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Appalti pubblici: gare sempre chiuse alle (M)PMI

L’On. Raffaella Mariani giustamente ricorda al Sole 24 Ore come la legge delega sul recepimento della Direttiva europea sugli appalti pubblici ora all’esame della Camera deve “contenere maggiori riferimenti alle micro, piccole e medie imprese (MPMI), anche in coerenza con il tessuto produttivo italiano… recuperando in pieno lo spirito e l’ottica originaria delle Direttive”. Mentre in Europa le MPMI generano il 71% del PIL europeo, esse si aggiudicano solo il 42% degli appalti pubblici. Questa differenza, il 29%, che viene generalmente chiamato indice di discriminazione verso le MPMI negli appalti pubblici, in Italia, paese in cui le MPMI dovrebbero essere al centro di ogni attenzione politica, è massima tra quelle europee, arrivando al 48% (in Germania è pari al 5%): un masochismo inaudito.

I fattori che concorrono a questa situazione sono svariati e a volte sinergici: corruzione (le imprese grandi avendo al riguardo più “influenza”), collusione (le MPMI partecipano più raramente ai cartelli), incompetenza abbinata ad avversione al rischio delle stazioni appaltanti (che porta queste ad andare sul sicuro, comprando sempre dagli stessi grandi fornitori storici) e centralizzazione crescente delle gare. Al riguardo di quest’ultimo fattore, non può essere lasciato cadere quanto sottolinea la relazione annuale dell’ANAC che il valore medio dei lotti in Italia è cresciuto, dal 2011 al 2014, del 33%, da 600.000 a 800.000 euro, fattore che rende sempre più arduo per le MPMI partecipare.

La legge delega sfiora alcuni di questi temi, ma quando lo fa è destinata, se le cose rimarranno come sono ora, a avere un impatto praticamente irrilevante su questo stato delle cose.

Prendiamo la questione della maggiore professionalizzazione delle stazioni appaltanti. E’ menzionata là dove si prevede che l’ANAC possa “valutare l’effettiva capacità tecnica ed organizzativa” di queste. Buone intenzioni, certamente. Ma come pensare che a valle della valutazione sulla qualità delle stazioni appaltanti l’ANAC non possa esprimere altro che non un “pollice verso” visti gli scarsissimi investimenti che il Paese dedica alle competenze dei responsabili, pagandoli cifre irrisorie e non approntando per essi carriere professionali decorose e stimolanti come quelle per magistrati e diplomatici? Sarebbe utile destinare almeno gli incentivi del 2% alle pubbliche amministrazioni e ai dipendenti pubblici menzionati dall’On. Mariani proprio ad acquisire maggiori professionalità, anche perché la legge delega parla proprio di non meglio specificate “misure premiali per coloro che coinvolgono le MPMI nelle procedure di gara”.

Se è da sottolineare positivamente il ruolo che la legge delega affida all’ANAC, non si può non notare con preoccupazione l’assenza di qualsiasi riferimento al ruolo che può giocare l’Antitrust a favore delle MPMI. Non solo perché la collusione che questa ha il compito di individuare fa male alle piccole e rafforza la corruzione, ma anche perché sarebbe l’istituzione naturalmente preposta a far sì che le gare d’appalto siano scritte in maniera tale da favorire la partecipazione delle MPMI. Sullo stile della normativa statunitense, in cui in ogni grande stazione appaltante un dipendente della Small Business Authority americana ha l’obbligo di valutare ogni capitolato per esaminare se è stato scritto in maniera tale da non danneggiare l’accesso delle MPMI, così l’Antitrust italiana potrebbe essere delegata a dare il suo parere al riguardo di ognuna delle gare delle 35 stazioni appaltanti che aggregheranno gran parte degli appalti di beni e servizi in Italia, possibilmente dopo aver consultato rapidamente la associazioni di categoria esclusivamente delle piccole imprese.

Infine, sulla questione così importante dei lotti, pensare che vietando “l’aggregazione artificiosa degli appalti” si sia fatto un passo avanti è peccare di ottimismo: la questione chiave è chi controlla tale “artificiosità”. Anche qui, in assenza di un vero Garante della Piccola che stenta a dare segni di vita, l’Antitrust dovrebbe e potrebbe giocare un ruolo importante.

Le gare d’appalto sono come quelle di atletica: far correre il campione mondiale juniores contro Usain Bolt porterà a vedere il primo sempre sconfitto e alla fine a rinunciare alle corse, perdendo per sempre un talento. Aiutiamo le MPMI a correre una gara giusta, e le vedremo crescere e diventare i campioni del futuro.

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