“Come ho detto e ripeto, il TPI (Transmission Protection Instrument) è un programma concepito per circostanze specifiche e per affrontare rischi specifici, ma è disponibile per tutti i paesi dell’area dell’euro. Perché la nostra focalizzazione è che la politica monetaria si trasmetta in tutta l’area. Quindi, quando il Consiglio direttivo stabilirà che un Paese è idoneo in base ai quattro criteri su cui sarò lieta di tornare, se lo vorrete, e sulla base degli indicatori che indicano una dinamica di mercato disordinata, allora deciderà che quel Paese è idoneo per il TPI, lo attiverà e, come ho detto prima, non c’è un limite ex-ante a questo programma.
Se qualcuno di voi è interessato, sarò lieta di illustrare i quattro criteri specifici. Sono quattro e credo sia importante capire che in questa occasione, come in ogni occasione che abbia a che fare con l’orientamento o la trasmissione della politica monetaria, la BCE decide a sua discrezione, senza essere ostaggio di nessuno. Quindi i quattro criteri che utilizzerà saranno indicativi, saranno elementi di informazione che terrà in considerazione per prendere la sua decisione.
Il primo è il rispetto del quadro fiscale dell’UE, che può assumere due forme: non essere in procedura per deficit eccessivo o non aver intrapreso azioni efficaci in risposta alle raccomandazioni del Consiglio europeo. Questo aspetto riguarda il quadro fiscale e, ovviamente, è mutuato da altre istituzioni europee, ovvero la Commissione e il Consiglio. Il secondo è l’assenza di gravi squilibri macroeconomici, e anche in questo caso si rifà ad altre istituzioni europee in relazione alla procedura per gli squilibri eccessivi. Il terzo è la sostenibilità fiscale, ovvero la garanzia che la traiettoria del debito pubblico sia sostenibile. A tal fine, il Consiglio direttivo prenderà in considerazione le analisi della Commissione europea, del MES, del FMI, di altre istituzioni, ma certamente insieme all’analisi interna della BCE. Quarto: politiche macroeconomiche sane e sostenibili, che rispettino gli impegni presentati nei piani di ripresa e resilienza dei Paesi per la RRF [Recovery and Resilience Facility], e le raccomandazioni specifiche della Commissione europea in ambito fiscale nell’ambito del semestre europeo“.
Christine Lagarde, Presidente della BCE, liberamente tradotto da https://www.ecb.europa.eu/press/pressconf/2022/html/ecb.is220721~51ef267c68.en.html
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Se sei austero, dice la BCE, se sei austero come ti dice il Consiglio europeo (ovvero le maggioranze di governo in Europa), allora noi ti aiuteremo quando sei in difficoltà. Ma spesso, aggiungiamo noi, sarà il caso che sono in difficoltà quando sono austero, e quindi tu mi aiuterai solo ad entrare in difficoltà e a non uscirne più, perché la politica monetaria poco può fare quando si è in una crisi di fiducia come quella che avrai generato con l’austerità.
Con questa decisione di politica monetaria (ignota alle banche centrali del resto del mondo) della BCE, che sostiene l’austerità come una virtù senza se e senza ma, l’area dell’euro si avvia ad una (lenta? ed) inesorabile implosione politica. Quando avverrà, tramite un conflitto politico estremo tra chi ha e chi non ha in alcuni stati membri chiave – che supererà di gran lunga la protesta di piazza in Grecia e il referendum della stessa nazione – sarà troppo tardi per tornare indietro.
La Banca Centrale Europea ci mente con irritante leggerezza quando sostiene che questa decisione sia stata presa autonomamente. Mente perché come diceva Milton Friedman ovviamente nessuna banca centrale è mai indipendente dalla politica, dittatura o democrazia che sia. Mente perché la decisione è stata quella di legare la politica monetaria ai voleri del Consiglio europeo sulla politica fiscale. Voleri austeri.
Le responsabilità dei governi nazionali per questa decisione della BCE sono dunque enormi, perché questa è frutto di una decisione coordinata con i governi. In particolare, con il governo Draghi e Macron, che non hanno fatto e non fanno gli interessi di chi soffre – i meno tutelati, i meno protetti, i meno abbienti – anzi vi aggiunge politiche scellerate e sadiche.
La gente si ribellerà, il progetto terminerà, l’Europa dell’euro che si poteva e doveva fare non si materializzerà. Quando, è tardi per dirlo.
Master mind, su carta. Angela Maria Piga