THIS SITE HAS BEEN ARCHIVED, AND IS NO LONGER UPDATED. CLICK HERE TO RETURN TO THE CURRENT SITE
Post Format

The Lost Decade when Streets got Meaner.

The presentation I liked the most among the many at the recent fantastic Berlin’s INET was “The Future of Europe – North and South” by Prof. Wendy Carlin of UCL (see here her video).

She divides Eurozone countries into North (Germany, the Benelux, Austria and Finland) and South (Italy, Spain, Greece and Portugal), leaving out France (not fully northern) and Ireland (not fully southern).

She makes many points, all falling under heading that (different) institutions matter to explain the current euro crisis due to (different) performances. Most of all I was amazed to see in her presentation what has happened in terms of indicators of governance of the North and the South in this last, lost decade, where the premises of the current crisis were sown in the fertile field of bank irresponsibility. But one needed the seed. And here it is:

So. Not only has the North always dominated the South in terms of rule of law, corruption control, regulatory quality and government effectiveness but, more importantly, the wedge between the two areas has widened over this past decade. Reforms were missed in this critical time.

How exactly can you enter successfully into a global era without properly functioning public institutions that support, protect and encourage markets in prospering and citizens in investing for the future?

As Amartya Sen said about Europe in his Berlin speech (see video in post below), “We need the role for the State” because “the State has something interesting and important to do” and if you cut this out, “streets get meaner and lives get hollower, and markets suffer too”. It is time the Southern countries of the euro area understand this for good if they want their common project with the North to be saved.

2 comments

  1. Professore,

    Mi scusi per il post molto lungo. Le faccio una provocazione. Norbert walter ha fatto un intervento molto interessante, ma non sara’ che come chief economist della Deutsche Bank ha diretto un po’ di quegli investimenti ed ha un po’ di conflitto di interessi quando dice come quei capitali fanno bene ai paesi dove arrivano. A me italiano interessa avere compagnie che portino ricchezza al territorio Italiano (e con questa storia delle delocalizzazioni e’ un bel problema), ma a lui tedesco non c’e dubbio che interessa portare ricchezza in Germania (e penso che si possa fare tranquillamente visto che i capitali si possono muovere liberamente)
    Mi corregga se sbaglio.
    E poi non capisco cosa ha contro gli economisti USA che chiedono alla Germania di espandere la spesa. Siamo in una cosa chiamata Unione, e a me questo atteggiamento del prima fai i compiti a casa e poi ti aiutiamo non mi sembra molto produttivo, ma mi pare che crei tensioni. Penso che si debba andare assieme, altrimenti e’ chiaro che le nazioni in deficit critichino quelle in surplus per il loro atteggiamento. E poi c’e’ un’altra cosiderazione importante da fare: tutto il discorso del signor Walter e del signor Fischer si basano sul concetto di cooperazione e buon senso politico. Ma fino ad ora queste due cose chi le ha viste? Io ho visto un Monti tutto intento all’austerita’, ed una Merkel intenta a difendere la supremazia economica Nazionale. Infine un’altra considerazione (un po anche una battuta se vuole): ma quindi visto che la Germania invecchia, dobbiamo aspettare che l’eta’ media sia 80 anni prima che il loro surplus comerciale cali, o magari un po di politiche coordinate al fine di incrementare il benessere generale della zona Euro i politici (di tutte le nazioni) le fanno prima: noi innoviamo la pubblica amministrazione e diminuiamo gli sprechi, e loro cominciano a comprare qualcosina da noi; ma del resto scusi lo stesso Monti appena insediato invito’ i cittadini a comprare prodotti Italiani, e quindi vuol dire che lui una mezza ideuccia su quale potesse essere uno dei problemi (che a detta di alcuni e’ IL PROBLEMA) ce l’aveva. Ma non era questo forse un invito ad un certo protezionismo, non attraverso dazi, ma attraverso comportamenti dei comsumatori (che tanto adesso non comprano piu nulla perche stanno con le ruote a terra).
    A me sembra piu corretto il discorso del Professor Sen, ma quello del dottor Walter mi sembra molto per la serie: noi siamo stati bravi adesso fatti vostri, e sorvola sui grossi problemi che la zona Euro ha posto, messi in evidenza da altri osservatori.
    Non dico che l’Italia non ha colpe per i suoi problemi (perche’ ne ha e lo sappiamo benissimo), pero’ non sembra che si stia agendo come un’ Unione. E non vedo come si possa difendere un’ Unione dove alcuni stanno bene altri male, e stare assieme non fa altro che aumentare il divario.
    Ed il problema sembra politico, perche’ gli economisti invece hanno le idee molto chiare su come agire a livello tecnico.
    Lei ha detto che anche con l’Euro e possibile aumentare la spesa pubblica. Ma siamo sicuri vista la fissazione che hanno con l’austerita’. E allora se e cosi facile, perche’ Monti (sempre appena insediato) chiese , che soldi spesi per ponti e strade etc… non fossero inclusi nel debito. Era una pura trovata pubblicitaria, o c’era un qualche fondamento tecnico in quella richiesta?

    Reply
    • Condivido molti dei suoi punti. ma ho voluto fare quel post con i 2 tedeschi perché abbiamo anche bisogno di capire come si ragiona in Germania e sforzarci anche noi di venire incontro ad un paese che ha delle colpe ma ha anche grandi meriti nella costruzione europea. In fondo, se vogliamo l’Europa, ci dobbiamo trovare a metà strada.

      Reply

Lascia un Commento

Required fields are marked *.

*