Bene ha fatto Giavazzi a ricordare a tutti che il Presidente Monti sta ancora valutando le diverse candidature ricevute per l’importantissimo posto di Direttore Generale del Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Siamo certi che Monti sta valutando le candidature pervenute con occhio imparziale e senza riguardo alcuno per suggerimenti impropri.
Persona, il nuovo Direttore Generale, che sarà responsabile – tra le altre cose – del (in ordine non necessariamente di importanza):
a) gestire le nomine ed il controllo delle società partecipate;
b) gestire e indirizzare l’agenda internazionale, compresa la posizione verso lo stupido Patto fiscale dopo le elezioni francesi;
c) gestire e rilanciare – assieme a Ragioneria e DAG (Dipartimento dell’Amministrazione Generale, del Personale e dei Servizi del Ministero) – il controllo della spesa pubblica (anche grazie alla società Consip SpA) nonché il patrimonio pubblico;
d) gestire il debito pubblico italiano comprese le operazioni in derivati. E dunque, tra le altre cose, gettare luce su quanti derivati detiene in pancia lo Stato italiano (che caratteristiche hanno, con quali controparti sono stati effettuati, qual è il loro valore di mercato) e decidere la politica futura su di essi, compresa la svolta di trasparenza necessaria per rassicurare i mercati finanziari data l’oscurità di quanto fatto sinora e la difficoltà di capire che ruolo hanno giocato i derivati e la loro gestione nell’alzare lo spread italiano nei passati mesi ed anni.
Non poca roba. Chiedere di conoscere i curricula di chi ha intervistato il Presidente Monti pare, per questo paese, ancora troppo avanzato. Ma confidiamo, come sempre, nel nostro Presidente del Consiglio per una svolta decisiva per una istituzione, il Dipartimento del Tesoro, tra le più importanti e prestigiose del Paese.
21/03/2012 @ 10:41
In merito al punto d): invece di inserire il pareggio di bilancio in costituzione, sarebbe molto meglio (provocativamente?) inserire un comma che obbliga lo stato alla completa trasparenza in materia di derivati e relative esposizioni. La costituzione del ’48 fu scritta quando gli strumenti derivati e la finanza creativa non esistevano ancora.