 agosto, quando si conosceranno i dati sulla crescita del secondo trimestre dell’anno, purtroppo, temo, non buoni”. Così Giavazzi sul Corriere di oggi. Francesco per favore non farci perdere tempo: il tuo 7 agosto, lo sai bene, è già arrivato, pochi giorni fa, con i dati sulla crescita (recessione mostruosa con forte aumento di disoccupazione, specie giovanile) di Confindustria che ha avuto il coraggio di dirci di non aspettare il 7 agosto ma di muoverci subito. Piantiamola con questa finzione di far finta che Squinzi non abbia parlato e guadagniamo giorni preziosi. Muovendoci subito, via dai consigli di chi chiede di tagliare la spesa, scelta che così tanto ha contribuito a generare la recessione da domanda interna in cui ci troviamo ora, come dice Confindustria.

Ma veniamo alle cose serie dove invece fornisci stimoli importanti. Perché ci  riveli di un progetto incredibile che pare che qualcuno stia spingendo affinché si materializzi. Un progetto miope e sbagliato a mio avviso, ma non per questo meno desideroso di vedere la nascita.

Prima di tutto, vediamo di sottolineare le cose su cui concordiamo pienamente. Tu confermi che la Merkel esce vincitrice e non sconfitta dal vertice. Francesco, tu che di banche te ne intendi vedi subito la grande novità: il trasferimento della vigilanza bancaria a Francoforte presso la BCE, “decisione storica (dato che) neppure la Federal Reserve americana ha poteri tanto ampi”  (e chissà come è gli americani non se la sono sentita di fare un tale mostruoso accentramento di poteri in una sola istituzione, te lo sei chiesto? sono certo di sì).

Tu ricordi che la questione è talmente rivoluzionaria da porsi potenzialmente in contrasto addirittura con la nostra Costituzione europea, il Trattato di Maastricht visto che alla BCE sono consentiti solo alcuni compiti della vigilanza secondo l’art. 107 del Trattato [in realtà l’articolo rilevante è al comma 6 dell’art. 105 dove si legge che il Consiglio europeo può, all’unanimità e su proposta della Commissione e dopo essersi consultato con la BCE ed avere ricevuto l’assenso del Parlamento europeo, conferire alla BCE compiti specifici sulla supervisione prudenziale degli istituti di credito ed altre istituzioni finanziarie con l’eccezione delle assicurazioni]. Non solo, ma secondo te la rivoluzione è tale che addirittura le stesse casse di risparmio federali tedesche potrebbero opporsi ad una supervisione europea.

Ho il sospetto che la Merkel avrà gioco facile a fare sistema e a rassicurare le sue Casse: i tedeschi hanno mostrato già altre volte che quando devono muoversi in sintonia per un interesse nazionale più ampio sanno farlo meravigliosamente e di ciò gliene va dato atto. Piuttosto conta che, ribadisco, il passo epocale di venerdì notte è quello riguardante la vigilanza ed è talmente epocale da richiedere una modifica costituzionale. E anche qui ribadisco: sarà il caso che il parlamento europeo eserciti in tale sede tutto il suo potere negoziale anche arrivando a porre il veto di fronte a proposte che non garantiscono il controllo sulla BCE. Dominici, Serracchiani, parlamentari europei, rispondete per favore: siete pronti a questa battaglia che finalmente darà lustro al vostro ruolo?

Ma ora eccomi al nocciolo del tuo articolo. Ci ricordi che sullo spread nulla di sicuro è stato portato a casa dall’Italia (e ovviamente confermi che l’unica misura che potrebbe riuscirci è quella di dare potere alla BCE, cosa su cui concordiamo anche se tu sei contrario e io favorevole). Nulla di nuovo per noi. Ma poi ci racconti che la Merkel è disposta a concedere questo aiuto all’Italia solo in cambio di “un’ulteriore cessione di sovranità: Ad esempio accettare che, se un Paese non rispetta gli impegni che ha preso sui propri conti pubblici, la nuova legge finanziaria che si renderà necessaria non sia scritta dal suo governo e approvata dal suo Parlamento, ma scritta dalla Commissione di Bruxelles e approvata dal Parlamento europeo.”

