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La maratona che non dobbiamo perdere

Eccoci qua, con l’euro in crisi mentre yuan cinese e yen giapponese firmano uno storico accordo di cooperazione internazionale. Insomma sì, i loro leaders che vedete nella foto. Come tra Francia e Germania, solo qualche decennio addietro, trattasi di due nemici acerrimi che si siedono al tavolo delle negoziazioni monetarie: Cina e Giappone, come riporta (mia traduzione) il Wall Street Journal (grazie  a @LemaSabachthani su Twitter per il suo suggerimento).

La Cina ed il Giappone annunciano una serie di accordi che promuoveranno lo sviluppo dello yuan cinese nel commercio internazionale e negli investimenti tra la seconda e la terza potenza economica mondiale, che limiterebbe in parte l’utilizzo del dollaro statunitense in Asia, il continente che si sta sviluppando di più al mondo. In particolare i 2 paesi hanno concordato di promuovere commerci utilizzando direttamente le 2 valute  yuan-yen invece che di passare per l’intermediazione del dollaro. Ma anche di promuovere la detenzione da parte giapponese di riserve valutarie (comunque dominate ad oggi dal dollaro statunitense) in yuan cinesi….

Come reagiscono gli Stati Uniti ad una tale mossa? Sempre su un articolo del WSJ si legge che “il tentativo di ridurre l’utilizzo del dollaro … potrà mettere in difficoltà le banche statunitensi che ne guadagnavano – affermano fonti ufficiali americane. Ma non dovrebbe, aggiungono tali fonti, dispiacere al governo Usa perché ciò è coerente con l’obiettivo del G20 e delle nazioni emergenti di fare dello yuan cinese una valuta più flessibile.

L’economista americano Morris Goldstein aggiunge che “questa non è una gara sprint, ma una maratona”. Esatto. Mi dice il mio amico Flaviano, esperto maratoneta, che durante i 42 km si formano spesso alleanze tra 2 dei contendenti per far saltare il ritmo ad un terzo, così da giocarsela poi all’ultimo miglio solo tra di loro.

Eppure noi europei dovremmo saperne di maratone, non è nata da noi?  Sappiamo come vincerle. A volte con un sacrificio supremo. Come quello di Filippide che morì  proclamando la vittoria o, come ricorda il poeta inglese Robert Browning cantando  che “Atene è salva”:

So, to this day, when friend meets friend, the word of salute

 Is still “Rejoice!”—his word which brought rejoicing indeed.

 So is Pheidippides happy forever,—the noble strong man

 Who could race like a God, bear the face of a God, whom a God loved so well;

 He saw the land saved he had helped to save, and was suffered to tell

 Such tidings, yet never decline, but, gloriously as he began,

 So to end gloriously—once to shout, thereafter be mute:

 ”Athens is saved!”—Pheidippides dies in the shout for his meed.

Un altro grande maratoneta era Helmut Kohl, cancelliere tedesco che prese la coraggiosa decisione di riunificare le due Germanie al tasso di cambio 1 a 1 tra marco occidentale ed orientale, salvando la Atene teutonica. Una scelta che non piaceva ai tedeschi ed ancora di meno alla Bundesbank protettrice della stabilità monetaria interna. Ma una scelta che lui prese, per il bene del “fratello più povero” e più in difficoltà. E cosa avvenne? Kohl fu rieletto, contro ogni aspettativa, da cittadini che ben compresero il suo progetto di lungo periodo, la coesione interna tra fratelli tedeschi che sottintendeva allo stesso e che sarebbe stata distrutta da decisioni di diverso stampo consigliate della banca centrale. Il Presidente della Bundesbank rassegnò le dimissioni. La Storia non si ricorda già più di lui.

La Cancelliera Merkel fronteggia una situazione molto simile. Essa non può rendersi conto del rischio di vedere sfumare il progetto dell’euro, con il potere geopolitico connesso ad esso, e soprattutto il progetto di fratellanza europea tra  centinaia di milioni di cittadini. Fratellanza tra 50 anni, certo, ma sempre fratellanza, tra i nostri figli. Se essa vuole essere quel leader che Kohl, suo padre politico, fu, se vuole entrare come lui nella Storia dovrà rischiare.

Signora Merkel, salvi Atene, salvi l’Europa, anche a rischio di perdere quei voti di quella Germania che non capirà. Io confido che ancora una volta i tedeschi capiranno e noi italiani daremo allora una svolta alle nostre politiche per far crescere insieme l’Europa terza potenza mondiale tra pari.

PS: Kohl fece molte maratone. Una di queste deve rimanere indimenticabile e deve essere insegnata in ogni liceo che si rispetti nei corsi di storia. Di quella meravigliosa gara rimane questa foto.

 

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