Magica Empoli, schiacciata tra le giganti Siena e Firenze, piena di orgoglio per la sua storia, preoccupata per il suo destino che guarda alla Prato di Edoardo Nesi con un occhio triste e un fare distante.
“Noi non dovremmo fare università qui, i nostri facciamoli viaggiare verso Firenze, Siena e perché no altrove. A Empoli abbiamo una grande tradizione con i nostri licei, dovremmo investire le nostre risorse lì.” A pitturare i muri delle scuole, penso io, a dare bellezza e cultura. “Siamo 4 volte più piccoli di Prato ma loro hanno solo il doppio dei nostri studenti”, mi dice con orgoglio malcelato Rolando, l’occhio di chi vede da lontano la ricchezza dell’immenso potenziale giovanile.
Collegiata di Sant’Andrea, Empoli
E i giovani studiano, di prima mattina, nella bellissima biblioteca comunale Renato Fucini, dove i manoscritti del settecento albergano accanto ai moderni PC, dove il Direttore mi dice con orgoglio che ogni libro ha il suo codice a barre riconosciuto con wi-fi. Così non li rubano, faccio io. “No, no ma che vuole che sia, va bene se li rubano, se circolano e girano fuori per le strade i libri, noi vogliamo solo numerare l’uscita. Perché così dimostro al mio sindaco che ci sono maggiori ingressi nella mia biblioteca ogni anno, circa 20.000, che alle partite dell’Empoli.” La mia biblioteca, va bene se li rubano. Bellissimo. Il sorriso è ampio, dolce e un po’ pazzo, da toscano. Restaurata in 10 anni, da antico Istituto scolastico che era, mi rilasso nella bellezza del porticato, felice di godermi un’opera pubblica che sa di bello e di orgoglio, lo stesso orgoglio che ha una delle dipendenti quando mi illumina una sala al piano terra dove emerge nel fresco della sala un affresco del Duecento, portato a galla dai restauri, un’Ultima Cena che Leonardo della vicina Vinci, chissà, avrà visto?
I gelati Sammontana occupano circa 350 persone, ma la domanda che tutti si pongono è come rinascere. La voglia di sottoscrivere l’appello per i giovani è tanta, al bellissimo incontro serale al circolo SEL empolese di Valdelsa e alla Casa del popolo del Pozzale, in cui abbiamo discusso di economia e sviluppo. Mi colpisce il giudice di pace che ruba l’elenco delle firme per continuare a girare l’indomani per la città e ottenerne ancora di più; ci crede, lui che con gli stagisti giovani ha visto il suo ufficio lento e annoiato, ritrovare vitalità e produttività.
Qualcosa escogiteremo, per rinascere. Qui si narra della presa di Sanminiato, episodio di guerra inventato ma non per questo meno reale, da parte degli empolesi che ebbero partita vinta, installando candele e lumini a olio sulla testa di pecore e capre, condotte di notte intorno alle mura di San Miniato assediata e costringendo alla resa per manifesta superiorità numerica gli assediati.
Ecco, una idea che genera una vittoria. Un’idea per ogni impresa. Basta renderlo possibile, spostando tutto il peso della nostra politica industriale verso le piccole imprese, quelle idee che stanno lì nel nostro genio, e che non emergono perché mai aiutate. Un Ministero per la Piccola Impresa, come negli Stati Uniti. I cui uffici siano in tutte le Empoli d’Italia.