Ulla. E da dove ottieni questa informazione che nessun giornale ha riportato sabato mattina? Vero, i giornali sono stati incredibilmente poco sottili nel riportare i risultati del vertice, ma certo non potevano sapere quello che pare tu Francesco sappia.

E che sarebbe disastroso per l’Unione europea. Un tentativo di esproprio di democrazia (la Commissione che scrive la manovra fiscale? E chi è la Commissione per farlo? E’ come se un organo non eletto negli Stati Uniti di America scrivesse la manovra di bilancio ma ci rendiamo conto?) di questo tipo fu già suggerito nel mezzo della crisi greca e i cittadini greci e addirittura il governo tecnico di allora si opposero a questa follia. Sarebbe la morte non solo della democrazia ma anche dell’Europa.

Ma da dove attingi questa informazione?

Io non so se tu hai visto cose invisibili a noi umani, ma non sono gli angeli sopra il cielo di Berlino, Francesco, che tu hai visto: sono altre cose, molto più brutte degli angeli. Gli angeli che io spero di vedere nella capitale dell’Europa che sogno, la Berlino che è rinata dopo l’espropriazione della nostra libertà, che è rinata grazie alla lotta dei miei nonni e dei miei genitori con il sudore della loro fronte è la Berlino dell’edificio del Reichstag ricostruito, dalla cupola trasparente gentilmente accarezzato dalla Sprea e protetto dagli angeli della solidarietà tra fratelli europei.

12 comments

  1. È singolare che il nostro Presidente della Repubblica, storico leader migliorista del PCI contrario alle logiche del centralismo democratico del partito, oggi sia consenziente e apertamente sostenga la creazione di un politburo tedesco sull’Europa.

    In termini di analisi gramsciana, la situazione europea è caratterizzata dalla “inflazione di potere” della Germania che presenta con credibilità il proprio dominio come funzionale non solo ai propri interessi, ma anche a quelli dei gruppi subordinati.

    Se questo è noto, dobbiamo ricordare anche che l’inflazione di potere dello stato egemone genera emulazione dagli altri che diventeranno suoi concorrenti. Infatti, è storicamente provato che una tale situazione, dopo un certo tempo, riduce la “superiorità”, la specialness, dello stato egemonico che si trova a vivere una leadership involontaria.

    È stato il problema della Russia sovietica, ma anche degli USA nell’Occidente, e ben presto lo sarà per la Germania nell’UE.

    Invece di affrontare i veri problemi strutturali, i nostri governanti ciecamente si stanno schiantando contro la montagna di roccia sempre più vicina all’orizzonte!

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  2. Gentile Professore,
    mi scuserà se se non voglio neppure considerare le parole di quel microscopico uomo che gode di immeritata fama e autorevolezza e che firma alcune tra le più vergognose pagine del giornalismo italiano.
    Non voglio neppure commentare l’intervista a Hans-Werner Sinn ( http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-03/sinn-atene-ottenuto-euro-111537.shtml?uuid=AbLiG01F ) o l’operato dei signori Monti, Barroso, Draghi, Merkel… e dei partiti italiani. Sono sotto gli occhi di tutti e si commentano da soli.

    I trattati europei e l’euro sono antidemocratici e antisociali e non si intravvedono all’orizzonte neppure la più pallida e flebile possibilità e volontà di migliorarli in senso democratico.

    Al contrario non ho mai compreso cosa ci sarebbe di anti-europeo (e qui l’aggettivo si riferisce a un’altra Europa, quella ideale che sogna lei) o di anti-democratico nell’uso di più monete con cambio flessibile, che è soltanto opera del naturale funzionamento della legge della domanda e dell’offerta. Monete che FORSE potrebbero anche affiancare l’euro a livello locale come proposto dal Professor Luca Fantacci.

