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La moneta non fa la felicità. Senza spesa pubblica.

Bene, ora che la politica monetaria c’è avremo la crescita?

Non ricordo quando un’area che non avesse a disposizione il cannone del tasso di cambio abbia saputo uscire da una recessione senza l’aiuto di più spesa pubblica. Il mio amico Riccardo Fiorito potrà forse dirmelo lui che si intende di queste cose.

L’importante è che anche i mercati cominciano a dirlo esplicitamente; ecco un market-maker che dice alla Reuters:

Gli spread italiani e spagnoli a 10 anni potrebbero perdere 20-25 punti base nelle prossime settimane …. ma con difficoltà i tassi a lunga scenderanno sotto quella soglia del 5% che prevaleva prima che questi paesi fossero succhiati dentro questa crisi: “per far scendere i tassi sotto questo livello cruciale del 5% …. dovremmo vedere un miglioramento strutturale che per ora, se guardiamo al lato del debito, non pare all’orizzonte” dice Michael Leister, una strategista di tassi a la DZ Bank. “Tutti questi fattori negativi che il mercato ha di fatto ignorato dall’inizio dell’anno cominceranno a rientrare in gioco e l’impatto della liquidità a svanire”

Ed ecco un altro market-maker che di mercati se ne intende che, finalmente, scomincia a chiederesi se non sia venuto il tempo di ricorrere a più spesa pubblica, citando anche qualcun altro che, anche se timidamente parla di espansione con bilancio in pareggio via aumento delle tasse e senza deficit pubblico. Cose di cui parliamo da mesi ma che poco hanno finora raccolto in termini di consenso politico.

E’ un primo passo, ma quanto tempo dobbiamo ancora aspettare fino a quando saranno tutti convinti che va fatto per salvare l’euro? La stampa di carta moneta in fondo, non ci può salvare, è solo carta che non può creare felicità, morfina. La maggiore spesa crea lavoro, impresa, domanda, PIL, è la medicina che permette di fare le riforme, la terapia. Tutte cose essenziali per rimettere in moto il progetto culturale dell’Europa dell’euro, la bellezza della vita.

2 comments

  1. roberto nastri

    01/03/2012 @ 14:20

    Del tutto d’accordo con lei, prof. Piga.
    Iniziamo allora con lo spendere soldi che abbiamo, ma che per l’inefficienza della PA non riusciamo a spendere, al Sud come al Nord (In Liguria, come in altre Regioni, vi sono ancora centinaia di milioni di euro di fondi strutturali non spesi.)
    Lanciamo un programma nazionale di supporto alla PA perchè possa spendere subito, fornendo – lo si può fare in pochi mesi – strumenti per migliorare gli appalti ed il controllo della spesa, altro che sequestrare le riserve di tesoreria degli enti locali.
    Se non partiamo dall’organizzazione della spesa, potremmo anche rendere disponibili risorse enormi, senza poterle poi utilizzare: come riempire un lago e poi tentare di vuotarlo tramite un rubinetto.

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  2. roberto nastri

    01/03/2012 @ 14:32

    Aggiungo: nel rapporto sulla competitività del WEF dell’anno scorso Italia e Grecia stanno, rispettivamente al 92° ed al 84° posto per la qualità delle loro istituzioni (indicatore non irrilevante ai fini della capacità di spesa), mentre Germania e Francia, stanno, rispettivamente al 13° e 26° posto.

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