    Quanto a Berlino capitale, come sostiene Cesaratto i tedeschi sono “Un popolo meraviglioso che collettivamente riesce però a produrre solo disastri”.
    http://politicaeconomiablog.blogspot.it/2012/06/monti-di-paracetamolo-ovvero-il-super.html

    Nel solo ’900 due disastri li hanno già prodotti, il terzo è in corso e non si sa come andrà a finire. Mi pare che l’Europa sia nata anche un po’ per tenere a freno, dopo la riunificazione, il loro reiterato e attualmente evidente desiderio di dominare (e punire) il continente.

    Le ricordo che, per quanto sgradevole, l’Italia è stata alleata della Germania fino a 5 minuti prima della fine della guerra. E quella parte di nonni che ha combattuto contro il nazismo e il fascismo certo non poteva immaginare di stare morendo perché i loro nipoti si ritrovassero Berlino capitale.
    Quindi questa attribuzione è una sua pura fantasia.

    Per quanto mi riguarda Berlino non sarà MAI la mia capitale, piuttosto vado a fare la lavapiatti in Nuova Zelanda.

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    • Silvia, se vogliamo avere un dialogo dobbiamo portare rispetto a tutti. Non vedo che cosa ci sia di vergognoso in Giavazzi: solo opinioni da cui differire. Se non lo facciamo con la forza degli argomenti ma con gli insulti non vedo come possiamo vincere la nostra battaglia qualsiasi essa sia piuttosto che essere isolati in un narcisismo solitario. Dobbiamo continuare a discutere con calma come lei ha sempre fatto sinora.
      Non c’è nulla di anti europeo in un cambio flessibile, chi l’ha mai detto? Abbiamo un cambio flessibile con la grande Polonia che combatté per la nostra libertà a Cassino. Io sono convinto di 2 cose: che partendo dall’euro romperlo rallenterà la costruzione europea e che ci si possa assolutamete salvare senza passare a cambi flessibili. Su questo come lei sa differiamo.
      Ma. Su altro non credo dovremmo differire. Eppure.
      Io non credo che i tedeschi fanno collettivamente dei disastri, penso sia una posizione stereotipata per non dire altro. Anche noi allora facciamo disastri? E la Francia? E la Svezia? E la Russia? Io credo che abbiamo tutti delle responsabilità per i nostri errori passati, e anche che un mio collega tedesco non abbia più responsabilità di me per quanto avvenuto durante il nazismo.
      E’ mai stata a Berlino? Ha visitato Berlino est ed i suoi quartieri di artisti? Sono certo che sì, è meraviglioso e si respira un’aria bellissima di pace e tolleranza.
      Se vogliamo tenere in piedi l’Europa è per evitare di finire per insultarci a vicenda e poi chissà cos’altro come è già avvenuto. E questo può avvenire solo se discutiamo le nostre differenze nei momenti di difficoltà reciproca senza mollare appunto alla prima difficoltà.
      Strana la Nuova Zelanda. Anche io voglio andare a finire i miei giorni lì. Ma dopo aver fatto l’Europa.
      Con stima.

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      • Gentilissimo Professore,
        ha assolutamente ragione a dissociarsi e a rimproverarmi siccome questo è il suo blog e io, in qualità di ospite, dovrei essere educata nei suoi confronti. A essere sincera, non pensavo che avrebbe pubblicato un commento tanto pesante.

        Disastri ne hanno combinati tutti, però la Germania è la sola che sta tentando di reiterarli (speriamo almeno senza armi).
        Nessuno è perfetto e non mi piace il vittimismo; ognuno ha la sua parte di responsabilità e ognuno dovrebbe contribuire alla soluzione. Invece, quello che sta facendo la Germania ADESSO è un gioco molto pericoloso che potrebbe avere conseguenze tragiche (di cui abbiamo solo i primi assaggi).
        In questo periodo, fare di Berlino la capitale ha un significato simbolico che non posso accettare per il pericolo a cui ci espone.

        Grecia, Portogallo, Italia da un bel po’ di tempo stanno semplicemente eseguendo gli ordini che, più o meno direttamente e apertamente, vengono da Berlino. Non penso che costoro abbiano il diritto di umiliarci trattandoci come somari, specie se prima ci hanno azzoppati e poi ci hanno dato i compiti sbagliati (come dimostrano i loro effetti disastrosi che ha pubblicato lei stesso).
        Penso che abbiano avuto gioco facile ad avvantaggiarsi di una moneta e di trattati a loro favorevoli e che ora si siano montati la testa. Vanno ridimensionati (e non premiati) prima che sia troppo tardi.

        Berlino è una bellissima città, non ho niente da dire in contrario, solo che non la voglio come capitale. Non voglio che l’Europa diventi una grande Germania, perché questo stiamo diventando, non l’Europa dei suoi sogni.

        Mi dirà che sono una presuntuosa arrogante a voler aver ragione con lei. E avrebbe ragione se lo stessi dicendo io, ma ce lo stanno dicendo tantissime autorevolissime persone. Al signor Polito (dalla principale testata d’Italia la stessa dell’altro signore… capirà che alla lunga il rispetto possa venir meno) va comunque il merito di essere stato particolarmente esplicito:

        “A questo alludono tutti i tentativi di introdurre qualche forma di condivisione del debito ………. Però questa strada è percorribile solo se si comprende che nemmeno alla Germania si può imporre una deroga al principio cardine della democrazia: no taxation without representation ………………….. :è impossibile chiedere ai contribuenti tedeschi di essere pronti a rimborsare gli eurobond senza che essi abbiano la possibilità di scegliere chi spende quei soldi. …………………..
        Il punto è: tutti coloro che accusano la Germania di egoismo e miopia, compresa la nostra spendacciona classe politica, hanno ben chiaro che significa fare questo passo? Sono pronti a cedere cruciali poteri sovrani sul bilancio, sul welfare, sulle tasse?” (AI TEDESCHI MICA ALL’EUROPA, ndr)

        http://www.corriere.it/editoriali/12_giugno_05/polito_abf3326e-aece-11e1-8a11-a0e309a9fded.shtml

        A parte che mi giunge nuova questa definizione di democrazia (forse per questo non riuscivo a trovarla nei trattati europei) per cui toglieranno il voto ai PIIGS o esautoreranno i loro eletti, o toglieranno il diritto di voto agli indigenti? comunque…. io non sono pronta e lei?

        ps Guardi a me l’Italia piace proprio tanto e sarei curiosa di vedere la Nuova Zelanda solo se avrò la fortuna di andarci da turista.

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    • Su Giavazzi, volendo entrare nel merito, ci sarebbe solo da dire: dov’è il suo rispetto per le sofferenze reali e tangibili che stanno vivendo migliaia, e presto milioni di italiani, (per non parlare dei Greci) a causa delle politiche e degli accordi che lui propugna e certamente non da oggi e non solo con l’articolo oggi in commento?
      Usque tandem uomini che non mostrano di tenere conto dei fatti, di evidenze sempre più schiaccianti, e del loro valore assiomatico e scientifico, possono arrogarsi il diritto di condizionare il destino degli altri?
      Certo non si può dire che manchi di “potere” un economista che scrive editoriali sul corsera, si erge a riformatore dei sussidi alle imprese, nella più totale assenza di accountability rispetto al public scrutiny, abituato alla automatica tirannia del segreto (su presupposti e finalità obiettivamente dimostrati) e sprezzante del pubblico confronto.
      Certo non ha la stessa voce di uno qualsiasi dei cittadini italiani che subisce il clima politico-culturale da lui creato con anni di visioni che sarebbe eufemistico definire distorte, estremistiche.
      Cittadini che, lungi dall’essere solo lamentosi e irrilevanti pedine del gioco delle elites che lui ama sopra ogni cosa, sono uguali a lui perchè questo è scritto nel patto fondante della nostra comunità democratica italiana. Uguali a lui e certo capaci di giudicarlo così come lui sentenzia implacabile e privo di tracce di humanitas dalle pagine dei giornali posseduti dai “potenti”: per Giavazzi riconoscere di essere un cittadino italiano uguale a tutti gli altri sarebbe forse lo shock della sua vita.
      Il potere è responsabilità se si crede nella democrazia (se).
      Responsabilità verso gli altri dei cui destini, condizionati anche dalle nostre parole, pesanti come pietre, non possiamo ignorare esigenze, speranze di vita, benessere “minimo”….e questo perchè glielo dobbiamo per ogni istante in cui viviamo in questa comunità fondata sulla Costituzione del 48 e non certo sul frammentato, contraddittorio, furbesco e volutamente oscuro (Giuliano Amato dixit) trattato di Lisbona.
      Ecco, quello che traspare da tutto il pensiero di Giavazzi è il disprezzo per gli altri, per la plebe ignava e colpevole “a prescindere”, per gli impiegati pubblici, per gli operai, per i signori “nessuno” senza diritto di replica che continua a considerare come oggetto di ogni possibile misura e “esperimento” di politiche CHE NON HANNO MAI FUNZIONATO IN ALCUN TEMPO E IN ALCUN LUOGO.
      E il brutto è che non è il solo a essere così e, nel ribaltamento tipico delle epoche oscure (come ben spiega il Tao-Te-Ching), questi uomini assurgono a posizioni di comando: ed ecco che giunge l’epoca del “Ristagno”, (n.12, “PI” “Il grande se ne va, il piccolo si avvicina: i modi delle persone inferiori sono in ascesa, i modi dei nobili in declino”, dal libro I-King, con prefazione di C.G. Jung)

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      • Non sono d’accordo. Giavazzi ha diritto alle sue idee, che sono stimolanti e che ci obbligano a trovare contro-argomenti. A noi spetta smontare le sue idee col ragionamento non con il disprezzo che flirta inevitabilmente con la violenza ed il narcisismo solitario: nessuno ci ascolterà più ed avrebbero ragione. E la bella notizia è che secondo me abbiamo un’armata di argomenti per fronteggiare i suoi con la certezza di imporci nell’agorà.

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        • Nessuno nega il diritto di Giavazzi alle sue idee. Giammai avrei pronunciato simili parole.
          Il “disprezzo” da me evidenziato è quello di Giavazzi verso la “gente comune”; cioè lui è il soggetto attivo, il “disprezzante”.
          La mia era quindi solo una critica essenzialmente condotta sulla base dei principi fondanti della Costituzione democratica.
          E in ciò non c’è “narcisismo solitario” o flirt con la violenza, incompatibili con i valori costituzionali e umani in cui credo e che ho semplicemente richiamato.
          D’accordissimo: gli argomenti per confutare tale “pensiero” sono così tanti che coincidono con la scienza (macro)economica, la logica, e la teoria generale del diritto.
          Il problema è che nell’epoca del “Ristagno”, l’Agorà è presidiata dai “piccoli” (in senso valoriale) e coloro che dovrebbero ascoltare non possono farlo (Kafka scrisse su ciò “Il messaggio dell’imperatore”).

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  3. Per prevenire equivoci, quando scrivo che i tedeschi “vanno ridimensionati”, intendo dire che il loro potere in ambito europeo va ridimensionato.

    E quando dico che la Germania sta ripetendo lo stesso errore, mi riferisco all’intento di dominare l’Europa. Intento che credo sia attribuibile principalmente a un’élite e alla classe politica, perché penso che invece il sentimento più diffuso tra la gente comune sia di scaricare i PIIGS (per quel che vedo pubblicato sui giornali, non ho nessun dato, sono solo mie supposizioni). Pensano che noi siamo la causa di tutti i mali e non hanno capito che sbattendoci fuori i primi a rimetterci sarebbero loro (cosa che naturalmente a un livello più alto hanno capito benissimo, per cui purtroppo ci vogliono tenere nell’euro, ma non sanno che scusa raccontare agli elettori).

    Un po’ ingarbugliata… scusate è tardissimo…

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  4. Gentilissimo Professore,
    tutti hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni, ma ciascuno di noi è altrettanto libero di stimare o disprezzare gli altri per quel che dicono e fanno, specialmente se si tratta di persone pubbliche in grado di influenzare l’opinione di tanta gente e non solo, quindi con grandi responsabilità.

    Ogni giorno ci scrive per i giovani e meno giovani disoccupati, per le tantissime persone oneste che lavorano con impegno e non arrivano alla fine del mese. Per imprenditori e pensionati disperati. Per le attività che chiudono. Per i bambini abbandonati in Grecia, non abbastanza denutriti da far pena alla griffatissima signora Lagarde.
    E con ammirevole impegno e tenacia cerca le soluzioni e ci fa sapere che le soluzioni esistono, magari non assolute, complete, perfette, ma esistono. Si affanna a scrivere nobili appelli. Resteranno inascoltati perché chi può fare qualcosa non la sta a sentire. Non la vuole sentire.

    L’altro giorno ha pubblicato un bollettino di guerra (di Confindustria). Non ci sono carri armati né bombe, ma è una guerra, ci sono vittime e il loro numero è destinato ad aumentare. Questo è l’inizio di una dittatura, una dittatura che hanno trovato il modo di realizzare senza l’utilizzo della violenza e con l’aiuto della manipolazione. Spero capirà che il bon ton in certe situazioni possa passare in secondo piano.

    Come Luca, credo che chi non rispetta i diritti e le sofferenze di queste persone, chi non utilizza le proprie capacità, le proprie competenze e la propria posizione per il bene collettivo affinché a tutti sia garantita una vita almeno dignitosa, ecco, credo che queste persone non meritino alcun rispetto.

    Discutere con loro e controbattere le loro “opinioni” è assolutamente inutile perché quello che io ho capito in modo frammentario, con tanto sforzo e dopo tante ricerche (e su cui so che concordiamo), loro lo sanno benissimo da sempre.

    So di aver sbagliato, e gliene chiedo scusa, a scrivere quello che penso qui, sul suo blog, dove lei mette la faccia, le sue grandi capacità e conoscenze e un eccezionale, nobile, ammirevole impegno.
    Ma è tutto qui.

    A lei la più assoluta libertà di pubblicare.
    Con stima

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    • Carissima Silvia. Io sono qui per vincere. Per nient’altro. Mi hanno sempre insegnato che le vittorie non sono mai facili. Non sono mai rapide. Ci vogliono secoli, a volte millenni. Mi hanno anche insegnato (chi? boh, dai miei genitori ai libri bellissimi che ho letto e che leggerò, ai miei figli, alle persone a me carissime, a tutto il bello che mi circonda) che l’elemento finale che permette la vittoria è quella goccia che ha scavato la pietra dopo miliardi di gocce prima di lei, e che si è infilata sotto terra ed ha raggiunto tramite un fiume sotterraneo un terreno secco ed arido lontano migliaia di milioni di chilometri a distanza per far spuntare il primo filo d’erba.
      Mi hanno anche insegnato che è la parola, solo lei, quella gentile come la mia a volte, appassionata come le sue Silvia, che rompe il mondo in due che si schiude al nuovo ed al bello. Nulla è inutile, nulla, se fatto con convinzione, passione, e ottimismo. Continui a scrivere per loro, lei sa come farlo. Vinceremo, glielo prometto.

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